ho pej indicare , a he vi n que- ed ab' intiene, in Canoni del Rego- Giugno ? Vo : ire agli a liber- o, nel- hè Vo- (lese . li affati la Com - | Rodri- Cardi• append ice ALLA RELAZIONE TRADOTTA > DiVLLA FRANCESE NÈLL’ ITALIANA FAVELLA , la quale contiene una compendiosa descrizione di quanto praticano x Padri Gesuiti ne’ Domini Oltremarini di Spagna » e Portogallo. AGGIUNTAVI In Questa Quarta Impressione la Lettera in forma di Breve diretta dal Rapa Benedetto X I V. ali Emo Signor Cardinale Francesco di Saldemha , con etti lo deputa in Visitatore , e Riformatore de’ PP. Gesuiti ne Regni di Portogallo , e di Algarvi , e in quelle Indie Orientali,ed Occidentali,che / fono suddite di S, ikf. Fedelissima . I* Lisbona , ed in Siena S'^M c V AVVERTIMENTO . 1 ‘ L ^Ubitiamo , che li parziali delta Compagnia , allucinati da un Decreto del Re Cattolico Filippo V. , di gloriosa memoria , che ora Ji dispensa , con la data di Napoli,e di Milano 1744- , daranno di falsità a quanto fi è nella presente Traduzzione esposto al Pubblico . Ma per far giustizia alla verità , basta ài esser informati degli artificiosi maneggi , e degP illeciti mezzi ( come a suo tempo faremo vedere al Pubblico ) , colli quali hanno li PP. Gesuiti un tal Decreto ottenuto , E cosa nota a tutti gP Imparziali esser stato stranamente subornato Monsig. Vescovo di Buenos-aires nel dare , in pregiudizio della verità , Vinformazione a loro favore , nella Lettera trasmessa alla Corte, che si cita nel suddetto Decreto,come che è Punico fondamento di esso . E cosa ancora nota,la medesima Lettera,ed il suddetto Regio Decreto esser parto dell y interestàta penna de ’ sopraddetti PP. , in tempo , che uno di loro , estèndo Confestòr del Monarca, con il manto di zelo ( con il quale sogliono ingannare i Sovrani ) era nm poco potente G 4 in inanella Corte . Donde chiaro apparisce , ejjèrfi adoperata la più fina malizia , ed il più nero inganno , per deludere le più giuste, e -più vcridiche rappresentanze , da’ fedeli Ministri , contro la di loro sovrana dispotica condottala quella Corte seriamente avanzate . Soliti loro artificj , per esìmersi dalla debita obbedienza,e sommesfióne alle Pontificie Bolle, ed atti Reali Decreti ; quando atta loro sovranità , cupidigia , ed interesse non sì consanno.In particolare nel Paraguai, dove stabilita una Repubblica di Vassalli,da essi contro ti proprj Monarchi ribellati , sì sono opposti a tutto ciò , che poteva esser di prefitto a medesimi Sovrani ; armando con aperta fellonia, le mani de' Popoli da loro dispoticamente governati .Sono in fine alla notizia di tutto il Mondo gli efficaci, e zelanti ricorsi in materie affai rilevanti , in ogni tempo da Uomini Santi , ed Apostolici alla Santa Sede avanzati ; e colli medesimi artificj resi vani , e privi da ogn’ opportuno , e salutevole rimedio, dallo stancabile zelo de’ Sommi Pontefici appostovi . N EL tempo, che i Portoghesi , e Spagnuoli cercavano , e si facevano nell Indie , e nell’ America degli stafcf ili menti , i Gesuiti , che nascevano allora , furono in Compagnia loro sotto lo speri oso pretesto di travagliarvi alla conversione degl’ Infedeli , ma in effetto coll’ istesse mise , che vi conduce vano quelle due Nazioni . I primi essendosi stabiliti nel Brasile , e i secondi nel Persi ,nel Chili }, e nel Pa- raguai, questi buoni‘Padri, che non li lasciavano, si procacciarono anch’ essi in queste vaste, e ricche Contrade, i buoni , e solidi stabilimenti , che vi erano andati a cercare . Si inoltrarono nell’ interiore di questa ultima , cioè , ( il Paraguai ) che allor parve , come effettivamente ella è pisi eccellente . Trovarono, eh’ era occupata dai Popoli „ l’industria de’ quali la docilità , e la mansuetudine fecero nascer loro un’ idea veramente particolare per Religiosi , ma che nulladimeno a loro' è riuscita a segno , come si vedrà nella seguente memoria. Conviene osservare . che questo Paese, e fertile in ogni genere , e eh’ egli abbonda in miniere d’Oro, e d’Argento , e di Pietre preziose , e che i Gesuiti né hanno tirate ricchezze immense, approffittandosi destramente della semplicità , dell’ industria, e del genio laboriosi® degli Abitanti . Aî~ 6 Articolo L Incominciamento , progressi , stesa , e limiti dello stabilimento de* Gesuiti nel Paraguai . D I tutti i stabilimenti , che si sono fatti ali’ Indie dalla Conquista , che i Spagnuol: fecero di questo vasto Paese, non ve n’è stato , nè ve ne farà giammai di sì considerabile , che quello, che i Padri Gesuiti vi hanno stabilito . Questo stabilimento ha avuto principio con cinquanta Famiglie d’Indiani erranti, che i Gesuiti raccolsero, e stabilirono sulla Riva del Fiume di Japsur nel fondo delle Terre ; ed è aumentato talmente , che al presente compone più di trecentomila Famiglie, che stanno in possesso delle più belle Terre di tutto il Paese situato a duecento leghe da’ Portoghesi Paultjles, tirando verso il Nord , e divise dal Fiume di Lorugat , che sbocca in quello del Parava , e del Japsur , e tutti poi sboccano nel Fiume del Paraguai. Que ss' ultimo si stende secondo le scoperte fatte da’Gesuiti il 1702. , e 1703. fino a’ piedi delle Montagne , del Potosi . Son queste le più belle scoperte , che sin ora si sian fatte . L’aria v’ è temperata ,, le Terre fertili ; L’Indiani, che vi sono avvezzi son docili , e laboriosi : Le miniere d’Qro , e d’Argento vi devono essere abbondanti. Questi Indiani si ridurrebbero facilmente se si trovasse modo di coltivarli . I Gesuiti da questa parte non hanno potuto estendere le loro Missioni per mancanza di Padri , il che l’accrescereb- be di più di sessanta mila Famiglie e di trecento Leghe di Paese . Per riprendere il filo di questa memoria, e la situazione delle Terre della Missione ella è come si vien di dire ,• a duecento leghe da Paulistes dalla parte del Nord , e dalla patte verso il Sui ella è a ducento leghe dalla Provincia'di Buenos- Aires , cento ottanta leghe dà quella di Tyqueman, e cento leghe da quella del Paraguai , Queste tré Provincie sono divise dal Regno di Chilly , e dal Perù dalle Montagne della Cordelliera , e componevano un Regno avanti la redimon dell' Indie' . Articolo IL Ricchezze , e Fertilità delle Terre , nelle quali i Gesuiti fi sono stabiliti . ’ L È Terre della Missione sono fertili , essendo tagliate da molti Fiumi, che formano diverse Isole . Le macchie di eminente alberatura , i fruttiferi vi sono abbondanti , i Legumi eccellenti , il Grano, il Lino, slndico , la Canapa , il Cotone, il Zucchero , l’Ypecacuana S il Jalappa , il Mache-Caquana , le Radiche, l’Au- trabanda , e molti altri semplici eccellentissimi per li rimedi , e serba chiamata paraguai vi cresce abbondantemente : le praterie , e pascoli son pieni di Cavalli , Muli, Vacche , Tori , e Man- dre di Castrati , e oltre questo tutte le miniere #Oro , e d’Argento vi sono considerabilissime t- buoni buoni Padri non voglion confessarlo , trii vi fono troppo prove per poterne dubitare. Articolo III. Caratteri cie’ Popoli a loro sommessi . Questi Padri li hanno divisi in quaranta- due Parrocchie 9 -ma oggidì 1757. Sono divise in cinquanta . La maniera colla quale gli governano , e come s'arricchiscono con i lavori di questi Popoli 9 che compongono più di trecento mila Famiglie . Q Uesti Popoli sono docili , e obbedienfiffimî , industriosi , e laboriosi , e fanno ogni sorta di mestiere. Al presente sono divisi in. quarantadue Parocchie discoste l’una dal!’ altra da una fino a dieci leghe , e si stendono al lungo del Fiume del Paraguai : v’ è in ogni Parrocchia un Gesuita , che governa dispoticamente il sito Popolo , al quale ogn uno obbedisce con un timore ^ ed esattezza straordinaria. Il minimo errore è castigato colf ,ultima severità . L’uso del castigo , è un certo numero difru- * state proporzionate al delitto . Gli Cdchiques , ed altri , che hanno le prime cariche della Guerra , e della puiižzia non ne vanno esenti / e ciò che vi è di più particolare,fi è che quello, che è stato îigoresament-e castigato, viene a bacciare la mani- fimo sii , mta-~ Sono colla rric- foli 5 mila ssutu , ìi forvisi in ra da lungo ■occhia il sito m ti- > erro- di fru - f ■es, ed ùerra , :iò che è stata manica- 9 «a del Padre, confessa il suo errore , e Lo rin- gra2Ìa del castigo , che ha ricevuto . In questa guisa un’ Uomo solo comanda a diecimila famiglie pib o meno; e convien confessare che non v' è mai stato popolo piti obbediente , nè pisi perfetta subordinazione . Questa maniera di governare è si stessa in tutte le Parrocchie della Missione : ma ciò non basta a questa obbedienza eccessiva è unito un sì grande disinteresse ( del quale i PP. Gesuiti hanno avuta cura di persuadere i loro Indiani , sotto la speranza delle celesti felicità , delle quali stiano loro il riparto in questo Mondo ) , che questi Indiani si contentano del vitto , e del vestiario , e che tutto il prodotto del loro travaglio và in profitto de’ buoni Padri , i quali a quest’ effetto tengono in ogni Parocchia grandissimi Magazzini , nè quali f Indiani sono obbligati di portare i viveri, le stoffe, e generalmente ogni cosa senza eccettuar la minima , non avendo nè pur la libertà di mangiare una Gallina .di quelle, che nutriscono nelle loro case ; Di modo che si puoi considerare questo gran numero d’Indiani come altrettanti Schiavi , che servono i Gesuiti per un tozzo di pane ; e non si puoi meglio applicare il verso dì Virgilio : fio vos non vobis fertjs aratra Boves , Si deve altresì osservare i gran vantaggi, che ricavano questi Sovrani Padri dal lavoro di santa gente , e qual’ è il Commercia , che fanno in tutte l’Indie delle Mercanzie accennate di sopra , e sopra tutto dell’ erba del Paraguai , della quale sonno uno spaccio considerabilissimo , perché questa viene soltanto delle Terre della Missione , e della Provincia del Paraguai . Quest’ erba lì prende quasi come il Té; i Spagnuoli dell’ Indie ns IO bevono mattina , e sera , sia Padrone , o Schiavo» Si crede, che il Commercio di quest’ erba, dipri- ma mano , sale a più d’un milione di Piastre sanno, della quale i Gesuiti ne fanno più della metà , il che unito alle altre Mercanzie, che vendono altresì con vantaggio , e alla polvere d’oro, che Tlndiani vanno a cercar ne’ Fiumi, ove l’ac- qua a corso , dopo che l’escrescenze de’ Fiumi sono passate , produce questo a’ Gesuiti un entrata degna d’un Sovrano ; e per darne un idea, più giusta , si suppone , che ogni famiglia d’Indiani non produca a’ Gesuiti , che cinquanta lire Tanno , fatta ogni spesa , il prodotto Generale, a ragione di trecento mila famiglie , ascenderà a cinque milioni di piastre ; ma basta la riflessione per conoscere , che ciò deve montare a molto più . Tuttavia, a sentir discorrere questi , buoni Padri , le loro Missioni recano a loro molto più d’incommodo , che di vantaggio : ma questo poco vantaggio deve intendersi nella maniera , eh’essi parlano , la qual vuol dire , quarti satis , mai abbastanza. Le materie , e le specie d’oro , e d’argento, che ì Padri' Gesuiti mandano in Europa tutte le volte , che le se ne presenta la congiuntura , la magnificenza delle loro Chiese , ove Toro, e sarmento massiccio riluce da ogni parte , e il loro considerabil commercio conosciuto da tutti i Spagnuoli , ne fanno giudicare altrimente . Ar- JI iavo. i prì - Tan- me- ! ven- l’oro, l’ac- isiumi en- idea, d’In- a lire -erals, nderà ristes- ire a questi loro : ma ma- »«»- gento, me le , la e Tarlo ro i Spa- Ar- Articolo IV. Descrizione della Chiesa , e della Casa del Padre Gesuita , che governa ogni Par oc chi a , C Onvien fare una descrizione della Chiesa , e della Casa del Padre d’una delle Parecchie tal quale T hanno riferita due Francesi del Vascello del Signore della Solitene à'Escaseau dì Nantes . Questo Vascello essendo al Porto delle Maldo - nades , alzò T Ancora per mettere alla vela; Questi due Francesi , Tuno Capitano delle Truppe, e Taltro Largente , essendo in terra , o lontani dalla riva del Mare, arrivarono troppo tardi per imbarcarsi nello schiffo, e non sapendo a che partito pigliarsi , perché tutta questa Costiera è deserta , «'inoltrarono nelle Terre , non avendo altra risorsa per vivere , che i loro schioppi . Troyorono il terzo giorno dell' Indiani , che avevano una corona al collo . Questi Indiani gli si avvicinarono , e con de segni fecero loro una buona accoglienza , perché questi Indiani amano molto i Francesi , e li contradistinguono da tutte le altre Nazioni , li condussero a una delle Parocchie della Missione duecento , e più leghe discosta dal luogo ove li avevano incontrati , e vissero strada facendo di vacche selvatiche , che l’Indiani prendono indistintamente con una destrezza maravigliosa . Gettano loro a quattro passi un laccio scorritore collo , le tagliano poi le \ ginn-- 12 giunture . e Se scannano . Questi due Francesi giunti alla Missione furono bene accolti dal Ge- iu;ta , vi si trattennero quattro mesi Sènza uscite dal recinto della Casa, e tornarono a Buenos- Atjes con un distaccamento d’Indiani , che il Governatore avea richiesto. Ecco ciò , che hanno riferito . La Chiesa di questa Parecchia è lunga , e larga a proporzione ; nel principale ingresso è una porta maggiore , alla qual convien salire per diversi gradini , nel piano de' quali fono otto colonne di pietra lavorata con rnolt’ arte , le colonne sostengono una parte della facciata del portico ; al di sopra dell’ ingresso della Chiesa v’è tana Cantoria grandissima destinata alla Musica nel tempo del Divin servizio : Questa Musica è composta di sessanta persone , sì in voce , che ^ in istromenti . In detta Chiesa vi è il luogo destinato per le Donne , ed è circondato da una i Balaustra . Il resto della Chiesa è pieno dì banchi, ove j gli Uomini si mettono secondo le loro cariche, | e la loro età . L’Altar maggior è chiuso da un balaustro d’un legno dell' Indie benissimo travagliato ; alla sinistra dell' Altare v' è un banco per il Cachìque , e gli Ufficiali di Governo , e a dritta v’ è un’ altro banco per gli Ufficiali di Guerra ; in somma ognuno ha quel luogo, che esige la sua condizione . Il prospetto dell’ Altare è superbo , tre gran Quadri con Cornici ricchissime di oro , e d’ argento massiccio ne fanno la prima magnificenza ; Sopra questi Quadri sono delle mezze volte , e Baisi rilievi eforo , e al di sopra fin alla volta , segua una scultura di legno a fri echi ta d’orq; ai rancesi Ge- . usci- ’uenos- a Go- hanno ;a , e è una per ditto cole cosi portela v’è Musica isica è ' à ^ >go de- la una I li, ove I :ariche , J da un i i trava- i banco no , e Ufficiali igo, che tre gran e d’ arsicela ; •Ite , e t volta , aro : ai ai laterali dell' Altare sono due Santi di argento massiccio - li Tabernacolo è di oro ; i’ Odenfono , oye s’espone il Santissimo Sagramento ancia 5 egli è i'oro arrichito di Smeraldi , ed altre Pietre fine ; La Pradella , e Laterali dell’ Altare fono guarniti di strappi d’oro gallonati ; In somma ì Candeiiieri , ei Vasi d’oro , e d’Argento co” quali l’Altare è ornato , allorché fi fanno i Divini Servizi con un gran numero di Cerei ; il tutto insieme fa un colpo d’occhio, che oltrepassa Ogni magnificenza. Vi sono due altri Altari a ma» dritta , e a man manca , che sono ornati , e ricchi a proporzione dell' Altar maggiore; epella Navata verso iaflalaustrata v’é un Candeliiero d’argento di trenta bracci guarnito d’Oro , con una grolla Catena d’Argento , che il sostiene , ed arriva fino alla volta, . Dopo questa descrizione si puoi facilmente giudicare , qual sia la ricchezza di questa Missione , se le quarantene Parrocchie fqno eguali , come v’è giusto motivo di credere » li Presbiterio , cioè a dire la Casa del R. Padre consiste in molti Saloni guarniti con quanr tìtà di Quadri ,, ed Immagini . In questo luogo gl’ Indiani aspettano, che il Padre esca dal ino Ap- partamanto per dare Udienza . Vi sono gran Magazzini , ove l’Iindiani portano tutto il prodotto de’ loro sudori ; il resto della Casa consiste in Cortili , Giardini , e molti Alloggiamenti per gflndiani domestici , e il tutto compresavi Ja Chiesa , fa un recinto murato in circa di sessanta pezze di terra cioè a dire di sei mila Pertiche quadrate . H 14 Arricolo V. Il Padre Provinciale del Convento di Cordova fa la Visita di queste 52. Parrocchie , scortato da un gran numero d’Indiani , che con lui trattano come. se fosse una Deità . I Quarantadue Gesuiti, che hanno ciascuno la sua Parrocchia a governare , sono independenti l’uno dal!' altro, e non riconoscono per Superiore , che il Provinciale del Convento di Cordova della Provincia di Tuqmman . Q_uesto Padre Provinciale viene ogni anno nelle Missioni a far la sua Visita , accompagnato da un gran numero d’Indiani . Allorché arriva , tutti ghindimi fanno dimostrazioni di giubbilo , e di rispetto indicibile . I più cospicui non Ravvicinano , che tremando sempre ? e colla testa china , e gli altri Popoli stanno inginocchioni con mani giunte , allorché passa . Nel suo / soggiorno fa render esatto conto al Gesuita ogni Parrocchia , di tutto ciò , che è entrato ne’ Magazzini , ed il consumo , che se n’ è fatto dal!' ultima sua Visita Or- Articolo VI. Trasporto delle Mercanzie per venderle » o farle passare in Europa . T Utte le Mercanzie delie quali s’è parlata nel principio di questa Memoria , sono trasferite per acqua dalle Missioni a San- tafè , ov' è il Magazzino di conserva, evi risiede taa Procurator generale deli’ Ordine , e da Salitasi? a Buenos - Aires per terra, ove altresì v è nn altro Procurator generale . Da questi due luoghi vengono distribuite le Mercanzie delle tre Provincie dxTuqueman ,dt\ Paraguai, e di Buenos Aires , e dalli Regni di Cbilly , e del Perà, e li puoi dire àsseverantemente , ' che la Missione dei Gesuiti fa sola più Commercio , che le tre Provincie insieme Articolo VII, Ordine , e metodo , che ì Padri Gesuiti tengono nel Governo politico , per tenere tutti gP Indiani nella schiavitù per farli moltiplicare , per arricchirsi co ’ loro sudori , per frastornare ogni solleva , Z/000 . L A principal Funzione delli Cazicchi , o Ufficiali Civili è di conoscere il numero delle Famiglie , di far inteso ognuno degli Ordini ,e delle intenzioni del Padre,di visitar le Case, disaminare il Lavoro d’ognuno seconda la sua abilità , e di promettere in premio a quegli , che più , e meglio degli altri lavora , di fargli tracciar la manica del Padre , che fra gì’ Indiani è una Reliquia di somma venerazione , ed è il primo scalino per giungere alla Beatitudine dell’ altra vita . Vi sono altri Ispettori per il lavoro della Campagna , a’ quali gì’ Indiani sono tenuti dichiarare tutto ciò , eh’ essi raccolgano fino ad un uovo , del quale non posson disporre , e sono obbligati di portar fedelmente tutto ne 5 'Magazzini senza eccettuar cosa veruna , sotto rigorosissime pene . Vi sono in oltre dei Dispensieri per distribuire ad ogni Famiglia,secondo il numero di essa ■ due volte la Settimana quanto abbisogna per sussistere . i Ciò saffi con un’ ordine esattissimo presente il P. Gè- Gesuita, e deve dirsi a lode di questi Padri , che le loro cure sono infinite , perché invigilano a tutto per non lasciar prendere a’ loro Indiani veruna cattiva piega ; ma per altro son ben rimunerati dagl’ immensi profitti , cks procacciatisi dalle fatiche di tanta gente . Altre volte Ve n’ erano due p er Parrocchia 9 e da che si sono ingranditi non ve rs é altro , che uno •, fin tanto che non ne postano far venire dalla Spagna . GÌ’Indiani non bevono Vino , né verun’ altro calido liquore ; i Buoni Reverendi Padri in ciò» seguono la Legge di Maometto , che proibisce queste bevande per non occasionare a’ suoi Sudditi delle Turbolenze , che potrebbero nuocere al loro dispotico Governo , e ritirarli dal giogo, cui essi gli hanno ridotti . ' Maritano di buon’ ora gl’Indiani per farli moltiplicare e il primo Catechismo , che imparano i Figliuoli , è il timor di Dio , ’ e del Padre , il disprezzo de 5 Beni temporali , la Vita semplice , ed umiliata . Convien dire il véro 9 quelle disposizioni sono piene di pietà ; ma altresì conviene confessare , ché i Gesuiti tirano gran vantaggi da queste politiche Istruì aloni » Hi Articolo Vili. 18 'Governo Militare , dei quale un Padre Gesuita è Generalissimo . Questi Padri tengono tante Truppe in piedi a fine d’impedire i Forastieri di penetrare ne' loro stabilimenti . I L Governo Militare in questo luògo è altrettanto ben stabilito , che il Politico Ogni Parrocchia deve avere un numero di Soldati disciplinati per i Reggimenti di Cavalleria , edE Infanteria , secondo la possibilità desta Parrocchia. Ogni Reggimento è composto di sei Compagnie di 50. Uomini l’una , un Colonnello , sei Capitani , sei Tenenti , ed un Ufficiale Generale , che fa far l’Esercizio ogni Domenica dopo il Vespro > Questi Ufficiali, che da Padre in figlio sono educati, alla Guerra, sono molto capaci a disciplinare i loro Soldati, e a guidare le loro Truppe ? allorché vanno in distaccamento; questa è fumica occasione, in cui s’uniscano le Paròcchie, allorché formano un Còrpo d’Armata , che il pià antico Ufficiai Generale comanda sotto un Padre Gesuita , che né il Generalissimo . Le Armi di que ss Indiani consistono in Fucili , Spade , Baionette , e bionde ; le Pietre a bionde pesano fino a cinque libbre, e le maneggiano con somma destrezza . Le Missioni insieme possono mettere in piedi fra otto giorni di tempo sessanta mila Uomini » - E E iî pretesto del qua! si servon® per tener di con-* j tinuo un sì grosso Corpo di Truppe ali’ ordine, ] è a cagione dei Portoghesi PauliUes , che vengo- i no a far delle scorrerie nelle Missioni per portar ; via gì’ Indiani ; ma gli Spagnuoli più assennati pensano in altro modo , e arditamente dicono, che i Gesuiti non tengono in piedi tante Truppe , che per impedire ( senza eccettuarne veruno) la communicazione delle loro Missioni * Articolo IX. Precauzioni , che prendono i Padri Ge~ ; suiti . : acciocché gl’ Indiani non possano parlar colli Spagnuoli , o i) i Forestieri , che sono obbligati \ ' d’ approdare nel lor Paese , e j. per impedire , che . non vi appro- ' ; di chi st sta . L A precauzione, eh* essi hanno di non far imparare ai loro Indiani la lingua Spagnuola, e di far loro uno scrupolo di coscienza di frequentarli, allorché vanno a lavorar nelle Città per il servizio del Re, mette bastantemente al chiaro la vera intenzione de' Padri Gesuiti . I forestieri , che capitano casualmente nelle loro Missioni , come sarebbero i Franzesi , de’ quali ! g'a parlammo , i Spagnuoli stessi , che tal vol- ’ ta necessitati seno di approdarvi , allorché - vanno, 0 vengono sul Fiume del Paraguai , non escono 20 mal dal circuito del Presbiterio - Se qualche 8pa°- gnuolo richiede di passeggiar per la Città , il Gesuita non ,1’abbandona mai, e gì’Indiani, che fono diati avvisati , chiudono le porte delle loro Case, e non compariscono nelle strade ; il che dà molto bene a conoscere , che i Gesuiti hanno motivi rilevanti per osservare tanta circosp'eiione colle persone della loro stessa Nazione ° Essi hanno altresì la precauzione di fare de' distaccamenti di cinque, ì ; Ar* Articolo X. Gli Artifici loro per fra*!ornare gl\ iflejji Spagnuoli dal penfiere di venire a scavare nelle confiâerevolijsî ~ me miniere d’ Oro . V I sono miniere considerabili alle radici delle Mon« ragne delle Maldonades discoste 24. leghe dal Montevideo , che sono state scoperte da Don fnan Pacbeco , abitante di Buenos- Aires 9 e antico Minatore del Potofi . Ne diede parte at Governatore di Buenos-Aires , chiamato Don Jllon- so Juan de Valdes Inelau ; fece questi un distaccamento di 18. Uomini comandato da Don Joseph de Vermùde Capitano d’Infanteria , e Ingegnrere a Buenos Aires. S’imbarcarono con Don Pacbeco per passare dalf altra parte della Riviera , e si resero» alla testa delle Montagne di Maldonades , ove ricercarono la Terra e portarono seco delle pietre , e dell’ arena d'Oro, è d’Argento, ma il Governatore guadagnato da' Gesuiti , fece sapere „ che ne aveva fatta l’esperienza , e che non tornava conto di farvi lavorare . Don Pacbeco , che aveva tenuto a conto le sue, ben conobbe , che era un rigiro de’ Gesuiti per impedire uno stabilimento verso le loro Missioni ° Sono stati riportati in Francia dei pezzi di ‘ queste miniere, dei quali si potrà fare Esperienza per conoscerne il valore, con questa circostanza , che queste sono state tirate dalla superficie della Ter- 22 ya con soli picconi . Questo stesso Dem Pachecs , riconosciuto per il Minatore il più sperimentato, che da lungo tempo in qua sia stato al Perù , assicura , che non vi sono m gliori Terre a scavare , che quelle, che circondano le Montagne del Maldonades , e le Riviere , che vi sono , nelle quali ei sostiene che fi troverà della polvere d’Oro del medesimo pregio , che quello dei Portoghesi Paulifles , e colla stessa facilità. GÌ' Indiani di S. Domenico de Suvillant -hanno portato più volte a Buenos Aires simil’ Oro , che hanno trovato nelle Tèrre della Missione, d’onde conchiu- dgr si deve , che ve n’ è molto , giacche. l’Oro, del quale si parla , si prende furtivamente dai Giovani Indiani meno scrupolosi degli altri . Nell’ anno 1706. il Sig. de la Soliette d'Efca - seaudi Nantes , avendo approdato al Porto della Maldonades , fu incontrato dagl’ Indiani, eh 5 'erano in distaccamento con un Capo sopra questa Costiera per radunar delle Vacche , e condurle alle Missioni . Il Signor d'E/ca/au di Nantes , avendo loro fatto qualche regalo, gli proposero\per atto di gratitudine , che s’ ei voleva avanzarsi nelle Terre a certa distanza, che gli mostrarono , vi troverebbe delle Miniere d’Argento, che facilmente scaverebbe : il che prova , che queste Miniere non sono molto profonde nella Terra , e che esse sono abbondanti . I Gesuiti hanno sempre temuto , che i Spagnuoli , non scopri stero queste Miniere , e fecero tutto il possibile per frastornare il lavoro.,- perché lo stabilimento , che si farebbe sopra qtesta Costiera , sarebbe contiguo alle loro Missioni , e gli obbligherebbe a fornire degl’ Indiani per lavorarvi j hanno distratti tutti i Cavalli , eh’ erano 2 Ì ! da questa parte per togliere il comodo a quelli ] che vi si vorrebbono stabilire - I Articolo XI. i Ricapitolazione di tutto ciò , che prece- j de . Da che si conchiude , che : questi Padri 'hanno un’ ardore \ , insaziabile per arricchirsi , per stabilirsi mia Sovrana Possanza 9 _! -ed autorità , a spesi de’ Principi 5 •! -de’ quali essi son Sudditi . ■! Oî tratta per ora di fare una giusta applicarlo^ 1)1 ij ne della Condotta dei PP. Gesuiti , lopra tutto c)b , che vien di' dirsi , s . di dare a-co- I nascere , che là loro ambizione di sovranamente; ; comandare , e il desiderio insaziabile d’adunar ric- i cbezze immense , sono Punico loro oggetto . Il | modo , col quale essi allevano , e governano i loro (Indiani , dai quali tirano- tutto il frutto delle ! loro fatiche , lasciando loro soltanto il neceffa- >, rio , della Vita frugale , la precauzione , eh 1 lessi prendono, che gì’ Indiani non commanichino | co’ Spagnuoli y la loro circospezione , allorché gli ( Spagnuoli , o altri Forestieri casualmente approda- 1 no nelle loro Missioni , il numero delle Truppe , che di continuo tengono in piedi, i distaccamenti continui , eh’ essi fanno al lungo della ì Costiera.per impedirne la frequentazione , sono l queste' prove sensibili , che vogliono questi buoni i Padri 24 Padri essere indipendenti , e die non solo voglion togliere la cognizione de’ vantaggi , che ricavano dalle Terre, che possiedono ; ma altresì di quelle, che desiderano ; ma non occupano ancora. Al Re di Spagna senza eohtràdizione appartiene jperò questo Paese ^ come Padrone, e Sovrano dell’ Indie . Tanti Popoli non devono essere assoggettati , che sotto la sua autorità ; dovrebbono esser diberi , aver delle Terre , e possedere il da essi raccolto con tanto sudore ; questa sarebbe allora una Colonia regolata , ognuno farebbe valere il suo talento , e colle Miniere d’Oro ^ e d’Argento del Paese , si cUnierebbe la Moneta j e il tutto insieme formerebbe una circolazione di Commercio , come si pratica nelle altre Colonie ; l’autorità del Re vi sarebbe riconosciuta, e conservati verrebon i suoi Domin) / Ma non v’ è nulla di questo : I Gesuiti si son resi Padroni j è Sovrani di tutti questi Indiani , delle Terre , che eglino òccupano S del loro Raccolto e del loro Lavoro , andando ogni giorno dilatandosi senza titolo , é senza permesso ° A»- Le fri G V p> poi lontana ri Sebi miglie noscono Una cii quando lordine era un Indiani tore on stacco a fiutaron mandate larsi, al dato a scontra Articolo Xtl. ®s Le trecento, mila Famiglie d’Indiani governate da' Gesuiti , nulla pos sedano in proprietà . Tutto appartiene a questi Padri . Questi Popoli non obbediscono agli Uffiziali del Re di Spagna , che allorché glielo comandano ì Padri Gesuiti . G L ? Indiani non hanno alcuna cosa,che sia lor prò» pria.Tutto appartiene a questi PP. ; e quest: Popoli, che dovrebbono esser liberi , essendosi volontariamente sottomessi , sono trattati come ve- ' ri Schiavi, ed in sommi trecento , e più mila Famiglie faticano per quaranta Gesuiti j non riconoscono, che questi , e a questi soli obbediscono. Una circostanza , ché }o fa conoscere si è che allor quando il Governatore di Buenos Aires , ricevè lordine di far TAssedio di 8° Gabriele , ove vi era un distaccamento di Cavalleria di quattromila Indiani , e un Gesuita alla Testa , il Governatore ordinù al largente maggiore di fare un' attacco a quattr' ore del mattino , gì’ Indiani rifiutarono d obbedire, perché non gilè l'aveva comandato il Gesuita, ed erano sul punto di ribellarsi , allorché giunse il Gesuita, che si era mandato a chiamare . GÌ' Indiani andarono tutti ai incontrario , è gli ordini dei Comandante non fu- i6 Tono eseguiti, che allorché aprì la bocca ii Padre, Questo dà chiaramente a conoscere , quanto i Padri Gesuiti siano gelosi della loro autorità sopra de’ loro Indiani , giacché ella giunge fino a proibir loro d’ubbidire àgli Ufficiali del Re, allorché fi «ratta dei suo servizio . Articolo XIII. Condotta dei Padri Gesuiti per defrauda - f re le immense Rendite , che dal 1 Paraguai dovrebbe ricavare ti Re di Spagna . ; I L diritto di Testatico , che i Gesuiti devono pagare al Re ogni anno, fissato a uno scudo a testa per Ogni Indiano , non solo si trova assorbito col pagamento ,' che si fa agi’ Indiani per i lavori del Re , ma -non v’ è versta’ anno, che S. M. Cattolica non debba rifar qualche cosa per tré motivi egualmente fraudolenti ; Primo, perché â Padri Gesuiti non danno in nota per il detto Testatico né anche la metà de’ loro Indiani; Secondo, Perché il Governatore di Buenos Aires , che una Tolta ne’ cinque anni , che dura sti suo Governo, deve fare la Visita delle Missioni per fare le numerazioni degl’ Indiani, è guadagnato dai Gesuiti, î quali con una grossa somma di denaro, che gì* regalano, lo dissuadono a far questa Visita , e a contentarsi soltanto di quello stato gli danno; Finalmente , perché quando in un distaccamento d Indiani destinati a’ lavori Regi , vi sono cinquecento to Uomini effettivi, se ne danno in nota mille, e cinquecento., che il Re paga come se effettivamente vi fossero . In questa maniera è servita Sua Maestà Cattolica nels indie, ove le sue rendite si. conlumano tutte in falsi impieghi , in frodi , e rubberie. Questi abusi per altro meritano la più, seria attenzione ; le Rendite'del Re , che per lo meno dovrebbero montare a trenta milioni di Lire ogni anno-in questo Paese. ( le S. M. fosse fedelmente servita ) li riducono a niente , o a poca cosa , perché i Governatori , e Tesorieri van sempre riaccordo , e fanno a chi più ruba . Basta al presente ( per soddisfare ali’ intenzione avuta in questa Memoria ) di trovare le vie di ridurre i Padri Gesuiti al dover loro , di metter limiti alla loro affollata possanza, e far tornare nelle Calle del Re di Spagna una parte di quei vantaggi , eh’ essi ricavano dal travaglio d’ un sì numeroso Popolo . Non v’ è ragione, che possa dispensare i Padri Gesuiti di sottomettervisi , purché non voglian dar manifesti contrasegni della loro disubbidienza , e delia loro mala intenzione . Si crede per altro , che metteranno ostacoli infiniti , che adurranno molte apparenti ragioni facili però a distruggersi , e eh’ essi non si ridurranno , che ali’ ultima estremità. Questa Memoria è 'dell ’ Anno mille settecento dodeci in circa fatta da una Persona informatifimo. dei fatti addotti , ed è fiata stampata in Olanda nel 1756. SS. D. 28 ¥ a» * * * sd * ¥ » * » ,* * * * * * * * W / 1 * * (°) (o) (0) , , io) ** -L * ¥ * * * * * (o) (o) ^ ** -Z d UMZMF «5.» UM H» (o) (o) (e) * * (o) ' lo) ; ( 0) » * .* o * * * * * s» » * » (°) * » « * * * » * * * * * SS. D. N. Benedici PP. XIV. Litterp in informa Brevis quibusEmus , ac Rmus D. Franciscus S. R. E. Diaconus Card, f de Saldanha motu proprio Confiituitur , & Deputatur in Visitai or em , & Resor- matorem Cleyicorum Regulurium Socie- tatìs fefu in Regnis Portugqllig , & Algarbiorum , Ò“ in Indiis Orientalì- ius , & Oc ci dentelibus Regi Fidelif Jìmo subjeffis „ DILECTE FILI NOSTER Salutan, & Apostolicam Benedictionem. I N specola supremae Dignitâtis Divina dispositio» ne, meriu? licer inìufficientibus constituti , liner multiplices rernm , negoriorumque, qui- Ibus in hac nostra ingravescente serate , & parimi- firma valetudine obruimur, curas ad ea edam ex debito Pastorali qfficii Nobis commisti follici te ad- .^igilare à demos , per quse Religiosa loca , ilio- ram» 29 _ srumque persona divinîs mancipatce obsequiis , in pacis , & quietis tranquilliate, ac Regularis vira, & Ecclesiastica disciplina norma, coadiuvante Domino, perenniter conservan valeant, & qua his contraria effe noscuatur per Nostra providentue , auésoritatique Apostolica studino? penius evellan- tur , prout personarum , rernm , & locorum qua- litate pensata , conspicimus in Domino falubriter expedire . Cum sicut prò parte chanffimi in Chri- sto Filii nostri JGSEPHI Pcrtugallise , & Algar- biorum Regis Fidelissimi Nobis exp.olitum fuit , stand devia soborta stnt inconvenientia , & abusus in Provincia, sen Provinciis Clericorum Regula- rium Societatis Jeso tum Portugaliia; , Aigar- stiorum, tum Indiarum Oriencalifim, &z Occi- dentalium existeiitibus dominio ejnsdem JOSEPH! Regis sobjectis , de quibus ompes sere Nationes, Regionesque certiores faétas effe existimatur prop- ter parvnm volumen typis impressami , & rum Nobis , tum venerasti li bus Fratti bus nostris San- star Romanie Ecclesia Cardinalibus distributum : Ac propterea ipse JOSEPH US Rex sommopere cupiat , ut scandala , qua: ex pra:rnissis deinceps oriti possunt, quarri celerrime removeri de benigniate, providentiaque Apostolica dignaremur . Nos qui Societatem praffatam patemi complecti- mur affectibus , nil aliud proprium, ac decens iu hoc rerum statu esse ducimus , quam juxta laudabile Romanorum Pontificam PraHecefforum no- strorum institutum, Se confuetudinem , minin ex Sanctse Romanie Ecclesia: pratfatae Cardinalibus deputare, & nominare , qui primum de omnibus, & singulis hujusmodi negotiis accurate expensis pienissime instructus, eadem ad Nos deinde re te rat, aperiatque , ut postea matura consideratione adhi- I bi- Z2 , vita, quicîquìtî statuenium sit , opportune , & saluberrime decernamus . Motu itaque proprio , ac ex certa scientia , & matura deliberatione , Nostra? , deque Apostolica? potestatis plenitudine Circumfpectionem Tuam , de cujus singolari fide, prudentia , integritate , dexteritate , vigilantia , . & Religioni? zelo plurimum in Domino confidi - mas , in Visitatorem Apostolicum , ac Retor- matorem Ciericorum Regularium Societatis„ JESD in Regnis , ditionibus , & Provinciis etiam In- diarum memorato JOSEPHO Regi subjectis exi- flentium , tenore presentium constituimus , ac Circumspectieni tua? , ut cum assistenti* unius , seu plurium personarum in Ecclesiastica Dignitate constitutarum , si Stecuhres suerint , seu Regula- yium cujusvis Ordims , seu Instituti a Sede Apostolica approdati a Te , ad hujusmodi effectum, prò tuo arbitrio eligendo? , & assumendo: , seu eligendaram , & assumendarum probata? viti» , & circa statura , & xnores Regulares versata- tam , Pronunciam , seu Provincia; Societatis JESCT prosata: in Regnis , dominio , ditionibus s Zc Provinciis etiam Indiarum praefatarum et- detn JOSEPHO Regi , ut prasfertur , subjedis existentes , iiliusque, seu ìllarum Domos professar , seu Novifiatui destinatas , Ecclesias , leu Collegia quatcumque. , Hofpitia , & Missiones , aliaque loca quocumque nomine nuncupata a So- vietate prosata dependentia , Le ad stiam spe- ctantìa , & pertinenda etiam exempta , & quocumque privilegio , ac indulto sussulta , nec non ijlorum Supenores , Rectores , Administra- îores , Clericos Regulares , cseterasque persona; quascumque cujuscumque dignitatis , superiorità» Z! tîs , status , grâdus. , 8c Ctìnditiohls existen'tes tam in capite , quam in membris 5 auctoritafe Nostra semel visites , St reformes , ac iti earum- dem personarum statiam , vitam , mofes à rituš, disciplinam , aliamque vivendi rationem , tara conjunctitn , quam diviiìm diligenter inquiras 3 nec non Evangelici 5 & Apostolici doctrini , sacrorumque Canonum 4 & genetalium Conci» liorum decfetìs , & Sanstorum Patrùm tradì- tionibus j atque Regolari dista; Societaria Institi!- to , & Apostolicis ConstitutiotiibùS , prasertim record, meni.’ Urbani ??> Vili. Prâsteeessofià nostri die xxir* Februarii MDCXXXJII» in ci - piena : Ex debito Pafloralis Ossidi &c> 3 & a Nobis per quasdam nostraS in simili forma Bre- vis die xx. Deeembrìs anni MDCCXLP expeditas literas , quarum initium est ! Immensa Pàjìo- rum Prìncipis &c, 3 editiS inhžrendo 3 & prosit occaso , terumque qualità! 3 & necessita! exe- gerit quactìmque rnutatione , correétìone 4 erti elidanone , renovatione , revocatiorie 3 ac etiara ex integro editione indigere cognoveris , juxta datam Tifai a Domino presentiam corti gas * emendes 3 renoves, revdces , ac etiarri de novo condas j condita Sacris CanonibuS , & Concili! Tridentinì Decretis non repiignantia cotifirmes * abufus quoscumqile tcllas , regista!, institutienes ^ & Ecclefiasticam , Regularemque disciplinarti 4 ac in primis Divinum Cult urti , & obediefitiarîi buie Sancta; Sedi 3 & obfervântiam memorataram Con- stitutionum Apostoiicariim i fi sostasse excidenìlt, juxta prssfcriptum dista; Socieîaîis inlitutuol îno- dis congrais restitaaš , & reìntegre.! / fi alšquos m astquo delinquente! reperens , e ss juxta Canonica! sanctiones puaias' , & cast igei , iplasque personas etiam , ut prefertur , exereptas , ad debirum , & honestum vitiz modani, ac ad statua] facris Canonibus , & Concilio Indentino prtefatis conformem revoces , ac quidquid statue- ris , & ordinaveris , absque dilatione , & ap- pellatione , quT executionem quoquomodo ulla- tenus impediat , omnino obfervari facias ; quof- cumque Domorum, & Collegiorum hujiifmadi Re- ctores , aliofque Ministros , quos juxta datare Tibi a Domino prudentiam , & Tibi expediens addebitar , ab e orare respective offìciis amoven- dos ei'ìe judicaveris , amoveas , ac illos sic amo- tos , aliofque Cleri cos Regulares dictce Societa- tis de una ad aliam domare, feu de uno ad aliud Coilegium trafmittas ; inobedientes , & rebelles per fententias, censuras , & poenas Eccle- siasticas , fufpensionem a Divinis , aliaque opportuna juris , & fasti remedia cogas , & com- peiias . Nos enim Tibi prtemissa, Se quatcum- qae alia circa visitationem-, & reformationem , aliaque saprà espressa hujusmodi necessaria , & quomodolibet opportuna faciendi , gerendi , & exequendi austoritate prosata plenam, liberare, & are piam facultatem , & austeri tatem concedimns, impertimur ; & si contingat Te aliqua ■ îegitima de causi detineri , ut visitatioriera p ras fatare per Te ipsure extra Civitatem Lisbqnensem minime sacere valeas , alias Ecclesiasticas personas Tibi be- nevifas cure simili , vel limitanda potè sta te in Tai locam ad visitationere , & reformationem haben- dam , etiam in Indiarum Provinciis prassatis deptitandi facultatem pari ter tribuimuâ . Si quasi .antere graviora in hujusmodi visitatone repere- ris , ea omnia sub tuo sigillo clausa ad Nar cuam 33 . ! quam primum diligenter transmîttas , ae Nòbîs referas , & patefacias qua:cumque ad hanc cauta m pertinere arbitraveris : ex re enim & tempore consilium capiemus , & effusis lacrymis Omnipotentem Deum clamore valido orabimus , atque obfecrabimur , ut , quod inde statuendum. tir , matura deliberatione decermmus - Mandan- tes propterea omnibus , & singulis Superioribus 9 Mini (ìris , Clericis Regularibus , aliisque personis Provincia , feu Provinciarum , Domorum , Collegiorum, aliorumque locorum Societatis JESU prardictis , in praefatis Regnis , Ditionibus , & Provinciis etiam Indiarum ipsi JOSEPHO Regi subjectis sicut praemittitur , existentibus , sub excomunicationis lata; tentenna» Nobis , & Romania Pontificibus fuccefforibus nostris reservatse Z prxterquam in mortis articolo , ac sospensioni a Divinis , & privationis suorum Officiorum * aliisque arbitrio nostro infligendis pcenis- ipso fasto incurrendis , ut libi , ac persona; , feu personis per Te , ut prassiertur , deputando 9 feu deputandis in prcemissis omnibus , & •- singulis promptè pareant , & obediant, Tuaque, & illius , feu istoriam salubria munita, & mandata , bnmiliter suscipiant , & efficaciter adim~: plere procurent , alioquin sementiam , sive poe- nam , quam tire tuleris , feu statueris in ré- belles ratarn habebimus , & faciemus authore Domino usque ad satisfactionem condignam in- f violabilicer obfervari . Decernentes prassientes lìc- teras firmas , validas , & efficaces existere , & fors , suofque plenarios , & integros effectus sor- îiri , _