Ieri ho avuto il piacere di partecipare a SAFE – Support and Awareness for Empowerment, l’evento organizzato da #IULM dedicato a rappresentanza e leadership femminile nel mercato del lavoro. I dati non sono incoraggianti: in Italia le donne guadagnano ancora meno degli uomini, sono poche nei ruoli di vertice e il tasso di occupazione femminile resta tra i più bassi d’Europa. Ma la vera sfida non è solo ridurre questi divari. È costruire aziende dove la diversità diventa un motore di innovazione e competitività. Le imprese che investono su equità e leadership inclusiva non fanno beneficenza. Fanno strategia. Perché quando cresce l’occupazione femminile e la diversità e l’inclusione diventano la norma, cresce l’azienda. E cresce il Paese. Grazie ai colleghi di tavola rotonda per il confronto stimolante e autentico e a IULM e ad Alessia Forciniti per aver promosso un dialogo così necessario.
Barbara Cominelli oltre all’urgenza del rinnovamento del politiche del lavoro non dimentichiamo le politiche sociali: la carenza degli asili nido pubblici e il costo elevato dei privati possono rappresentare un freno al rientro al lavoro dopo la maternità.
Un confronto importante e necessario. Inclusione e responsabilità non sono concetti astratti, ma scelte quotidiane che definiscono il modo in cui costruiamo il futuro delle imprese e del Paese.
COO & Board Member | Builds operating models that scale | Manufacturing, Operations & Supply Chain • IT • Controlling | Lean Six Sigma BB | Consumer & Industrial
1 settimanaBarbara, condivido pienamente. La diversità non è solo una questione di rappresentanza, ma una leva di competitività reale. Ogni organizzazione che riesce a integrare punti di vista differenti diventa più veloce nel leggere i cambiamenti e più solida nel reagire alle crisi. Sono convinto che inclusione e performance sono due facce della stessa strategia.