RELAZIONE BREVE DELLA REPUBBLICA, CHE I RELIGIOSI GESUITI Delle Provincie di Portogallo , e di Spagna Hanno stabilita ne’ Dominj Olirà- marini delle due Monarclìie , e della Guerra, die in elle hanno mossa, e sostenuta contro gli Eserciti Spagnuoli 3 e Portoghesi . Cavata da' Regttiti delle Segreterie de' due respettivi principali Commiffàrj , e Ple- nipotenziarj , e da altri documenti a ’s -, tentici , e fedelmente tradotta dall' idioma Portughefe ì iteli' Italiano. in questa nuova Edizione accresciuta di vari altri Documenti , e di pregevoli notizie ad essa relative fornita . **>& Hit* ->'0 ** , J ‘ìiC î *—■y—** d * * In Lisbona, ed in Siena 1758. ; AVVISO AL LETTORE-, LÌorcbè le pubbliche Gazzette (lr antere fecero consapevole il Pubblico del? espulsone de* Gesuiti dalla Corte di Portogallo , tutte le Persone curiose ed attente a' grandi avvenimenti , parvero sorprese dì queflo inaspettato evento , e curiose altresì dì saperne la vera cagione . / Reverendi Padri Gesuiti sparsero a bella posa tanto in Parigi , che nelle Provincie , che que sa disgrazia de'loro Confate ili da altro nonprocedeva , che dalla, zelo per la Religìon Cattolica , che gli aveva cosrettì a far vive rappresentazioni contro il Maritaggio progettato d' una Infante di Portogallo con il Duca di Cumberland . Ma questa ragione parve asflutamente inventata : il Progetto d' un simil Matrimonio , effóndo diametralmente contrario alla fedele unione del fedelissimo Re colla Chiesa Romana . Altri poi pretesero , che quesì ■ espulsone avea motivi pià ri- tevanti ; Che ella era cagionata , perché i Gesuiti avendo usurpate le ricche Provincie del Paraguai , spettami alle Corone di Spagna „ e di Portogallo , e fomentata una guerra contro le Armate inviate da quese due Potenze con de* Commissari , per sabilire i Limiti rispettivi de* loro Dominj . Qaesa accusa fatta contro Religio- s y parve alla prima un vero Paradossò simile a quello , che //Problema propone j erta mente ai A 2- Puf- 'Pubblica : ed è questo ; Qual sia ; chi de’ Gesuiti, o di Luterò,o di Caiviuo, il qua;e abbia più fatto danno alla Chiesa Cristiana ? Problema , che vogliano alcuni far scioglici e a favore de' due Eretici , dopo le prove , da ambe le Farti prodotte . Oneste fi danno in due gì off dolami . Mentre fi era in quejlo flato di dubbiezza , ogni ragion volendo , che in tali circostanze non fi predasse fede nè a ’ Ges uiti , nè a? loro Avversarj t fi ebbero accertati riscontri da Roma y eh ’ era (lata per ordine della Corte dì Lisbona presentata al Sommo Pontefice , e agli Eminentiffimi Cardinali , la Relazione t che participiamo qui al Pubblico tradotta in lingua Italiana , non temendo punto d'esser taci-ti sopra Tesattezza , e la fedeltà dì essa , poiché # troppo [incera , e letterale ; essendoli amato meglio di attenerci fedelmente ad essa y che di allontanarci nella minima cosa dal genuino suo senso , Per sapere , qual fede fi debba dare agli autentici fatti riferiti in questa Relazione , basa a dire , che ella è fata fatta , e pubblicata in Lisbona con P Autorità , e applicazione del MINISTRO dì quella Corte . Ecco come la descrive un Sig. di Lisbona scrivendo ad un suo umico . Monfieur , — lobo risposo con gran (implicita alle Informazioni , che voi mi fate Tonar di richiedermi , relative alla disgrazia de' Geni Pare , che 19 S*> f? sititi in questa Corte ; e come i mo s» pii— mor Ge- che 0 uno de' vostri Amici vi prende qualche iute» „ resse , s«r acchiuso vi mando il piccai Libro g ,, delle accuse orribili , che la Corte di Spagna 9 „ In oltre di essere similmente andato altro Padre della Compagnia chiamato Emanuele de’ Santi , Nipote del Vice - Provinciale a stabilirsi nella sponda del Fiume Javari , ed ivi dichiarare la Guerra a’ Religiosi della Madonna del Caroline , che reggevano esemplarmente le Missioni di quella parte , per fare in essa una generale perturbazione , che rovinasse tutto il Paese , e io rendesse inabitabile. Di più, sollevare gl’ Indiani nella stessa Capitale del Gran Para in guisa tale , che abbandonassero le opere , che in servigio di S. M. si stavano facendo per la spedizione del Fiume Negro , insultarono altresì per tutto l’interno dello stato i Ministri , ed Officiali di S. M. Fedelissima minacciandoli colla potenza delia Religione della Compagnia nei Regno , e con sollevazioni in quella stato per non osservare le Leggi , e gli Ordini di cui erano esecutori ; ed allegando per darlo così ad Or- vessa del- , che li di cchè renne] a Moderare 3 i u— sco, in di radei 'sopiva - per rode, ale ;ro no in- i teli- ih ài isL 2p ad intendere , eh e iti quello stato i loro Antecessori sempre lo avevano praticato in questa forma , E finalmente spopolarono i Paesi del cammino dei Fiume Negro , e ne ritirarono i viveri di essi, e di molti altri , acciocché per la mancanza de’ sìdecorsi,e mantenimenti perissero le Truppe ,che doveano passare nel luogo delle conferenze, ed indi alle frontiere , ave si dovevano fare le demarcazioni de' Confini de’ Domin; dei due Monarchi contrattanti. La certezza di questi strani fatti confermati uniformemente dalle Lettere del Vescovo , del Governatore , e de’ Ministri , ed Officiali di quello Stato , e dagli atti , e documenti autentici , che 1’ accompagnavano , era degna di molto più severe dimostrazioni . Prevalendo però tuttavia la Clemenza del Re Fedelissimo , e sperando quel pietosissimo Monarca , che questa medesima sovrab- condanza della sua Reale benignità servisse di confusione , e di correzione ai suddetti Religiosi, si ridusse a comandale ancora , che fosse avvertito seriamente il Vice - Provinciale del Gran Para de’ -sopraddetti disordini per impedirgli , e che uscissero fuori di quello stato in virtù della lettera firmata di sua Regia mano sotto li z. di Marzo dell' anno 1755. li Padri Antonio Giuseppe Rocco Hundersund , Teodoro della Croce , ed E* manuale Gonza ga, che ivi avevano dati li maggiori scandali , e comandare altresì mediante altra lettera Regia sotto la stessa data , che i Religiosi Carmelitani fossero restituiti nell’ intiera amministrazione de’ Paesi del Fiume sa vari , dalla quale il Nipote del Vice Provinciale della Compagnia aveva preteso di scacciarli con la forza delie Armi con iscandalo universale di tutti quei Popoli . Mesi» 5 ®- Mentre questo si faceva în Lisbona , avendo il detto principile Commissario di S. M. Fedelissima superate le difficoltà , e le dilazioni , che resero necessari i disordini , che se gli opposero per impedirlo , arrivò finalmente a partire dalla Capitale del Gran Farà per il Fiume Negro il dì 2- Ottobre dell' Anno 1754. Nel corso del viaggio trovò sempre permanenti dalia parte di detti Religiosi le stesse madrine , e gli altri maggiori disordini , che si rilevano dal Diario autentico del medesimo viaggio, dal quale si copiaranno qui alcuni luoghi per formare un’ Idea chiara di ciò , che seguì in quella, faticosa navigazione , tanto per quello che riguarda gl’ Indiani di servizio , quanto i mantenimenti , ed i viveri per provedere la spedizione . Per quello che appartiene a’ mentovati Indiani si spiega quel Diario cella maniera , che segue » li giorno io. d’■:/ttobre verso le ore sei della mattina ci levammo dal suddetto Fiume per andare a cercare il Paese di Guaricu , dove arrivammo verso le ore undecì , e lo trovammo deserto , sebbene fosse uno de' piò popolati del Ser“ taqn , perciocché in esso non vi erano altri, che il Padre Marino Sehuvarj, che è il Compagno del ,P. Missionario, tré Indiani vecchi, alcuni ragazzi, c poche Indiane Mogi; di alcuni Marinari , che venivano con la Truppa . Per prevedersi prontamente dì sei Indiani per l’equipaggio , e remi di alcune. Canoe , ( 1 ) che non erano ben governate , fu necessaria un’ eccessiva fatica, e che Sua Eccellenza adoperasse alcuna forza , mandandovi Soldati per le fosse, e per le ( 1) Carnè cioè picciole barche di trasporto . 'etid& Fede- , che oserò dalia il dì rma-: mali ri- ‘gg'o, formella uarda nti , [uello quel ; sei e per e ar- » dessi?) 1 - , che » del lazzi, che i per ) che cces- ,e al— - per le îe macchie , dove tutti stavano ritirati, e quei pochi , che comparirono, consertarono, eh’era fuggita tutta la gente mediante la prattica, ed induzione fattale dal Padre \\ giorno ji. verso un' ora , e mezza arrivammo nel Paese di Arucarà , dove trovammo il Padre Missionario Emanuele con più poca gente , che nel passato : avendo avuto bisogna di alcuni Indiani per il governo delle Ganoè , che n’e- rano prive , fu necessario cercarli per le folte. La mattina dei 16 fatta la rassegna degP Indiani delle Canoe si trovò , eh’ erano disertati la notte antecedente z6. essendo tutti di quei Paesi, che amministravano i Religiosi della Compagnia'. ' Vicino alla Fortezza del Fiume Tapajos vi è un Paese assai popolato sotto T amministrazione dei Religiosi della Compagnia, di cui è Missionario il P. Gioacchimo di Garvàllo , e parimente lo trovammo con poca gente , di modo tale, che avendo bisogno degl’ Indiani per esserne fuggiti da questo Paese dieciotto, S. E. fu necessitata di mandarli a cercare ne’ Paesi di Cumarìi , e Bovaris dei medesimo Fiume . Finalmente in questa maniera ( dice lo stesso Diario ) fecero disertare da quella spedizione sino al numero di cento sessantacìnque Indiani , di mo- dochè quel principale Commissario rapportando, ciò che nel suo viaggio era seguito sopra tale. assunto , corichinse in Lettera de’ 6. di Luglio dell' anno 1755. trattando di uno de’ Paesi deserti, dove trovò la gente fuggita con queste formali parole V Da questo Paese passai ad Arucarà , che sarà distante poco più di tré leghe, e lo trovai quasi nella stessa forma con poca differenza : e quest’ è. una _I BBSSSeBBasoassfiaaaflMHlH , 3 * ... e una regola generale di tutti li Paesi per noia ripeterlo spesso . Per quelio poi , che spetta ai viveri , che S. M Fedelissima aveva ordinati, basterà per formare un’ idea di quello , che successe in questa particolare , copiare dalla Lettera , che il Vescovo del Gran Farà mandò alla Corte di Lisbona in data dei 24. di Luglio dello stesso Anno 1755. ( mentre governava quella Capitale in assenza del Generale ), le seguenti parole. Giunse in essi ( Missionari ) a tanto eccesso la mancanza di obbedienza , e carità in questa materia , che in tutti li Paesi del Fiume Tapayos baste voli da se soli per provedere tutte le sponde del Fiume Negro raccomandarono espressamente i Padri Missionari , che non facessero vivande di Farina , nè di qualunque altro legume , dicendo chiaramente agi' Indiani, che in occasione di maggior necessità avverebbero loro data la licenza per andare a cercare altrove il loro sostentamento. Questi medesimi eccessi di carità praticarono î detti Missionari quasi in tutti i loro Paesi, con impiegare gì’ Indiani nelle loro particolari convenienze , dal che necessariamente dovea risultare il mancamento della fabbrica delle Fanne , e con ordinargli positivamente , che non le vendessero ai Bianchi , conforme accadde nel Paese di Arcucara sotto l’amministrazione della Compagnia . Erano in questo Paese alcuni Soldati della guarnigione di Macapà con l’incombenzà di comprare la Farina , e sentendovi la Messa nella Festa della Pentecoste , intesero che il Missionario di detto Paese chiamato Emanuele Ribeiro , stand® a sedere in quel luogo, in cui si costumava spiegare i Sagri Dogmi della fede, e si deve consiglia- rs re la prattica delle virtù , ordinava ai suoi In- i diàrii, ( parlandogli nella loro lingua ) che, in nessuna maniera vendessero la Farina ai detti Soldati, né soccorressero la Villa di Macapà, con mi- ; naccje , che operando diversamente, gli averebbero j dato un’ esemplare castigo . Nello stesso tempo fu scoperto , che i sopradetti Religiosi commettendo altro delitto atroce di Lesa Maestà , non solamente si erano arrogata l’autorità di fare Trattati con le nazioni barbare di quei Sertoens de’ Domini della Corona di Por-. : togaiso senza l’intervento del Capitano Genera- : le , e del Ministri di Sua Maestà Fedelissima ; ; ma eziandio , che da questo abominevole disordine passarono a commettere altro ancor pisi detestabile dì stipolare per condizioni dei medesimi Trattati il Dominio supremo , e servizio degli Indiani esclusivi della Corona , e de’ Vassalli di Sua Maestà , la ripugnanza , e sodio alla’ corri- ' miimcazione , e soggezione de’ Bianchi Secolari, ed il dispregio degli ordini del Governatore , e delie Persone degli Abitatori dello Stata , come si rilevò evidentemente dal Trattato , che il Padre Davide Tay Missionario del Paese di S. Francesco Saverio di Acamà aveva fatto il mese di Agosto dello stesso anno 1755. con gs Indiani Amanayos , nel quale si trovano scritti gli Articoli seguenti. Articolo Terzo, i Se vogliono esser sigi) dei Padri soggettan- j dosi al, governo di essi prestando loro obbedienza ! con restare 1 Padri Morabixavas ( cioè Capitani j Generali ) di essi , che devono trattarli come ; C loro 1 loro Figlj l Risposero di voler esser Figlj dei Padri . Articolo quinto . Se vogliono trattare ancora i loro Padri , come buoni Figliuoli l Risposero di voler fare gran Rosta 3 o sia Vivande di Farina per i Padri . Articolo ottavo . vogliono essere obbedenti al Morabixava Goacu de’ Riandai ( cioè il Capitano Generale dello Stato ) contentandosi di andare a faticare quando li vorranno mandare ? Risposero generalmente , che per necessità , e nessun conto vogliono avere , che fare con li Bianchi . Articolo nono . Se vi fosse qualche cosa straordinaria per esempio, qualche inimica, e quando i Gmjajaras (cioè 1 Bianchi ) devono andare , se gli Ammanajos vogliono aiutarli? Risposero, che vogliono essere buoni Compagni, e che aiuteranno i Coajajaras,purché reciprocamente debbano fare lo stesso i Coajajaras. Di modo tale , che il Capitano Generale, ed i Bianchi dello Stato in queste convenzioni erano tutti uguali agì’ Indiani , e li Padri Capitani Generali Ecclesiastici erano superiori a tutti , manifestandosi certamente , che attese queste condizioni , che contrattano con gt’ Indiani, prendono pretesto i predetti Padri per alienare i medesimi Indiani dalla soggezione , e servizio Reale , e dalla Società civile de’ Bianchi Secolari. Sua 35 Sua Maestà Fedelissima ricavando dalle chiare cognizioni di tutti questi fatti la decisiva conseguenza, cioè, che le infermità deplorabili dei Corpo di quello Stato estèndo tante invecchiate , ed estreme non potevano già curarsi senza* rimedi maggiori applicati con tutta l'efficac-a , ordinò che da una parte si avvisasse il Vescovo del Gran Farà D. Michele de Bulloens , che senza perder più tempo in così meritoria opera, pubblicasse subito la Bolla Pontificia dei 20. di Dicembre dell' anno 1741. la quale aveva dichiarato essere liberi tutti li predetti Indiani , e condannati alla pena di /Scomunica Latte Sententi te , quei che pratti- callerd , difendessero , insegnassero , o predicassero il contrario ; stabilì ancora da un altra parte le due Sante Leggi promulgate ne’ giorni 6 . , e 7. Giugno dell’ anno 1756. rinnovando in savore della medesima libertà , e del bene comune degf Indiani tutte le Leggi , e gli Ordini da’ suoi Augusti Predecessori . E dal? altra parte finalmente ordinò nello stesso tempo ai Governatore, e Capitano Generale di quello Stato, che facessero eseguire tutto con quella efficacia , ed esattezza , con cui Sua Santità , e Sua Maestà in Causa comune Lavavano determinato . Essendo giunti quegli Ordini Regi in tempo, eh’ era assente dalia Città dèi Gran Farà il detto Capitano Generale, che allora stava nel luogo destinato per le conferenze , il Vescovo , che governava la medesima Capitale stimò per cosa necessaria di sospendere Lesccuzione de’ medesimi fino ali’ arrivo del Governatore Proprietario , a causa , che i predetti Padri , dacché videro superate le difficoltà della spedizione del Fiume Negro, che prima tenevano per superiori ad ogni provi- Z6 ckr.za , erano passati a servirsi d’altri mezzi violenti , che iì detto Prelato trovò , che rendevano necessaria queila sua circospezione. li primo de’ suddetti mezzi fu di procurare Incitare gli Officiali di quelle Truppe sd effetto che si sollevassero contro il loro Generale conforme l’aveva egli avvisato sotto il dì 7. Luglio dell' anno 17ZZ. facendone Relazione de’ fatti , che così ['avevano dimostrato , e conchiudendo con ie parole seguenti . ,, Continuando il detto Padre Alessio Anto- ,, ni o nels istessa idea si unì con alcuni pochi Offi- „ ciali , e sotto il virtuoso pretesto di voler ioroL ,, dare gli Esercizi di S, Ignazio , gì' introdusse" ,, nel Collegio alla sua divozione : dicendo in „ quei tempo agì’ Ingegneri , che tutti li prove- „ di menti , che aveva Sua Maestà ordinato , e man- „ dato per servizio della tavola , che qui ( cioè ,, nella sponda del Fiume Negro ) comandò si 3 , allestiste a costo della Sua Reale azienda , ap- 5Î partenevano a loro , e e nella stessa forma se gii ,, dovevano distribuire i Rami , che servono nella 3, Cucina , e che se non si eseguiva così, era un ,, furto, che si faceva a ciascuno di essi. „ Dopo quello il detto Padre , ed altri suoi ,, Compagni si avanzarono a render persuasa que- j, sta gente , che Io sarei uscito dal Parà senza ,, ordine di Sua Maestà; e che per un'atto volog- ,, tarlo li mettevo tra queste macchie dove oi- 3, tre infiniti incommodi , che ivi dovevano pati- ,, re, ultimamente si sarebbero morti di fame , „ e questo senz’ altro oggetto, che perché lo vo - ,, leva così , quando che le demarcazioni erano „ già guastate , e mai più si dovevano eseguire. Lo che si rilevò da alcune altre Lettere, nelle lè quali si contiene la narrativa di molti altri fatti , e machine dirette allo (lesto catti vo fine di concitare alle dissensioni, le Truppe . Il fecondo merito fu Tessere poi passati li medesimi Religiosi Gesuiti dalle macchinazioni artificiose ali’ ufo dell’ Armi , procurando mantenersi in quelli Sertoens per la via della forza , d’accordo con li loro Religiosi Spagnuoli , che erano stabiliti in quella Frontiera del Nord , di modo che stando per fondarsi nel mese di Gennaio dell’ anno 1750. là Villa di Borba la nuova , nel Paese prima chiamato di Troncano : sol trovò in essa il P. Anselmo Echart Tedesco, che ^era arrivato pochi meli prima come Missionario armato con due pezzi di Artiglieria , ed unito con altro Padre ancor Tedesco chiamato Antonio Meisserburgoy ambedue perticarono in questo Territorio disordini * e superiorità, che avere bbe- so bisogno d’una ben lunga Relazione per darne il ragguaglio , e renderebbero verisimile il sospetto , che invece di Religiosi potrebbero essere stati due Ingegnieri travestiti . In queste urgenti circostanze , e per la necessità , che il Governatore , e Capitan Generale di quello Stato aveva di portarsi in quella Capitale , ad effetto di cercare il rimedio di alcuni mali , che pativa , discese nella Città del Para per sollecitare in elsa vivamente colla sua presenza la pubblicazione della Lettera Pastorale del Vescovo, affine di dare esecuzione alla Bolla Pontificia spedita li zo. Dicembre Tanno 1741- , e delle due Leggi Reggie de’ 6. , e 7. Giugno dell’ anno» Ambedue le dette pubblicazioni si fecero effettivamente colie solite solennità ne’ giorni 28. G à di ,.Z8 ài Gennaro , e 28. , e 29. di Maggio dello scorso armo 1757. con gran contentezza dagli Abitatori della predetta Capitale , che mediami le previdenze Pontificie , e Regie videro cessare in quei tré giorni le calamità , che per lo spazio di tanti anni avevano afflitto tutto quello Stato . Ma nientedimeno non cessarono ancora gli effetti delle sediziose macchine , che di sopra ' ho rapportate ; non potendo quelle operare nella fedeltà, ed onore degli Ufficiali delle Truppe, operarono però in tal guisa nei Soldati di minor sfera , e di riprovate procedure , che appena il Governatore Capitan Generale si ritirò dalla sponda del Fiume NegriS^ ne disertarono da esso non meno che 122- de’ suddetti Soldati , derubbando i Magazzini Reali con lo spoglio non solamente delle munizioni di Guerra , ma parimente di molte altre cose , che ivi erano riposte , saccheggiando nello stesso tempo alcune Case di Persone particolari , e portandosi con tutti questi furti nelle Missioni de’ domini del Re Cattolico nella Capitatila d’Amaguas, da dove arrivarono le ultime notizie al Parà in data dei 18. del prossimo precedente mese di Giugno, in cui si termina questa Relazione per non aver notizie posteriori alla data del predetto giorno . . N11- 39 Numero primo . Copia delle Istruzioni , ■ che i Padri diedero agli Indiani , eh' essi governano , quando marciarono verso VEsercito, scritte in Lingua Guatan , e dalla medesima fedelmente tradotte nella stessa forma * in cui furono trovate press i detti Indiani - GESÙ’. I N primo luogo tutti li giorni , quando ei ricor* daremo , dobbiamo far vedere , . che siamo Figlj dì Dìo Nostro Signore, e della Vergine Santissima Nostra Signora . Con tutto il nostro cuore ci abbiamo a consegnare al nostro Signore , alla Santissima Vergine , a S- Michele, ai. Santi Angeli, ed a tutti i Santi della Corte Celeste, facendo Orazioni , perché essendo esaudite , ottenghiamo , che porgano rimedio alle nostre miserie , meritevoli dì ogni compassione, e ci liberino dai danni spirituali , e temporali : e parimente abbiamo a conservare il Santo costume di recitare il Santissimo Rosario di Nostra Signora : divozione , che molto 1’ è grata , e con la qua»' le conseguiremo , che ci rimiri con quella misericordia , di cui hanno bisogno le nostre miserie, e così mediante la sua santissima protezione ci riu- C 4 scirà 40 scirà dì, vederci liberi da tanto male , quanto ci sovrasta . Quando a noi si opporranno quelle genti , che ci abborriscono , dobbiamo tutti insieme invocare la proteziene della Beatissima Vergine nostra Signora, e quella di S. Michele, S. Giuseppe, e di tutt’ i Santi de’ nostri Popoli ; e se saranno fervorose le nostre suppliche * ci consoleranno.' E quando pretendono parlare con noi quei , che ci abborriscono, dobbiamo scansare la loro conversazione , fuggendo molto da quella de’ Castigliani j É molto pisi da quella de’ Portoghesi . Per causa di questi Portoghesi sono venuti nelle nostre Case tutti i presenti pregiudizi .• Ricordatevi , che ne’ tempi andati ammazzarono li vostri defunti Avoli , uccisero anco dappertutto molte migliaia di essi senza perdonare alle innocenti Creature , ed ancora burlarono , e schernirono k Sacre Immagini de’ Santi ; che adornavano gli Altari dedicati a Dio Nostro Signore . Questo medesimo , che in altro tempo seguì , vogliono farlo adesso , e perciò ancorché grande sia l’impegno loro , non dobbiamo però consegnarci ad essi . Se per sorte ci volessero parlare devono essere cinque Castigliani , e niente più : non vi siano Portoghesi , perché se venissero alcuni de* Portoghesi, non ci riuscirà bene . Non vogliamo, che venga Gomez Freire , perché esso , ed i suoi sono quei , che per opera del Demonio ci abborriscono tanto . Questo Gomez Freire è l’Autore di tanto disturbo , e che opera tanto male, ingannando il suo Re , ed il nostro buon Re, per il quale motivo non vogliamo riceverlo . Dio Nostro Signore fu quello, che ci diede queste Terre, 4 1 ed efîó va machinando per impoverirci levandocele . A tal fine va inventando contro noi molte false imposture , ed ancora contro i Benedetti Padri , de’ quali dice ^ che ci lasciano morire senza i Santi Sagramentì . Per queste cose giudichiamo , che la venuta de’ suddetti non è per ii servizio di Dio . Noi non abbiamo mancato i n. alcuna cosa al servizio del nostro buon Re . Sempre sempre , che ci ha occupati, abbiamo di buona voglia eseguiti i suoi comandamenti . Riprova di questo sono le reiterate volte , che di ordine suo abbiamo esposte le nostre vite , e sparso il nostro sangue in quei assedi , che si sono fatti nella Colonia Portoghese s questo solamente per eseguire la sua volontà , senza manifestare . altro, che un sommo piacere di essere adempiti li suoi ordini : di che sono buoni Testimoni il Sig. Governatore Don Bruno , e 1’ altro Governatore , che gli succedè nel comando . E quando i! nostro buon Re ebbe bisogno di noi altri nel Paraguai , ci portammo là , e molti , che vi fecero de’ servizi tanto segnalati sì nella Colonia, che nel Paraguai -, oggidì si trovano tra questi Soldati . li nostro buon Re sempre ci ha veduti con affetto in considerazione de’ nostri servizi , perché abbiamo adempiti li suoi precetti . E ciò non ostante ei dice , che lasciamo le nostre Terre, i nostri lavori , le nostre Case * e finalmente tutto il terreno intiero . Questo non è ordine di Dio, ma dei Demonio . Questo è quello , che sempre abbiamo inteso . 11 nostro Re ancorché miserabili , e disgradati Vassalli di elio , sempre ci ha portato amore come tali . Mai ha voluto il nostro buon Re tiranneggiarci , né pregiudicarci , riflettendo alia nostra disgrazia . Sapendo queste cose non 4 ? abbiamo da credere , che il nostro buon Ré ordini , che noi infelici siamo pregiudicati nelle nostre faccende , ed esiliati ; senza aver altro motivo, che per avergli prestato servizio , sempre che si è presentata Poccalìone ; e così mai lo crederemo quando dica : VOI ALTRI INDIANI DATELE VOSTRE TERRE , E QUANTO AVETE AI PORTOGHESI, NON LO CREDIAMO MAI . Non farà mai . Se forse le vorranno comprare con il loro sangue , tutti noi altri Indiani così abbiamo a comprarle ancora . Noi abbiamo adunati venti Popoli per andarli a riceve- Te , e con grandissima allegrezza ci consegneremo alla morte piuttosto , che consegnare le nostre Terre . Perché non dà questo nostro Re ai Portoghesi Buenosayres , Santa Fede , Conientes , e Paraguai ? Solamente si ha da eseguire questo ordine contro i poveri Indiani , ai quali comanda , che lascino le loro Case , le loro Chiese , e finalmente quanto hanno , e Iddio loro ha dato ? Gli giorni passati credevamo , che voi altri venivate da parte del nostro buon Re , e così abbiamo adoperata la cautela per quello , che dovevamo fare . Non vogliamo andare, dove voi altri siete , perché non ci fidiamo di voi altri : E ciò è proceduto dail’ avere disprezzate voi altri le nostre ragioni . Non vogliamo dare queste Terre , ancorché abbiate detto , che ve le vogliamo dare. Se però vorranno parlare con noi , vengano cinque Castigliani , a’ quali non farà niente il Padre , che sta con gl’ indiani, e sàia loro Lingua , ed esso servirà d’Interprete, e tutto si farà così , perché in questa maniera le cose riusciranno come Dio, comanda . Perocché aitameli- 4Z menti anseranno come, il Diavolo vorrà. E no» vogliamo camminare , e vivere per dove voi altri volete , che camminiamo , e viviamo . Noi mai calpestiamo le vostre Terre per ammazzarvi, ed impoverirvi , come fanno gì’ infedeli , e voi lo pratticate adesso , e venite ad impoverirci , come se non sapeste ciocché Iddio comanda, e ciocché il nostro buon Re ha ordinato in riguardo a noi altri » Il restante provano gli altri documenti , che fognano in appresso , Numero secondo . Copia della Lettera , che il Popolo d’O- vantes , ovvero il Curato del Paese di San Francesco Saverio scrisse in data de ’ 5. Febbraro dell’ anno 17 ^6. -al chiamato Governatore , che conduceva la gente dell’ ificsfò ■ Paese nelì Esercito della Ribellione , scritta in Lingua Guarani , e dalla medesima fedelmente tradotta nella Lingua Portoghese . C ' 1 Overnatore Giuseppe Tiarayu ; Dio Nostro J Signore , e la Santissima Vergine Immacolata j ed il nostro Padre S. Michele vi servano di compagnia , ed a tutti i Soldati abitatori di questo Popolo . li nostro Padre Curato ricevè la vostra Lettera il giorno A. di Febbraio , que- 44 , quella stanza di S. Saverio , e resta informalo del bene stare di tutti voi altri . Il Padre tutti gli giorni celebra qui la Messa dinanzi alla Santissima Immagine di Nostra Signora di Loreto , acciocché interceda per voi altri , e vi faccia rits- i le ire bene in tutto , e vi liberi da ogni male ; ! ed ancora prega Iddio Padre Eterno , e buono . Il buon Padre Tedeù , ed il buon Padre Michele fanno ancora il medesimo . Celebrano tutti li giorni la Messa , e 1' applicano per voi altri , e tutti i Padri degli altri Popoli, come loro Pigli i pregano continuamente, acciocché Iddio vi conceda una buona riuscita . Per amor di Dio vi domando ; che siate uniti quei del Popolo , e che abbiate parimente costanza ne’ pericoli , e pazienza per quello , che potete sperimentare . Invocate spesso il dolce nome di Maria Santissima, del Nostro Padre S- Michele^ di S. Giuseppe, chiedendo ad essi, che vi prestino ajuto nelle vostre imprese , e vi illuminino In esse , e vi liberino da ogni male , e pericolo. Se così lo farete, a Dio niente costa l’ajutarvi , e 3a Vergine Santìssima , e tutti gli Angeli della Corte Celeste faranno vostri Compagni . Desideriamo sapere da quale Popolo distante dal nostro s’incammina la gente verso di voi altri; e così lo avvifarete . Ignoriamo ancora , quale sia il Governatore , che viene con gli Spagnuoli , e se sia quello di BUENOS A YRES , o quello di MONTEVIDIO , ovvero ambedue insieme. E parimente quale strada facciano le Carette de’ Castigliani , e se queste siano giunte a Sant’ Antonio, e per quale via vengono i Portoghesi , e se siano Incorporiti con li Castigliani . Ragguagliateci di tut- 4Z lutto . Se i suddetti vi manderanno qualche lettera , speditela subito al P. Curato. Per amor di Dio vi preghiamo , che no» vi lasciate ingannare da codeste genti, che vi portano odio . Se per sorte scriverete ad essi alcuna lettera, manifestate loro il gran dispiacere, che provate per la loro venuta, e fate loro conolcere la poca paura, che ne avete , e la moltitudine dì noi altri , e che quantunque questa moltitudine non fosse tanto grande , niente di meno non ne avertessimo paura, perché abbiamo nella nostra Compagnia la SS, Vergine , e li nostri Santi Difensori . Se coglierete alcuno , dimandategli bene tutto quello, che fa al caso . Quel soggetto , che mi chiedeste per Ar- tigliero arriva per 1’ appunto adesso dal. Popolo , e prontamente ve lo manderò . Ora vi mando una Bandiera con il ritratto di nostra Signora . Nel nostro Popolo non vi è alcuna novità da parteciparvi , Abbiate gran fiducia nelle Orazioni di tutti quei del Popolo , ed in particolare delle creature innocenti, perché tutti s’ impiegano in raccomandarvi a Dio . Il nostro Padre Curato vi manda molti saluti , e ricordi a tutti , e vi raccomanda, che preghiate molto spesso la SS. Vergine Maria, ed il nostro Padre S. Michele : ed ancora dice , che se vi manca qualche cosa, scriviate immediatamente al Padre Curato, e che tutti gli giorni mandiate il ragguaglio dì tutte le novità , che occorreranno , e questo senza mancamento . Tutti gli Popoli desiderano di sapere a momenti li vostri avvenimenti . Il nostro Padre, il P. Tedeù, ed il buon Padre Michele , mandano molti saluti a tutti , ricevete anche i medesimi saluti dì tutti noi , cioè tanto di quelli , che facciamo la residenza in 8. Saverio , quanto degli altri , eh®. siamo nel Popolo . Iddio Signor nostro , la Vergine Santissima , ed il nostro Padre 8. Michele siano li vostri compagni . Amen. Da questo Popolo di S. Saverio li 5. Febbr. dell' anno 175& — Maggiordomo — Valentino Barrigna . Numero terzo . Copia della Lettera sediziosa , ed- in *• gannevole , che fi finse essere fiata scritta dai Caziquez , cioè , i Signori de ' Paesi ribelli al Governatore di Buenosàyres , essendo per altro una cosa inveristmile , che fi mandasse al detto Governatore , e che più naturale cosai è 5 che fi eomponesè sotto quel pretesto per cautelarsi tra gV Indiani a fine di fargli scrivere gì’ inganni , che in essa fi contengono : scritta nella lìngua Guarani , e da essa fedelmente trasportata nella Porto-' ghese . S ignor Governatore questo nostro Scritto mandiamo alle vostre mani,acciocché finalmente ci’ diciate quello, che ci ha da succedere , e solamente acciocché determiniate bene, ciò , che dovete fare. Vedeste già come Tanno passato-venne in * in e inqi dalli lont mari noi te ! la : Pari lo di nodi lord i mori * Fern perei la v diate . que si q Corri |te fr îRe 1 Igieni %i bc che Avo! .imor umil biam prese crede che c Re ? afeo! Are 5 so ri i I , in questa nostra Terra il Padre Commissario ad î inquietarci per farci uscire da’ nostri Popoli , e ' dalie nostre Terre con dire , che questa era la vo- ■; lontà del nostro Re ; ed oltre questo voi ancor ci mandaste una lettera molto rigorosa , affinchè da noi si distruggessero con fuoco tutti li Popoli , tutte le Case , e la nostra Chiesa , eh’ è tanto bel- i la : soggiungendo , che ci averetìe ammazzati . . ' Parimente dite nella vostra, lettera , ( e perciò lo domandiamo 1 che questa è anche la volontà dei nostro Re . E se fosse questa la sua volontà , e lordinasse così , tutti noi altri per amor di Dio morirelTumo dinnanzi al Santissimo Sagramento . Fermatevi, non toccate la Chiesi , che è di Dio , perché anche {'Infedeli- Io fanno così : E come I la volontà del nostro Re puoi essere , che p.ren- ! - diate , e roviniate tutto quelloche è nodro ? E* {.questo il voler di Dio , e conforme ai suoi Santi ^Comandamenti ? Questo che abbiamo, è solanoen- ; ite frutto della nostra fatica personale , nè il nostro Re ci ha data veruna cosa ; e poi per qual ra~ jjgione tutti li Spagnuoli ci abboniscono tant» per ]il bene , che godiamo ? Il nostro Re sà benissimo, che Iddio ci diede queste Terre , ed a’ nostri Avoli , e perciò solamente le possediamo per l’a- mor di Dio . Il Padre Rocco Gonzalues li è già umiliato . Tutti noi altri dai tempi passati ab-, biamo sempre ubbidito ai Re di Spagna sino al presente , ed essendo questo così, come dunque, crederemo ciocché dite , giacché noi giudichiamo, ; che questa mai non puoi essere la volontà del nostro Re ? E niente di meno ci umiliamo con questo ai ascoltare {'ultima volontà del nostro Re . Le nostre Scritture già sono andate nella Corte dove esso risiede, acciocché veda la venta. Poco tempo è 31Î- die abbiamo ricevute le sue irruzioni . Se però erano certe , non ti rassomigliavano asta Lettera vostra. O buon desiderio del nodro' buon Re. Sappiamo benissimo quello, che ha da fare , quando vedrà là i nodri Scritti, e sapendo il nodro buon modo di procedere . Voi ancora avete già veduto le nottre Scritture , nelle quali vi dicemmo tutta la pura verità .Qui non trovatele Terre per noi,non che per i nodri Sediami . Non siamo noi soli quelli de’ sette Popoli, ma bensì altri dodeci fono intenzionati di perdersi, quando vogliate levarci queste Terre . Mgnor Governatore, se non volete adire queste nostre ragioni, tutti noi altri ci mettiamo nelle mani di Dio, perche esso è , che fa tutte le cose ; esso è quello, che sà i nostri errori ; al nostro Re in nessuna colà abbiamo mancato , e perciò abbiamo fiducia m elio ; per questo medesimo motivo abbiamo da mandare le nostre Lettere a tutti li Paesi , acciocché ancora gl 1 Infedeli restino informati di questa nostra misera vita , e si spaventino di questi vostri fatti. Ancora si manda al nostro Re , acciocché sappia il Padre Papa questo nostro modo di vivere , che non vi è chi lo veda . In voi altri non vi è più fifucia . Questo è il più certo avanti a Dio, che è quello , che tutto sà, e tutto vede. Esso vi dia vita , ed a noi ancora , acciocché - vi ricordiate bene di noi. Agli ai. del mese di Viaggio dell' anno 1742 arrivò una Lettera del nostro buon Dio , e Signore ; ali’ improvviso si preparò una piccola Lancia , o sia Schissb , mstto risplendente il cui grande albero era d’ Argento , ed allorché approdò sulla sponda del Fiume pose nella punta una Scrittura , e mentre si portava in rem ferma , fu sparata uà’ arthibuggiau , e si voi- 49 voìtò verso di noi correndo , e tornando questa imbarcazione indietro , come se andasse volando, la perderono di vista subitamente i circostanti » Questo è quello , che è certo , e seguì , allorché era Governatore Don Domenico Ortei de Ro- xas . Ancora su inteso, che partì una imh'reazione , che portava per il Re quattromila Patacas , cioè pezze d’Argento , che li diedero a titolo di elemosina . Così dice chi io sà , che è il P- Pietro Amai nella sua Lettera. Nel mese di Settembre deli’ anno 1752. arrivò il Padre Commissario chiamato Luigi Altamirano da Buenosayres al Popolo di S. Tommaso, dove trattenendosi inquietò i Popoli, acciocché si mutassero , e questo non ebbe effetto, che però se ne ritornò solo a Buenosayres, e dopo essere giunto colà mandò altra volta il Padre Alfonso Fernandez , il Padre Rocco Ballester , ed il Padre Agostino . Questo Padre nuovamente arrivò a S. Tommaso fanno 1753. a’ 13. del mese d’Aga- sto . Tentò di entrare in questi Popoli, e glielo impedirono i Soldati, e non lo lasciarono inoltrare pisi avanti. Onde se ne andò solo al Popolo della Candelaia . Dippoi pretese di venire al Popolo della Concezione un giorno di Festa, che vi si celebrava la Messa , e li Soldati di nuovo fimpe- direno , e lo mandarono indietro altra volta . Dopo questo mandò alle mani del Padre Romano di Toledo Curato di Santa Maria Maggiore una Lettera molto cattiva , e la consegnò ad un Capitano chiamato Luigi Etuairahi,e la passò alle mani di quei di S. Niccolò, e poi la diede in proprie mani ai Padre Carlo , ed al Padre Simone Santa il dì 7. di Settembre . Quella cattiva Scrittura trattava dell’ espulsione de’ Padri . Si portarono perà trenta Soldati di S. Luigi nel Popolo di S. Niccoli lò. 5 ® lò, ed sili 8. di Settembre, per fine di tutto nella Chiesa alia presenza di tutti ' presero Se dette Scritture dalle mani del Padre Carlo, e Se abbracciarono nella Piazza > Questo è ciò, ciré fecero quelli di S. Luigi . Questo è il modo con cui volsero impedire la Mesta del buon Padre . Vollero fare in pezzi il Tabernacolo , e glielo impedirono . Per questo non entrano in questi Popoli , e chi volle far questo fu il Reggitore chiamato Michele Javatt . Mastro di Campo Michele Ckeppa — Segretari® Etmenegildo (Sgruppi — Li Cazìcchi . e D. Giovanni Cumandyu — Giuliano Cobuca Questo è quanto è stato fatto — Servitore Cugino, e Yba* vera di S. Michele .. Numero quarto. Copia della Convenzione ftisolata trà Gomez Freire di Andrade , eli Cazichì per la sospensione delle Armi . A DÌ 14. del mese di Novembre dell’anno 1754» Un questo Campo del Fiume Jacqui', dove sta accampato si Ilu stri stimo, ed Eccellenti^. Signor Gomez Freire di Andrade Governatore, e Capitano Generale del Capitanato del Fiume di Ciancico , e delle miniere generali con le Truppe di S. M. Fedelissima per ausiliare quello di S. M. Cattolica , ad effetto di evacuare i sette Popoli delia Sponda Orientale dell’ Uraguai , che si cedono no alla nostra Corona in vigore del Trattato dei Confini delle conquiste . Alla presenza del suddetto Eccellentiss. Signor Generale comparirono D. Francesco Antonio Carico del Popolo di S. Angelo , D. Cristoforo Acatii , e D. Bartolommeo Canditi , Cazichi del Popolo di S. Luigi , e D. Francesco Guaco Governatore ultimo di detto Popolo di S. Luigi , i quali dissero al detto Sig. Eccellentissimo, che gli permettesse di ritirarsi ne’ loro Popoli in pace senza far loro danno,nemmeno inseguirli, né farli prigionieri insieme con le loro Moglj, e Figliuoli , poiché non volevano essi la Guerra con ì Portoghesi . Ed avendo loro rispostoli detto Sig. Generale, e gli altri Ufficiali sottoscritti, eh’essi erano in questo Esercito m virtù deli? ordine del loro Sovrano , e stavano aspettando , che la Cavalleria, e Convoglio deli 1 Esercito , di cui è Generale il Signor D. Giuseppe di Andonaigue , fosse in istato di proseguire il viaggio , che per mancanza di viveri era stato astretto di sospendere , anzi -retrocedere , e che quando avessero avuto Lordine del suddetto Signor Generale Comandante , eh 1 era di tutto, si sarebbono avvanzati , perlocchè non risolvevano di ritirarsi , ma piuttosto fortificarsi nel passaggio dove stavano . Ciò inteso da’ suddetti Carichi , e dagli altri Indiani , che ivi erano presenti , chiedettero per l’amor di Dio, che avesse loro accordato qualche tempo per il loro ricorso , poiché stavano aspettando, che S. M. Cattolica meglio informata del loro miserabile stato, evita impiegasse la sua Regia pietà con applicarvi tale rimedio, che servisse di sollievo alla loro miseria, e che in caso, che S, M. Cattolica, ed il suo Generale non esaudissero le loro preghiere, o si met- leffexo altra volta iq viaggio , tenevano per colà E> 2 - ter- eerta , che i Portoghesi gl’ inseguivano in adempimento degli Ordini Regj dei loro Soprano E ciò inteso dal suddetto Signor Generale , rispose, che non determinava di perdere nè anche un passo del Terreno , in cui si trovava il suo Esercito , ma che volendo trattarii con quella pietà, che imploravano , permetteva loro a titolo di tregua il tempo , che « interponesse insino a tanto , che i’Eser- cito di S. M. Cattolica di nuovo marciasse alla Campagna , essendo però con le clausole seguenti : Che si sarebbero subito ritirati li Carichi con gli Ufficiali, e Soldati ne’ loro Popoli , e l’Eser* cito senza far loro alcun danno, e senza commettere alcuna ostilità tragittarebbe il Fiume Pardo, mantenendosi soltanto sì l’una , che l’altra parte in una perfetta pace , sino alla determinazione dei due Sovrani Fedelissimo , e Cattolico , ovvero insino a tanto , che l’Esercito Spagnuolo fosse uscito in Campagna , perché quando uscirà l’Eser- cito Portoghese , necessariamente deve dar esecuzione agli ordini del Generale di Buenosayres , ed acciocché non si ecciti alcun dubbio, si dichiara , che la divisione interna del Fiume di Via- mum deve intendersi cioè per il Guayba in su fin dove riceve nel suo seno il Jacui , che è que lo, dove ci troviamo accampati , inseguendolo fino al luogo del suo nascimento per il braccio , che scorre dalla parte di Suduesle . In quel Territorio , che in questa divisione di Fiumi resta verso la parte del Nord non entrerà Bestiame , nè Indiano alcuno , e se sarà trovato dentro si potrà prendere il Bestiame come cosa perduta , e castigate gl’Indiani, che vi si fossero trovati e dalla parte del Sur non passerà verun Portoghese , ed (essendo ritrovato alcun sarà punito da’ Cazìehi , e da e da altri Giudici de’ indetti Popoli nella stessa forma , eccettuati però quelli , che fodero mandati con Lettere dall’ una , e 1 altra parte , perché questi faranno trattati con tutt* fedeltà e dopa di aver promesso l’esecuzione di tutto il suddetto , tanto il detto Eccellentissimo Signor Generale dal canto suo , quanto gli accennati Cazichi dal canto loro firmarono tutti , e lo giurarono, toccando con le loro mani destre li Santi Evangeli , eh’ erano presso il Reverendo Padre Tommaso Clarque , ed io Emanuele di Sylva Neves , Secretano della spedizione lo scrissi . Gomez Freire di Andrade . Don Martino Giuseppe di Echaure Don Michelangelo dì Nasco . Francesco Antonio Lardoso di Meneses , e Soaza » Tommaso Luigi Osorio . Don Cristoforo Acato . Bartolommeo Canditi . Francesco Antonio . Fabiano Naguact'i . Giacomo Pìndo . D De- 54 Deduzione abbreviata negli ultimi Fatti , e Pre- eedure de Religiosi Gesuiti di Portogallo , e degli intrichi macchinati da essi nella Corte di Lisbona : Scritta da un Mini- jlro ben informato dell' iflejfa ad un fu» Amico residente in quella di Madrid . MIO AMICO , E SIG. STIMATISSIMO". P Er informare V. S. con quella distinzione, eli e sarebbe necessaria per darle la chiara idea , che mi dimandò, di quello, che in questa Corte , e contro la medesima è stato macchinato dalla fertile immaginazione de’ Padri Gesuiti, era necessario scrivere molto piò di quel, che capirebbe in un grandissimo Volume . Pertanto non permettendomi il tempo di allungarmi molto , nè le occupazioni di V. S. permettendo , che l’obbligi a così grande applicazione , mi ristringerò a dire ciò , che basti , per farle vedere , mediante una breve deduzione di Fatti non equivoci , ciò , che possa l’a vari zia negli Uomini , e ciò , che questa ha potuto operare nello spirito di questi Religiosi, i quali destinò il loro Santo Patriarca , ed ancora il Santo Istituto loro , per istruirci , e per edificarci colle loro Dottrine , e coi loro esempi , in vece di e moire di tanti disordini , ed imbrogli l’America, e r Europa, e di recare orrore ai loro abitatori con tanti , e mai veduti scandali . I disordini , e ZI' insulti, che i detti Religiosi Ge- (Gesuiti hanno accumulati nei Maranhaon fin dal principio del felice Regno di Sua Maestà , col fine cattivo di rendere impossibile f esecuzione del Trattato dei limiti delle Conquiste: e le sollevazioni , che ancora fecero, ed intentarono con 10 stesso oggetto nei luoghi del Paraguai , e Oragli ai , e dentro di questo Regno , e fin dentro 11 medesimo Palazzo j essendo motivi urgentissimi ai detto Sovrano per fare verso 1 suddetti Religiosi le ultime dimostrazioni del suo giusto , e Regio potere , del quale i Sovrani non costumano , nè devono prevalersi , se non contro gii Ecclesiastici rei di sedizioni, e di ribellioni , meno gravi ancora , § meno perniciose di quelle , che hanno essi machinat® nel Nord , e nel Sud del Brasile , e dentro del Continente del Regno , # della Corte r ed essendo a questo riguarda di poca significazione , e non tanto rilevanti , e rigorose le procedure , con cui la moderazione del Re nostro Signore si andò ristringendo a quello , che gli parve , farebbe stato sufficiente per contenere , e reprimere il pervertito governo interiore dei predetti Padri , di modo che restasse di- simbarazzato dalla loro tenace opposizione il compimento dell’ accennato Trattato dei limiti T e la Corte , ed i Vassalli di Sua Maestà in piena tranquillità : Produsse quella piissima moderazione così contrarj effetti a quello , che staila medesima doveva sperarsi , come sono i seguenti . Da che conobbero, eh’ era impossibile piegare l’inflessibile costanza del Re nostro Signore , e del suo Ministero , per invalidare l’efeeuzione del suddetto Trattato , ed in questa guisa cotrser- D 4 varfi varfi nel possesso dell 5 Impero , cfie avevano nei' centro de’ Domini Oltramarini delle due Monarchie : E da che videro passare Gomez Freiré di Andrada con un Esercito al Fiume della Piata , e Francesco Saverio di Mendozža assistito da tre Reggimenti di nuovo formati nel Para; Perdendo il giudicio i medesimi Religiosi , princi- piarono a macchinare ( in ordine al detto cattivo fine ) gli esecrandi mezzi di rendere odioso , e ci infamare il felicissimo governo del Re nostro Signore , ed il fedele servizio de* Ministri di Sua Maestà , in quei modi , che hanno praticati in molte altre Corti in simili casi , commettendo eccessi , che ci hanno empito di orrore , e di spavento. Da una parte chiamando a se le persone , che intendevano essere malcontente del Governo, perché il Re nostro Signore non se ne serviva, o perché non dava loro quei Dispacci , che non avevano meritato, sparsero in voce , ed in iscritto, le più false , ed inaudite imposture , bestemmiando contro la stessa Maestà, e calunniarono , ed oicu- ramno i maravigliosi trattati della Paterna Provvidenza del Re nostro Signore , con cui ha beneficato tanto i suoi di voti Vassalli , che iì giorno in giorno , ed ogni volta più , non solamente venerano , ma eziandio adorano i prosperi eventi del suo imcamparabilc , e faustissimo governo . Da 11* altra parte tentarono col favore di questi Macchiavellici inganni allontanare questa Corte dalla buona intelligenza di cotesta , ed imbrogliarle ambedue tra loro , non solamente con imposture offensive delle Persone del loro Maestà , ma 57 Stia ancóra con altre finzioni di danni ftell’ esecuzione di detto Trattato , suggerendo in Lisbona , che Portogallo era l’ingannato , ed in Madrid che quello era quello , che ingannava la Spagna . Da altra parte , allorché videro fondata lâ Compagnia del Para, e che perciò era loro cessato il grosso Commercio , che facevano in quello Stato , si presero la esorbitante temerità di tentare di muovere una sedizione contro di essa dentro della medesima Corte di Sua Maestà ; come in fatti sarebbe seguita , se lo stesso Sovrano subito senz’ altro indugio non avesse esterminato il P. Baliester , che predicò il primo Sermone insolentissimo per commuovere il Popolo contro la detta Compagnia del Para , dicendo dal Pulpito, „ che chi entrasse in detta Compagna non en- trerebhe in quella di Cristo nostro Signore ed il Padre Benedetto di Fonseca , il quale da se , e per mezzo di altri della sua Professione , andava seminando le stesse suggestioni per le Case dei Ministri , e de’ Particolari , dove si accorgeva » della mala intenzione , o dell' ignoranza , di cui potesse abusare : facendo Sua Maestà nel medesimo tempo carcerare , ed esterminare gli Uomini negozianti del Banco chiamato del bene comune , i quali a suggestione di detti Padri andarono ( eoa più ignoranza , che malizia ) a presentare alla Maestà Sua neh’ udienza una Scrittura ordinata ali’ istesso fine della sedizione : sopprimendo ancora per tal cagione Sua Maestà subito il suddetto Banco del Bene Comune , e disarmando con altri prudenti , ed adequati mezzi , gl’ imbrogli ancora più esecrassi li, che con riflesso intensi» to avevano anche macchinati con alcuni stranieri poco cauti dentro della medesima Corte . Da altra parte, porgendo ai detti Religiosi la calamità del Terremoto un nuovo , e funestissimo Teatro , per far compane in elio le Scritture , che meglio loro servivano per lì proprj cattivi fini , non inventò la malizia fecondissima di Mac- cbiavelio Politica diabolica , che non si adoperasse da essi , ora fingendo profezie , e minacciando sovversioni diluvj di fuochi sotterranei, delle acque del Mare : ora facendo empire da se, e per mezzo dei loro seguaci , le pubbliche Gazzette di Europa di nuovi infortuni , estreme miserie , e spaventevoli orrori , che mai erano seguiti r Simulando inoltre pubblici peccati , « scandali falsamente supposti nel tempo della più regolata , ed esemplare riforma della Corte , e del Regno , che mai vide Portogallo dalla prima epoca della sua fondazione sino a* nostri giorni . Oltrepassando ali’ incredibile , e mai aspettato , nè veduto ardimento di formare scritti sediziosi, e pieni delle accennate falsità , e dì farli anche sacrilegamente arrivare al Regio cospetto della Maestà Sua , ad oggetto di costernare quel suo grande animo, la di cui serenità iddio aveva creata inflessibile, e superiore a tutte quelle maligne impressioni per nostra incomparabile felicità . Aggiungendo a quella temerario disordine altro ancor più ardito di abularsi di quella divozione , che sempre influirono nella Religiosissima pietà Regia gli Abiti de' Cappuccini , per introdurre- nel Palazzo 1 due Padri Barboni , che negli anni antecedenti avevano albergato nella Casa Professa di San Rocco , e che per assicurarli meglio sotto là loro ubbidienza , gli avevano introdotti nell’ Ospizio di Sant’ Apolonia , quando ne mandarono via i Genovesi. Prevalendosi ancora de’ medesimi Cappuccini , come d’istromentì, non solo per incutere i suddetti timori ; ma per introdurvi le altre perniciosissime suggestioni , delle quali così vigorosamente trionfò il penetrantissimo , e perspicacissimo discernimento di Sua Maestà : E finalmente riservando a se stessi gli accennati Padri ( Raccordo con li due Cappuccini ) la conferma di quante imposture avevano essi avvanzate , non solamente dentro del Palazzo , ma nei Santuari più reconditi, e Sacri di esso , di maniera tale , che se la comprensione , e costanza di detto Sovrano potessero essere vincibili , non solamente aiterebbe il Regno patito le maggiori rovine , ma tra queste si sarebbe veduto il fine della Regia, e Suprema autorità, procedendo da quella confusione incontestabile il premeditato Impero Gesuitico Dalf altra parte poi , dopo essere stati disfatti quegli imbrogli, e castigati gli Autori di essi : pubblicandosi la Compagnia dell’ Agricoltura delle Vigne dell’ Alto Duero , si commosse nella Cit-- tà di Porto , come la seconda del Regno, la sedizione , che si era disarmata nella Corte di Lisbona . Travagliando in quella Città i predetti Padri per rendere odioso il Re nostro Signore , ed il suo felice Governo , e fedele Ministero appresso quei Vassalli , mediante la ripetizione di tutte le imputazioni , ed imposture , che spargevano nel Regno , e fuori di esso; facendo insinuare alla credulità dei piccoli, e pusillanimi finsi Me falsità , che i Vini della detta Compagnia non erano capaci per celebrare il Sacrificio dell* Messa éo Messa ; estraendo dal loro Archivio per passare al conoscimento dei mal’ intenzionari , e peggio istruiti , la Relazione del tumulto , eh’ era seguito nell’ accennata Città sanno 1061. colle voci sparse , che avendolo principiato ì ragazzi, e le Donne , era rimasto , come rimase , impunito . Animando con le suddette suggestioni alcuni altri Ecclesiastici , nella cui leggerezza trovarono della capacità per imprimerle : arrivando à fare , che nella detta Città di Porto si dichiarasse Torri do tumulto dei ventitré di Febbraio dell’ anno prossimo passato , nei quale puntualmente si vide una copia simile a quello , che avvenne- nell' altro tumulto dell' anno ióói. senza la minima differenza : e finalmente obbligando la Regia Clemenza del medesimo Sovrano ali’ estremo dispiacere di punire gli abitatori di quella Città , benché con maggior dolcezza , e moderazione di quella , che gli poteva permettere Tindispensabile necessità di non lasciare impunito un così pernicioso esempio , e di dare allo scandalo de’suoi fedeli Vassalli quella soddisfazione , che di fui natura richiedeva un’ insulto tanto insolito tra di loro . Dall’ altra parte , non essendovi veruna cosa , che fosse bastevole per disingannare , e contenere ii temerario orgoglio dei succennatì Padri ; quando dovevano naturalmente affliggersi, e confondersi, e pentirsi , massime allorché videro quella disgraziata Città oppressa dalle Truppe , ed i suoi abitanti gemendo tra ferri , e ceppidi cui era cagione la malizia , con cui essi Religiosi avevano in tante maniere cooperato a quella necessaria calamità , si portarono in così differente 6t anodo , come costò poi dai fatti , che non possono negarsi . In queste scabrosissime , ed urgentissime circostante , ii Re nostro Signore prese la necessaria risoluzione dì ordinare , che uscissero fuori del Palazzo i Confessori , per disarmare così ancora i detti Religiosi della forza, che davano loro i Confessionali delle Loro Maestà , e della Reale famiglia , per calpestare > Ministri , ed i Cittadini, con il timore , che loro incutevano, mediante la gran possanza , e l’apparente autorità, che ostentavano agli occhj del Mondo , e con gli perniciosi effetti di non eseguirsi per lo spazio di molti î-nm alcuno degli Ordini Regi , dal quale ne potesse ai medesimi Religiosi risultare il menomo dispiacere . E ciò , che da questo modo di procedere risultò, con tutto che fosse tanto moderato in riguardo ai motivi, che lo resero necessario,fu che gl’istessi Rslse gioii ritornarono di nuovo a macchinare nuove imposture , e divulgare , e spargere nuove suggestioni tutto false , che fossero : " Che le loro ,, procedure nel Maranhaon , ed in Uraguai, era- „ no state giuste , e ben regolate : eh’ essi Reli- ,, gì osi erano perseguitati , perché mantenevano „ in questo Regno la Fede, volendosi abolire in ,, esso il Ministero del S, Ufficio, ( del quale , „ tutto il Mondo sà , che i detti Padri fono i „ piò dichiarati Nimici a motivo di non poter ,, essi governare quel Tribunale ) : che il Re „ nostro Signore voleva stabilire in Portogallo la ,, libertà di coscienza in favore delie Nazioni Pro- ,, testanti : che si tentava di maritare la Princi- 6z } , pessa nostra Signora con un Principe di quella „ professione : che il Tumulto di Porto era stato ,, giusto , e non significava niente a causa , che ,, solamente n’ erano stati gli Autori le Donne , „ ed i Ragazzi : e che finalmente il castigo , „ che si diede a quei sollevati , era stato ingiu- „ sto ec. Udendo dunque la Maestà S«a , che si au- dentavano tutti questi nuovi motivi , per rendere Indispensabile la necessità ài liberare i suoi Vassalli da cotanto perniciose , e sacrileghe calunnie , per via del mezzo adequato di smascherare i predetti Religiosi , facend* vedere chiaramente al Pubblico quella parte delle giustissime cagioni delle sue procedure , che la decenza poteva permettere , che non si occultasse a gii occhi del Mondo ; Diede ordine , che si stampassero , e pubbli— caldere i due Manifesti, alcune copie de’ quali riceverà V. S. insieme con questo Scritto per miglior sua informazione . ,, Uno di detti Manifesti contiene un sempli- ,, ce estratto delle Lettere di Gomes Prette di An- „ drada , Francesco Saverio di Mendoza , e del „ Vescovo del Farà , steso con uno stile assai con- ,, ci so , e con eguale modestia , e ricavato dagli „ Originali autentici esistenti nella Segretaria di 3 , Stato / e contiene solamente i Fatti pubblici „ 3 , e notorj , di cui sono stati , e sono informati, j,, e consapevoli tutti gli Abitatori del Brasile , e Sì tutti quei di questo Regno , che hanno corri» 3 , spondenze in quello Stato .. „ L’ altro Manifesto contiene la Copia della 3, sentenza originale , che si pronunciò in Por- ,, to sopra un processo di quattromila carte , nel 33 quale sarebbe una grande , ed enorme figura • il 6Z ,, il Governo de’ suddetti Religiosi in questo ,, Regno , se la somma pietà di Sua Maestà ,, non avesse ordinato lin dal principio separarne ,, tutto quello , che fosse appartenente agli Ec- „ clesiastici. ,, Certa cosa è’, che i predetti due Manifesti, „ cogf incontrastabili fatti, «he si rapportano in essi, ,, fecero finalmente conoscere a tutto questo Re- „ gno le cabale, e malizie dei medesimi Religiosi, „ convincendo tutte le imposture', eh’ essi aveva- ,, no pubblicate . Pertanto è parimente cosa cey- „ ta , che dopo essere rimasti disingannati , che ,, non potevano burlare il Portogallo , nientedse „ meno travagliano adesso fuori di questo Re-- „ gno con maggior ansietà ne’ Paesi stranieri , „ non solamente per diffondere la peste delle me- ,, defime calunnie da loro macchinate , ma per 3, negare temerariamente , e fare , ,che mutino „ faccie le sedizioni , e gf insulti , che fecero „ nascere nel Paraguai , e nel Maranhaon ,• âven- „ do avuto fardi re di negare ciò , che notoria- 3, mente si è reso pubblico ,, ed è stato veduto, e „ si ; sta vedendo di presente da tre Eserciti, e da 3, tutto il Brasile ,ch’è fi stesso, che negare, che 3, in Europa vi siano le Città di Lisbonadi „ Madrid , e di Londra , in presenza di quelle „ persone , che finora non sono state in esse ed 3, è il medesimo angario, con cui negarono, e loro ,, riuscì di rendere incredibili nella Corte dt Ma- „ drid gf insulti della stessa natura con cui nelf ,, Asia oppressero f Arcivescovo di Manda , e nelf ,, America il Vescovo di Paraguai Don Bernardino „ de Cardenas, e quello della Puebla degli Angio- „ li Venerabile Don Giovanni di Palafox, e Men- .zz doza : siccome ancora rendere incredibile nella £ que Vestrum omnern operam atque conatu-n adhibeat , ne debitum in hoc tana eximia: ca- ritatis opere ostie una desideretur . Interea ad prosperi evenrus i accestii n Apo òheam bene- dictionem cum uberrima ca: eitiu n charisma- tuna copia coujustctana Vobis , Venerabile® Fra- Fratvcs , peramantcf impertimur . Da etra Roma apud Sanctam Mariam Majoretti iub Annulo Pifcatoris die io. Dicembris 1741. Pontificatus Nostri Anno Secundo . &. Cardinalis Passtonetts » Roma» 1742. Ex Typogiaphia Reverenda Camera; Apostolica; . UîyiTiponže 1 y^^.Juxta esemplar Roma im- pressura : Ed acciocché questa Bolla s CofUtuzione abbia la sua dovuta e plenaria osservanza ordiniamo pubblicarsi , e dopo pubblicata affiggersi nelle partì anteriori della nostra Cattedrale , ed altri luoghi soliti , proibendo sotto pena di Scomunica maggiore a Noi nservata , a chiunque di qualsioglia genere 0 qualità, che sta , d'ardire estrada ad detti luoghi , e lacerarla &c. Data nella Città di Belino del gran Para , sotto il nostro segnale § e sigillo delle nostre Armi , è passata per la Cancelleria ai 29.. di Maggio del 1752. Fr. M. Vescovo del Farà . Loco t Sigilli Jo Emmanuele Ferreira Leonardo . Segretario di Sua Eccellenza Pho scritta t lo 4 76 Io il Re Accio sapere a quei, che vedranno questo Dé- creto con forza, e vigore di legge , come avendo restituito agli Indiani del gran Para , e Maranhaon , la libertà delle loro persone, beni, e commercio , in virtù di una Legge sotto la medesima data del presente, la quale nè si potrebbe ridurre alla sua debita esecuzione , nè gì’ Indiasi averebbono la loro compita libertà, da cui dipendono i grandi beni spirituali, e politici, che costituiranno le cause finali della suddetta Legge, de nello stello tempo non si stabilisse per reggere i sopradetti Indiani una forma di governo temporale , eh’ essendo certa , ed invariabile, si accom- modasse ai loro costumi, in quanto fosse possibile ân ciò , eh’ è lecito , ed onesto ; perché così faranno più facilmente tirati , ed indotti a ricevere k Fede , e sottomettersi al grembo della Chieda .• riflettendo pertanto al sopra riferit o , e che essendo proibito dal Diritto Canonico a tutti gli Ecclesiastici come Ministri di Dio , e della sua Chiesa , d’ingerirsi nel Governo secolare , che come tale è affatto alieno dagli obblighi del Sacerdozio ; e che comprendendo questa proibizione maggiormente , e con più premura , i Parochì delle Missioni di tutti gli Ordini Religiosi , e contenendosi vieppiù in essa l’imlyzione , sì contro i Religiosi della Compagnia di Gesù , che in vigore del voto sono incapaci di esercitare nel foro esteriore anche la stessa giurisdizione Ecclesiastica ; come ancora contra i Religiosi' Cappuccini , Ja cui umiltà indispensabile si rende incompatibile con . 77 . con ì’imperio della giurisdizione civile , e criminale , nè Iddio potrebbe restar ben servito,, se le pr,-dette proibizioni espresse ne’ Sacri Canoni , e nelle Colhtuzioni Apostoliche , di cui sono Protettore ne’ miei Regni , e Domin) , per mantenerne l’osservanza, non avessero pin li loro effetto ; d^po aver considerato tutto il sopraddetto, e che quello Stato non ha potuto finora , nè mar potrebbe , anche naturalmente , godere la prosperità tra una così iìrana , ei impratticahile confu^ sione di giurisdizioni cotanto diverse, quanto sono la spirituale , e la temporale , provenendo da rutto, questo la mancanza dell’amministrazione della giustizia , senza la quale non vi è Popolo , che possa sussistere : Mi è piaciuto , premesso il parere di alcune persone del mio Consiglio , e Ai altri Ministri dotti , e zelanti del servizio di Dio, e mio, che ho intesi sopra questa materia, dt derogare , e cassare il primo Capitolo del Reggimento , o sia Forma di governo stabilito per quello Stato a’ 21. di Dicembre dell’ anno 1686. , e tutti gli altri Capitoli , Leggi, Risoluzioni , ei Ordini , di qualunque sorte siano , che 0 direttamente o indirettamente fossero contrarie alle so- prariferite disposizioni Canoniche, e Costituzioni Apostoliche , e che contro il disposto , ed ordinato in questo Decreto permettessero a’ Missionari d’ingerirsi nel governo temporale , del qual- sono incapaci : Abolendo, e annullando le suddite Leggi , Risoluzioni , ed Ordini , e tenendo per derogate , e di niun’ effetto , come se di tutte , e di ciascuna di essa si facesse qui speciale meno zinne, non ostante l’Ordinazione in contrario del libro 2. titolo 44. Ritrovando, acciocché abbia le sua piena, ed inviolabile osservanza , ia Legge _ sta- 78 , bili ta sopra questo astimto al!i ir. di Settembre deli’ anno i 66 z. in quanto ordina ciò , che siegae. Io il Rè. F accio sapere a quei , che vedranno quesiti mia Risoluzione in fórma dì Legge , qualmente per essersi / uscitati molti dubj tra gli Abitatori di Màranhaon , ed i Religiosi della Compagnia , sopra la forma , e modo , con cui amminislravario , e reggevano gl % indiani di quello Stato , in ordine alla provinone , che f u spedita in favor loro P anno 1^55* da’ quali dubj ne risultarono i tumulti , ed eccessi passati , provenienti tutti dalle grandi vessazioni , che pativano , perche non fi pratticava la legge , che fi era promulgata Panno 16< ?. /« grado tale , che arrivarono poi ad essere cacciati li detti Religiosi dalle loro Chiese , e Missioni , esercizio, delle quali è molto conveniente , che di nuovo stano ammessi , mercecche, non vi è causa 9 che obblighi a privarli di effe ; Ws/rr yo»o i motivi , affinchè il loro santo zelo fa ivi necessario : £■ defìderando io d'impedir e così gravi inconvenienti , ? Passalit -godano tutta la pace , s quiete , che è di dovere : â /limato bene di dichiarare , che tanto i ditti Rsligtof della Compagnia , quanto auel- I 79 ! quelli di qualunque altra Religione , non abbiam veruna giurisdizione temporale sopra il Governo degl' Indiani , e che, tengano la spì- j rituale ancora gli altri Religiosi , che assisto - no , e fanno la loro residenza in quello {iato* essendo una casa ben grafia , che tutti siano Operarj della vigna del signore ; e $ke il Prelato ordinario , siccome quelli delle Religioni , possano sceglici e i Religiosi d'e(sè i che pare)a loro essere p^à abili , e capaci , per addossargli le Parrocchie , e la cura delle anime delle Genti di quei luoghi ; i quali pt's ne potranno esser rimossi , e levati ogni qual volta si stimasse conveniente , e che nessu -.u Religione possa tenere Caselli , o Terre di' In - ' dtanì. a titolo di amministrazione , ì quali nel temporale potranno essere governati da' loro Principali , che vi fissero in ciajcunq de' Paesi. E se mai vi saranno querele de' medesimi cagionate dagì' istessi Indiani , potranno far ricorso a* miei Governatori , Mìmsìr’t , e Giudici di quello Stato conforme lo fanno gli altri pasfalli del medesimo 9 La quale disposizione mi piace di rinnovare, e restituire alla sua piena , ed inviolabile ostervan- za nella forma suddetta . Ordinando , che nelle Ville siano preferiti per Giudici Ordinar; , Ministri , ed Officiali di Giustizia , gì’ Indiani oriundi delle medesime , e de’ loro rispettivi distretti, §o in caso , che vi siano soggetti abili , ed idonei per le cariche accennate ; e che i luoghi indipendenti dalle dette Ville si governino da' loro rispettivi Principali , tenendo questi per subalterni â Sargenti Maggiori, Capitani , Alfieri , e Podestà delle loro Nazioni , che fono stati istituiti per reggerli ; facendo ricorso le Parti , che si sentissero gravate , a’ medesimi Governatori , e Ministri di Giustizia , affinchè gliel’ amministrino nella, conformità , ed a tenore delle mie leggi , ed ordini spediti per quello Stato . Per lo che ordino a’ Capitani Generali , Governatori , Ministri , ed Officiali di Guerra, e delle Camere di Stato del Gran Parà, e Maranhaon, di qualunque qualità, e condizione siano , a tutti àn, generale , ed a ciascuno in particolare ; che adempiscano , ed osservino questa Legge , la quale sarà registrata nelle Camere di detto Stato ; ed , 5 n virtù della medesima tengo per derogate tutte le Leggi, Decreti , ed Ordini , che saranno contrarie alla disposizione di questa, la quale solamente voglio , che sia valida , ed abbia forza , e vigore , come in essa si contiene , non ostante , che non sia passata per la Cancelleria , e nemen’ ostanti le ordinazioni del libro secondo , titolo 39, 40. , 44. , ed altri Decreti contrarj . Lisbona li 7, Giugno dell’ anno 1755. 12 - in Pai le cip Ar le tra fa 1 C tr Re . Sebastiano Giuseppe Carvallo , e Metto . Decreto con forza di Legge, in virtù del quale la Maestà Vostra stima bene di rinnovare la pien,a , ed inviolabile osservanza delia Legge dei 12 . idonei ìdipen- >ro rì- aalterni Podestà iti per sentif- Mini- ino nel- îgi , ed Si 12. di Settembre dell’ .anno rdzz. , e in quanto in essa fu stabilito , che gf Indiani del Gran Farà, e Maranhaon li governassero nel temporale da' Governatori , e Ministri, e da’ loro Principali , e Giudici Secolari , con inibizione delle Amministrazioni de’ Regolari , derogando a tutte le Leggi , Decreti , Ordini , e disposizioni contrari e . Acciocché la M. V. lo veda . Antonio Giuseppe Galvaon lo stese » l , Go~ > e del- 'anhaon, a tutti : ; che la quanto ; ed , te tutte no con- olamen- , e violante , nemen itolo 39, bona li Registrato nella Segretaria di Stato degli affari stranieri , e di Guerra nel libro primo della Compagnia del Gran Para , e Maranhaon . Nella Stamperia di Michele Rodriguez, Stampatore dell’ Eminentissimo Signor Cardinale Patriarca . L’anno 1755. lo . 1 del qua- >vare la egge dei J? D, DON GIUSEPPE 3Z Ftt la Grazia di Dìt ? Re di Portogallo , e degli Rigarvi di qua , e di là del Mare in àfrica , Signor dì Guinea , e della conquista , navigazione , e commerzio d' Etiopia , Arabia , e Persia , e àâ te, F Accio sapere a quei , che questa Legge vede» ranno ; che avendo ordinato si esaminassero dalle persone del mio Consiglio, e da altri Ministri dotti , e zelanti del servizio di Dio , e mio , e del bene comune de’ miei Vaiasti , cbe mi parve di consultare , le vere cause , per le quasi dallo scuoprimento del Gran Para , e Ma- ranhapn sino al presente , non solamente non si sono moltiplicati, e resi civili gì’ Indiani di quello Stato , allontanando da esso la barbarie, ed il gentilesimo, e propagandosi la Dottrina Cristiana, ed il numero di Fedeli illuminati dalla luce del Vangelo ,* ma piuttosto al contrario tutti questi Indiani , che da’ deserti calarono in quei Paesi, in vece di propagarsi , e godere in essi la prosperità , in guisa tale , che le loro comodità , e fortune servissero di stimolo a quei , che vivono dispersi per li boschi , e macchie , per portarsi a cercare ne’ luoghi popolati , medianti le temporali felicità , il maggior fine dell’ eterna beatitudine , aggregandosi al grembo desta Santa Madre Chiesa : Si è veduto però succedere molto diversamente , poiché essendovi calati molti milioni d’Indiani , si sono andati poi sempre in tale maniera .85. pie*a estinguendo , «die ora è assai .diminuito il numero de' Popoli , e degli abitanti in essi , vivendo ancora quei pochi con sì grande miseria , che in vece d’invitare , ed animare gli altri Indiani Barbari ad imitarli , piuttosto gli servono di scandalo per ritirarsi pisi dentro delle loro sel- vatiche abitazioni , con lamentevole pregiudizio della salute delle anime loro , e grate danno dello stesso Stato ; non avendo per altro i suoi abitatori chi li serva , e presti ajuto per raccogliere , mediante la coltivazione delle loro terre, li molti , e preziosi frutti , de’ quali abbondano . Da tutti i voti fu assicurato , che la causa , che aveva prodotti sì perniciosi esserti , consisteva , e tuttavia consiste in ciò , che i detti Indiani non fi sono vigorosamente mantenuti nella libertà , che in beneficio loro fu già dichiarata da' Sommi Pontefici, e da’ Serenissimi Signori Rè miei Predecessori , gon osservarsi nei 'genuino senso loro le Reggi da essi promulgate sopra questa materia, negli anni 1570.' 1587. 1595. 1009. 1611, 1647. , e 1Ó55. essendosi sempre adoperate molte cavillazioni per la cupidigia degi* interessi particolari circa le disposizioni di tali Reggi , fintantocchè avutane la chiara cognizione insieme con la speranza dì quello , eh’ era seguito in riguardo alle medesime, il Re mio Signore , ed Avolo , il primo giorno d’Apri le dell’ anno 1688. ( ad effetto di evitare una volta cotanto perniciose fraudi ) stabilì una Regge , i\ tenore della quale è come in appresto ° Legge del i. Aprile 16S0. DON PIETRO Principe di Portogallo , e degli Algarvi come Reggente^ e successore di questi Regni ec. Accio sapere a quanti la presente Legge vede- sranno , qualmente essendo flato informato il Re mio Signore , e Padre ( che Iddio ha chiamato a se ) delle ingiufle servitù , alle quali gli abitatori dello Stato di Maranhacn per via di mezzi non leciti riducevano gì' Indiani di esso , e de' gravi danni, ecceffi , ed offese di Dio , che a tal fine st commet~ levano , fece una Legge in questa Città di Lisbo~ na sotto i nove cCAprile dell' anno 1Ó55., con il tenore della quale proibì le dette schiavitù , eccettuandone solamente quattro casi , ne quali erano dì ragione giuste , e lecite ; . cioè quando fossero press in guerra giusta , che i Portoghesi loro movessero . intervenendo però le circostanze dichiarate nella stessa Legge ; 0 quando impedissero la predicazione del Vangelo ; 0 quando fossero fiati presi , e legati colla fune per essere mangiati ; 0 quando fossero soggiogati da altri Indiani , che gli avessero fatti prigionieri anche in guerra giusta , esaminandosi la giustizia d'essa guerra nella forma stabilita in detta Legge . E per non essere fiato efficace questo rimedio , nè il prescritto dalle altre antecedenti Leggi degli anni 1570., 1587 .,1593., (652., e 165 colle quali l'accennato Signor Re mio Padre, e gli altri Re suoi Ptedecefsori procurarono di riparare questo danno , che anzi si è andato continuando fino al presente con gra- grave scandalo, e molti eccessi contro il servizio ài Dio , e mio ; impedendosi pet questa via la conver - siane dì quel Gentilesimo , che desidero promovete , e tirare avanti , giacché questa esser deve, ed è la mia prima cura ; avendo la sperienza fatto vedere , che supposto , che stano lecite le schiavitù per giti- Jle ragioni legali ne casi eccettuati nella suddetta ultima Legge delT anno i6zZ. , e nelle anteriori , cen tutto che siano dì maggior ponderazione le ra- gioni , che in contrario militano per proibirle in ogni caso , chiudendo la porta a' pretesti , simulazioni, e fraudi , con cui abusando la malizia de casi , ne quali fono gìusìe le schiavitù , introduce le ingiuste , intrigandosi le coscienze non solamente in privare della libertà quei , a quali la natura ne fece il dono 3 e che per Diritto naturale , e positivo sono veramente liberi ; ma ancora ne mezzi illeciti , î quali adoprano per questo fine > Desiderando dì applicare il rimedio a tanti danni , e sì gravi inconvenienti. , e principalmente facilitare la conversione di quelle Genti , e per quello 3 che riguarda , e conviene al buon Governo , tranquillità , e conservazione di quello fiato : con il parere dì quei dei mio Consiglio , ponderata questa materia con la prudenza i che richiedeva l'importanza dì essa , e premesso Tesarne delle antiche Leggi 3 e di quelle , che in particolare sopra questo assunto furono stabilite per lo fiato del Brasile , dove per lo spazio di molti anni fi sperimentarono i mede firn S danni , ed inconvenienti , che in oggi durano ancora , e fi sentono nello Stato del Maranhaon ; Stimai bene di ordinare , che fi facesse questa Legge conformandomi alT antica dei 30. Luglio dell' anno lóoq. , ed alla prolùsone 3 ché fi accenna in essa dei 5. di Luglio. Adi' anno spessite tutte per tutto h F 3 Sta- 8 6 Stato dei Brasile. E rinnovando la sua dtspostzìorié.^ ordino i e comando , che nell' avvenire non si possi fare schiavo verun Indiano del suddetto flato in nessun caso , ne meno in quei , che sonò eccettuati nelle accennate Leggi z che tengo per derogate § come se di esse , e delle loro parole rie facesti espressa , t specifica menzione 'celiando pero nel loro vigore in ciò ì che riguarda altri punti : e succedendo che alcuna persona i di qualunque qualità , e conditio- ne sia 1 faccia , ovverò dia sordine di fare schiavo alcun Indiano pubblicamente ó secretarsiente per qUal- sivoglia titolo 5 o pretesto s VUditore Generale del suddetto Stato , la faccia carcerate ,■ e tenere in buona custodia , sema che in tale caso ammetta veruna sorte di sicurtà , è cori il Processo i che farà sopra sa sunto , la trasmetta in questo Pegno i facendole la consegna ài Capitano § ò Comandante del primo Vascello , thè sarà pròssimo a venire quà r per riconsegnarla, in questa Città nelle carceri pubbliche di essa , e rendermene conto , â fine dì ordinare f che fi punisca s conforme mi parerà . È allorché il detto Generale Uditore sarà consapevole di detta schiavitù ,• subito riporrà nella sua libertà il tale Indiano i o Indiani , mandandoli in quei luoghi degf Indiani Cattòlici liberi , che meglio gli piacerà - Ed acciocché io sappia più facilmente , se questa Legge fi osserva con puntualità : Ordino } che il Vescovo , e Governatóre di quello Stato t ed t Superiori delle Religioni di eso , ed i PârOchi de luoghi degs Indiani , mi rendano informato per mezzo del Consiglio ÓltramatinO , è adunanza delle Missióni , de 1 trasgressori , che contravere anno alîd detta Legge , é di tutto quello che sapessero i appartenente a questa materia § e che fosse conVenìen- pojsé i in tifati come r e(sa, re in che ližio~ biava qbal- e dei re in < vesta rd 1 salante quà r llor- f di ià il luo- gli i fe che 4 t dé per ielle alla âp- ietì- te , 8 / te per f osservanza di essa » Ed irt caso , ché facce- da moversi guerra difensiva , ovvero offensiva contro alcuna Nazione degl ’ Indiani del suddetto Stato ne casi ; è termini, ne' quali a tenore de Ile mie Leggi , ed Órdini y è fatò da me permesso j gì’ Indiani y che in tale guerra saranno presi , solamente teseranno prigionieri, come tesano le persone j che fi prendono nelle guerre d’Europa 3 i solamente il Governatore li distribuirà j conforme filmasse più conveniente al bene y ed alla sicurezza dello Stato , mandandoli rie luòghi j é Paesi degl’ Indiani liberi Cattolici y dové fi possono ridurre alla Fède § set ■* vite nello flesso Stato, e conservare la loro libertà , è con il buòn trattaménto y ché fi è ordinato reiterate Volle , e nuovamente sordina , e racconuna/ido, ché siano ben trattati y é ché siano severamente pun itt quéi $ che gli faranno alcuna vessazione y b impertinenza y e più rigorosamente quei z ché li maltratteranno in tempo , che sé ne servissero , per essergli fiati dati riels atto della ripartizione . Per lo ché ordino 4’ Governatori , è Capitani maggiori y Officiali della Camera , ed altri Ministri di Staio del Matanhaori di qualsivo gita grado y e condizione siano y a tutti in generale , ed a ciascuno in particolare y che adempiscano y ed osservino questa Legge , la quale sarà registrata nelle Cantere di detto Statoq ed in vigóre della medesima tengo per derogate non solamente le sopraccennate leggi , come fi è già riferito, ma tutte le altre , e quali siano Órdini, e Decreti , che fosse vi saranno in contrario y e fi, oppongano alla disposizioni di qnefia, la quale fola- mente voglio sta valida , ed abbia , forza , e vigore , come in essa fi contiene , noti ostante y che non sta stata registrata in Cancellarla , e ni mene ostante v* I 88 le ordinazioni , e Decreti, contrarj « Lisbona il prs - mo di Aprile delf anno I óSo. Principe . E Perché î! tempo ha fatto vedete di giorno itr giorno con maggior notorietà , e miglior dimostrazione , che sono giustissime le Càuse , nelle quali si fondò quélla Legge per restituire agi’ Indiani la loro antica , e naturale libertà , chiudendo la pòrta alle empietà, e malizie , con cui sotto il pretesto de* casi , fte’ quali prima, e dopo la sua promulgazione , fu permessa la schiavitù , si facevano schiavi gli Indiasti predetti setìz’ altra ragióne, che la cupidigia, e la forza di quei, che li pigliavano , e la rusticità , e fiacchezza de’ chiamati Schiavi : Voglio , e mi piace, previo il parere delle medesime Persone, e Ministri., di derogare , ed annullare , tutte le Leggi, Ordini , Risoluzioni , e Decreti , che dallo scuo- primento de* sopra menzionati Capitanati del Grati Farà , e Maranhaon, sino al presente giorho permettevano , anche in alcuni casi particolari , la schiavitù de gì' Indiani suddetti , ed in tutto il restante , in cui fossero contrarie alla presente Legge , acciocché solamente in questa parte restino derogate , e cassate , come se della sostanza di ciascuna si facesse qui espressa, e speciale menzione , non ostante la contraria ordinazione del libro secondo , titolo 44. Rinnovando per altro, e ricordando la piena , ed inviolabile osservanza della Legge sopraccennata , ed inserita ; e questo col le ampiezze , dichiarazioni , e restrizioni , che seguono in appressa - Per Per evitare più efficacemente ie calamità, che fono seguite per cagione di detta schiavitù,e per recidere una volta tutte le radici , ed apparenze d'ella : Ordino , che in riguardo ags Indiani , che nel tempo della pubblicazione di questa si fossero dati per via di ripartizione , ovvero amministrazione, si osservino le disposizioni, che contiene il Decreto de ? io. Novembre deli’ anno 164/- il di cui tenore è il seguente - Legge de* dieci Novembre dell* anno 1647. Io il Rè. F (s sapere a quanti vedranno queflo Deere » to , tome avendo fatto riflessone al gran pregiudizio^ che risulta al servizio di L io t k mio ; ed alt* accrescimento dello Stato del Maranbaon , dal dsrfì per vìa dPatnminiflra- ztoni gP Indiani , t Venti di quello Stato a causa , che i Portoghesi , d* quali (î danno queste amministrazioni , ne fanno così cattivo ufo , thè gP indiani ef(lenti sotto le medesime amministrazioni , dopo alcuni pochi giorni ai servizio j mutarono di pura faine , e per causa dell* eccepivo travaglio , ovvero fuggono dentro del Paese , disnodo che passate poche giornate periscono , essendosi per questo motivo perdute , e difpers e innmnerabili genti nei Ma- KD 'Maranhaon » Para , ed altre partì ile Ilo State i del Brasile ì Per lo che ho stimato bene dì ordinare , che fi dichiari per Legge , come lo faceto colla presente , e conforme su gii dichiarato da* Serenìssimi Re di que (lo Regno, e da* Sommi Pontefici , che le Genti fono libere y É? che non vi sano ammtnislraîorì , né amministrazioni , tenendo per nulle $ e di niun* effetto tutte quelle , che (i fìssero date , e con - Sedute, di triodo , che non iti (ta memoria Veruna di effe y è che gti indiani possano liberamente servire , e lavorare con ehi meglio parerà loro ^ e gli pagherà il servitici , che pressano , ed il lavoro , che fanno t Per lò che ordino al Governatore dell* accennato Stato del Maranhaon , ed a tutti gli altri Ministri d'effo dì Giustizia , Guerra , ed Azienda , a tutti generalmente , ed a ciascuno in particolare § ed agli Officiali dèlie Camere dello sessi Statò , che in questa conformità eseguiscano , e adempiscano questo Decreto , facendo pubblicare in tatti lì Capitanati , ville, e Città 9 thè sono liberi gl* Indiani } ed inoltre non acconsentendo , nè permettendo , che vi sanò Amministratoti , nè amministrazioni, tenendo per mille , è di nessun* effetto , e valore tutte quelle , che si fìssero date, e concedute nella forma dì sopra riferita, perché questa è la mìa volontà . E questo voglio, che sm $>î fu vàlido ionie leggi z non orante la son* frusta Ordinazione del librò fecondò titolò quaranta s Effiàiiiiele Àntuncs la stese in Lisbo- ila il giórno diedi di Novembre dell" anno 1647; - e questa Và spedita per due vie a Re . D ichiarandosi fcógîi Editti da affiggersi ne 1 Ìuo- ghi pubblici deste Città di Belefn » del Grafi Farà » e di S Luigi di MaranhâSfi , ché gì’ îhdiâhi di sopra mentovati , come liberi» ed esenti d’ògtti sorte di schiaviti* » possono dispórre delle lofù pèrsone j e beni » conte loro parerà meglio » senza veruna soggezione temporale » a riserva di Quélla » ché devono dar loto Ì6 mie Leggi j pel vivete sotto le medesime in pace » ed unione Cristiana j e nella società civile» in cui mediante la Divina Grazia procuro mantenere i Popoli 5 ché da Dio mi sono stati confidati , he’ quali resteranno incorporati gs îhdiàtti suddetti senza veruna distinzione , 0 eccèzîiohej ad effetto di godere tutti gli Ottoti» privilegi » é libertà » che attualmente godono i miei Vassalli â tenore deste loro rispettive graduazioni » é Capacità. Lo che tutto fi rènderà stmilm ente àgi’ indiani » che fossero adesso posseduti come Schiavi ; Osservandosi péf guelfo » ché riguarda i medesimi, inviolabilmente il Paragrafo fièno desta Legge d* 5 îo. di Settembre dell’inno isn. > il di ài tenore è come in appresto - Ed essendo , che fono (iato informata , che ìn tempo di alcuni , già Governatori dì quello Stato , fi fino fitte (chiave molte Genti contra la so/ma delle Leggi dtl Se mìo Signore , e Paure , e dei Serenissimo Sè Don Sèba(ìiano mio Cugina , ( che iddio chiami a se ) e principalmente nelle Terre dì fi guarì le Stimo lene ; e comando - 9 che tanta ■'le dette Genti , quanto altre di qualunque fotte , che fossero fate ridotte nella schiavitù fino alla pubblicazione di questa Legge f sano tutte lìbere , e rimesse nella loro libertà ; e fi levino dalle mani dì qualftvogliaitO perfine^ presso le quali sisero adesso , senza Veruna replica , o dilazione , e (enza che stano intese fiotto preteso di sequestro , à altra azione , di qualunque materia , o qualità fia % e senza ammetterli ad aleuti appellazione , O ricorso contro qualfifia aggravio , ancorché alleghino essere in possesso i ed avergli comprati , ed essergli fiati dati 9 e dichiarati per (biavi m virtù di qualunque sentenza ; Mercecchè con il tenore della presente dichiaro essere di niun valore simili compre , e sentenze , restando per altro salva , ed illesa la loro ragione a ’ Compratori coni ro quei t che glieli venderono ; e delle dette Genti fi faranno tto ancora , e formeranno i, lassi ', che faranno neceffarj ; e tanto in essi s quanto negli altri , che già vi fffèro , e faranno flati domesticati , (i offètver aH'iflsf (’ ordine\e metodo dt governo , che con la presente fi comanda osservare negli altri , che novamente (ì faranno . Da questa generale disposizione voglio , che restino solamente eccettuati gli oriundi , e provenienti dalle More schiave, i quali saranno conservati sotto il domìnio de’ loro. attuali Signori* fintantoché io non prenderò altra risoluzione sopra questa materia - Ed acciocché sotto il pretesto de 5 sopra riferiti discendenti dalle More Schiave non si ritengano ancora in schiavitù gf Indiani , che sono liberi : Ordino , che il beneficio degli Editti,di sopra accennati , e stabiliti fi stenda a tutti quei t che si troveranno, reputati per Indiani, o pareranno tali , affinchè tutti siano tenuti per liberi senza bisogno d’altra prova , fuorché la pienissima risultante in favor loro dalla presunzione della teg- ge Divina , Naturale , e Positiva , che favqrisce alla libertà, mentre che da altre prove ancora pienissime , e tali , che siano baste voli per deludere la detta presunzione , giusta la disposizione delle Leggi , non si dimostrerà , che sono effettivamente schiavi nella sopra riferita conformità : spettando sempre il peso della prova a quei , che f— ranno istanza contro la libertà , benché siano Rei - Lo che ne’ casi occorrenti si dovrà giudicare brevemente , sommariamente , & de plano , fecondo la verità saputa , in una sola istanza . Pes b 94 la quale si fabbricheranno gli Atti dagli Uditori Generali nelle loro rispettive Giurisdizioni , e gli proporranno _ poi nella Congregazione , alla quale assisteranno il Prelato Diocesano , ovvero il Ministro , eh’ esso deputerà in luogo suo per questo effetto , ed i{ Governatore , i quattro Superiori maggiori delle Missioni della Compagnia di Gesù, delta Madonna del Caroline , de’ Religiosi Cappuccini desia Provincia di Sant' Antonio, e della Madonna del Riscatto , detta delle Mercedi , il suddetto Generale Uditore , il Giudice foraneo , ed il Procuratore degl’ Indiani ? e con la pluralità de’ voti si vincerà contro la libertà , in favor della quale basterà , che siano eguali i voti stessi 5 i quali mai in caso alcuno potranno darsi , se non fono presenti i vocali sopraccennati , o le persone , che averanno le loro veci ; purché non si scusino , essendo avvisati per il sud* detto atto , mediante un viglietto in iscritto ; perche se alcuno, q alcuni di essi , per essere impediti, si scuseranno , si metterà in Actis la causa , e sempre la causa si spedirà da quei, che saranno presenti , purché sempre vi siano tre voti conformi per vincere la decisione » E dalle sentenze pronunciate nella suddetta forma non potrà essere ammessa verun' appellazione sospensiva , la «quale ne ritardi fesecuzione , né alcun' altro ricorso , che non sia indevolutivo , interponendosi però ai Tribunale detto della Coscienza , e degli Ordini 5 dove queste cause saranno sentenziate * nella forma già detta con preferenza a tutte le altre , di qualunque sorte siano, conforme conviene al servizio di Dio, e mio, in una materia tanto delicata , e grave, che include in se i beai spirituali 3 e temporali di quello Stato » Ed liton î gli quale Mi- uesto Hori 3e$ù,' Cap- della , il Fora- cort rà , li ì sud- lu che 1% rial- a! Ed affinchè gli abitanti dì esso possano trovare chi loro faccia 1? opere , e coltivi le terre, senza che abbiano il pensiere di far venire gli operaj , e contadini di fuori ; e che gì’ India- j ni nativi del Paese possano similmente trovare la, loro convenienza , con applicarsi, alle dette opere, e servizi , usando tra di loro quei scambievoli Uffici , ne' quasi consistono Jo stabilimento , Palamento , la moltiplicazione , e prosperità di tutti i Popoli resi già civili , e politi , dove cresce sempre il numero degli operar/ a proporzione de" lavori , e manifatture , che si fanno in essi : Stimo bene , che quando la presente sarà pubblicata nella Città di Belem del Gran Para , ij Governatore , e Capitana Generale di quello Stato, o chi servisse queff Officio , convocando la Congregazione de* Ministri Letterati di quella Capitale , e sentendo il Governatore, ed i Ministri della Città di 8. Luigi del Maranhaon , d’accordo colle due rispettive Camere , stabilisca s e d assegni a' sopradetti Indiani le mercedi competenti per alimentarsi , e vestirsi , secondo le loro diverse professioni , conformandosi a questo , che in questo assunto si pratica in questi Regni, e quasi in tutti gli altri di Europa , in quella maniera, che j prezzi comuni dello stesso Stato lo potranno permettere , servendo di regole per questo effetto i seguenti esempi - _ Primo esempio % Se in Lisbona il sostentamento di un' operarlo costa uno scudo, e però la mercede di un lavorato- ' re sono due scudi ; ad imitazione di questo p ex ciascun’ Indiano di servizio si deve tassare per mercede il doppio dì quello , che gli è necessario per il diario alimento regolato a tenore de’ prez- §6 prezzi della Terra , o Paese . Secondo esemplo; ! se un’ Artigiano guadagna in Lisbona tre scudi | al giorno , ed un lavorante due solamente , ad imitazione di que to si tasserà agli Artigiani del predetto Stato la metà più della mercede , che si , fosse arbitrata per li lavoranti . Tutte le predette mercedi saranno pagate i j - Sabbati di ciascuna Settimana , esigendone le somme , nelle quali saranno siati tassati, o in panno, o in ferri , o in danaro , come parerà meglio 3 quei , che le guadegneranno , procedendosi da essi a voce, ed esecutivamente, come già fu dichiarato dal Decreto de' 12. di Novembre dell’ anno 3Ó47., e si osserveranno le predette tasse, non oliante il detto Decreto , il capitolo 48. dell’ antico Regolamento , gli altri due Decreti de’ 29. di Settembre dell’ anno 1648. , e 12. Luglio dell’an no r6z6. , e tutte le altre disposizioni , e tasse finora stabilite , le quali tutte tengo per derogate '* in questa parte , come se di esse si facesse speciale menzione, non ostante l’Ordinazione del libro secondo titolo 44. .riè le altre disposizioni legali somiglianti alla medesima * E perché ad effetto di stabilire nuovamente, e tirare avanti lo stato predetto,non basterebbe, che gl’Indiani fossero restituiti nella libertà delle loro persone nella forma sopra riferita, se con essa non si restituisse loro ancora il libero uso de’ loro beni, che finora è stato a loro impedito con manifesta violenza : Ordino I per tanto, che sopra questo punto fi eseguisca subito la disposizione del Paragrafo quarto del Decreto del I dì primo d’Aprile dell’ anno 16 80. il di cui tenore -è come segue . Ed acciocchì.- le suddette Geriti , che caleranif, già preser, Paesi ni de senza lesiqt il pa che 1 venie varii ghi gare ebbe in 1 chè il p inteì stim gùii di fare Cap faci un col, ni 1 che sia «ai Gh dia :mpio; scudi | e , ad ù del che si agate i [e som- ; panno, meglio dosi da dichia- 11’ anno in ostan- ’ antico 29. di dell’ an e tasse derogate '* î speciale! libro li legali te, e tira- | he gl’ In- j o persone I restituisse j lora è sta- j : Ordino sca subito :creto del I ui tenore : caleranif S® 97 . già in questa forma ■, e le altre , che dì presente sono già calate , fi conservino meglio ne Paesi ; Stimo bene , e voglio , che stano padroni delle lerò aziende , come lo sono nel deserto , senza che se le possano levare , ni meno essere mole fiati circa questo punto . Ed il Governatore con il parere degli accennati Religiosi assegnerà a quei y che discenderanno dal deserto i luoghi , e siti convenienti , per far in essi lì loro lavori , e coltivarli , e non potranno essere mutati da tali luoghi contro la loro volontà , ne saranno aflretti a pagare alcuna risposa , 0 tributo per le dette tene , àbbenche sano già fiate date a persane particolari in enfiteusi , detta volgarmente Sesmaria , perciocché quando fi concedono quefle , sempre fi riserva il pregiudizio del terzo ; e molto maggiormente fi intende , e voglio sintenda essere riservato il pregiudizio degl' Indiani } primi , e naturali Signori di esse Terre . Per l’osservanza della quale disposizione , che stimo bene di rinnovare , ed ordinare , che si eseguisca inviolabilmente , senza maggior dilazione di quella , che finora si è sperimentata in un affare tanto importante , l’istesso Governatore , e Capitano Generale , o chi fosse in luogo suo , facendo erigere in Ville i Paesi , che averanno ua numero competente d’Indiani , e le più piccole in luoghi , e distribuire tra gli stessi Indiani le terre adiacenti asti loro rispettivi paesi : plasticherà in queste fondazioni,e ripartizioni (inquanto sia possibile ) quel metodo di polizia , che ordinai per la fondazione della Villa nuova dì San Giuseppe del Fiume Negro : Conservandosi gì’ Indiani , a savore de’ quali si facessero le dette de- 9^ . inalazioni , nel pieno dominio , e pacifico possesso delle terre , che a loro saranno assegnate , perché le godano essi , e tutti i loro eredi ; E caligando quei , che , abusando della loro debolezza , li perturberanno in esse , e nella cultura delie medesime , con tutta la severità, che permetteranno le Leggi . E perché ellendo lamia intenzione principale di propagare la predicazione del Santo Vangelo , e di procurare , che si unisca quel numeroso Paganesimo al grembo della Chiesa ; e per altro molte delle Nazioni di quelle Genti sono in diverse parti assai rimote , dove vivono sepolte nelle tenebre dell’ ignoranza , e difficilmente fi renderanno persuase a calare ne’ luoghi popolati , che j finora si sono stabiliti affinchè ne anche nell’ : interno de’ deserti le manchi lo spirituale pascolo : 1 tengo per cosa conveniente , che ivi nella form a succennata si erigano pure Paesi , e si fabbrichino Chiese , convocando ancora i Miffionar;, acciocché istruiscano i detti Indiani nella Fede , e gli conservino in essa . Ed avendo la sperienza di tanti anni dimostrato , che questo mio primario fine giammai si otterrà , se non mediante il proprio , ed efficace mezzo di fare , che divengano civili , ed umani quest’ Indiani , con esortargli ed animargli a coltivare le terre, ad effetto, che, approfittandosi de’ frutti , e droghe, che le medesime producono , e cambiandoli cogli abitatori de’ luoghi maritimi , attesa la facilità , che per tale fine gli somministrano i fiumi , possano a causa della frequenza di questa comunicazione lasciare i loro barbari costumi • con che, oltre futilità spirituale , e temporale de’ sopradetd Indiani selvatici , crescerà il Com- Comm eonvei gU al guisa più ri del 1 vigaz gener scosse vicini piega senza ra f te , Gene rino ' civil a po servi corri inte o pi racc Mii le det che rie! I ver del uh no tic u posses- gnate , li ; E 3 debo- cultura he per- rincipale angelo , roso Pa- :r altro o in di- alte nel- e si reniti , che ; he nell’ pascolo : i, la torm a rbrichino acciocché gli con- dimo- immai si 1 efficace d umani li a col- indosi de’ cono , e ) ari ti mi , ’omtnini- ’requenza irbari co- , e tem- escerà il Corri' 99 Commercio dì quello Stato con gran profitto , e convenienza degli abitatori di esso ; avendo tra gli altri vantaggi uno, il qual’ é , che in questa guisa i detti abitatori si prederanno degl’ Indiani più rimoti per il trasporto de’ frutti, e delle droghe del Deserto, senza la fatica , e la spesa delle navigazioni , che finora usavano per portare i detti generi agresti , ed incolti , dalle parti assai discoste ; e che così conserveranno gli altri Indiani vicini de’ Paesi dentro de’ medesimi , con impiegarli nel servizio dei loro lavori , ed opere , senza stentare ne viaggi del Deserto , come finora succedeva : Tengo altresì per cosa conveniente , che il sopradetto Governatore , e Capitano Generale , e quei, ché gli succederanno , adoperino ancora un’ esatta diligenza nell’ istruzione civile degli antidetti Indiani, che saranno ridotti a popolare Paesi ne’ Deserti ; facendo , che conservino le libertà delle loro persone , beni, e commercio ; non permettendo , che questo gli sia interrotto , o usurpato sotto epalsivogìia titolo, o pretesto , quantunque sia de più speciosi ; e raccommandando a’ Missionari , ed ordinando a’ Ministri secolari , che h rendano consapevoli delie violenze , che si commetteranno in ordine a’ detti assunti; per procedere subito contro quei , che le avessero commesse , al pronto castigo , che richiede la gravezza stella materia , Per lo che orstino ai Capitani Generali, Governatori , Ministri , est Officiali sti Guerra , e delle Camere di Stato del Gran Para, e Mara- nhaon, di quassista qualità , e condizione siano , a tutti generalmente , ed a ciascuno in particolare , che adempiscano , ed osservino questa J-egge , la quale lì registrerà nelle Camere sti G 2 detto detto Stato y ed in virtk desta medesima ho per derogate non solamente le Leggi di sopra indicate , e riferite , ma eziandio tutte le altre, e cualsivoglìano Regolamenti, ed Ordini , che vi siano contrarj , e si oppongano al dispotlo in quella , la quale sola voglio , che sia valida, ed ab- bia forza , e vigore , come in elsa |i contiene, non ostante , che non sia stata registrata in Cancelleria , e non ostanti ancora le Ordinazioni del libro secondo , titolo 39. 40., e 44. , ed il Regolamento in contrario. Lisbona li sei di Giugno dell' anno 1755. RE’ , Sebastiano Giuseppe di Garvalla , e Ideila, Legge , in vigor della quale la Maestà Vostra stima per cosa conveniente di restituire agli Indiani del Gran - Parà, e Maranhaon , la libertà delle loro persone, beni , e commercio, nella forma, che si dichiara in essa. Acciocché Vostra Maestà la veda . ‘Emanuele Gomes di Almeida la Refe . Registrata nella Segretaria di Stato degli affari Stranieri , e di Guerra , nel libro primo della Compagnia del Gran Parà , e Maranhaon . > In Lisbona nella Stamperia di Michele Rodri- gues Stampatore dell Eminentijstmo Signor Cardinale Patriarca Fanno 1755.