Co-creatore di HCE, la Scienza delle interazioni umane. Consulente, Autore, Performer. Info per collaborazioni, formazione aziendale e consulenze: [email protected] (no messaggi, grazie).
Stamattina decido di studiare alcune dispense. Apro la prima che, udite udite, è di addirittura 5 pagine. Non cinquemila, intendo 5. E il mio fidato Adobe mi propone un bel riassunto, per risparmiare tempo. Il problema è che certe dispense vanno proprio studiate per intero. E l'altro problema è che chissà quante persone invece si faranno fare il riassuntino dalla macchina. Sembra di tornare a scuola, tanti anni fa, quando le maestre ti dicevano di scrivere "i pensierini". La questione è che "i pensierini" li fanno i "cervellini". E che continuando a farci riassumere cose dall'AI, il pensiero critico andrà presto a farsi benedire (che è un po' come pensare di aver letto un libro ascoltando i riassunti delle app che ti danno gli estratti dei libri: ho fatto un test, una volta, con un libro che avevo letto, e sono rimasto sconvolto dalla pochezza del tutto, ma questo è un altro tema). Quindi, mi leggerò tutte le 5 pagine (e tutte le altre, di tutte le altre dispense), pensando al fatto che "Idiocracy" (di cui parlo anche nel mio nuovo libro) sembrava un mediocre film di fantascienza e sta diventando un documentario di cronaca.
Una volta, molto tempo fa, c'erano degli oggetti un po' pesanti, con forme regolari, colori vari, che si aprivano davanti dietro e volendo anche in mezzo... Le persone li usavano in vari modi.. a volte ci giocavano per ore..altre volte li mettevano sotto le gambe dei tavoli, a volte li lanciavano contro i figlioli disubbidienti... C'erano anche posti enormi pieni di questi oggetti disposti in file ordinate ... Ora mi sfugge il nome.... Mi pare iniziasse con li...e finisse con ..bri
grande borza! poi facci il riassunto grazie 🤣
Il pensiero critico latita da molto prima della diffusione delle AI. Peraltro poco incoraggiato da quegli stessi insegnantini dei pensierini. Magari parlassimo di pensiero critico, vedo agonizzare la capacità di sintesi.
L'utilizzo dell'AI come nostra sostituta nella lettura, nella scrittura e più in generale nel pensiero, ci rende decisamente più poveri di risorse. Ormai sembra che la fatica - seppur minima come quella richiesta per leggere un testo di 5 pagine - sia uno sforzo enorme, fuori portata e da evitare a tutti i costi. E come potremmo essere in grado di affrontare sfide importanti, come una malattia, un cambio di carriera o di vita, l'interruzione di una relazione importante, un lutto, con questi presupposti? E come potremmo sentirci coraggiosi e fiduciosi nella nostra capacità di intraprendere una strada sconosciuta, ma che sentiamo essere profondamente giusta per noi, se rifiutiamo a priori la scomodità e l'impegno necessari a realizzare ciò che a un primo sguardo non ci sembra possibile?
Perché viviamo nella società della velocità della prestazione non si può dedicare più di un tot tempo alla lettura, allo studio, rimanendo sempre in superficie. Bisogna recuperare prima la lentezza e dopo la profondità
L’AI può anche farti il riassunto perfetto. Ma così perdi tutto ciò che conta, capire il ragionamento dell’autore, cogliere le idee, collegare i concetti e farle davvero tue.
Sono anni che sostengo che idiocracy, mediocre film di fantascienza, avesse dipinto un futuro non assurdo. E lo dico da prima dell'AI.
Buon giorno. Ti abbiamo citato spesso, a proposito di queste tematiche, in un corso Formatemp riguardo al "Come fare formazione in modo Etico". Grazie per le riflessioni sempre profonde. 🙏
Consulente Strategico PMI | Aiuto a sbrogliare progetti fermi e margini in calo in 90-120 giorni con metodo 4R STRATEGY IMPACT | ESG Advisor & Auditor | 25+ anni esperienza | Ex Head of Marketing & Sales
5 giorniIl vero rischio non è l’AI che riassume, ma le persone che smettono di elaborare. Un testo letto tutto, ragionato, discusso, lascia tracce cognitive, mentre un riassunto no, lascia solo comodità (e non sempre, quanti paper ho riassunto e poi cestinati appena letto il riassunto Paolo. Credo che L’AI possa accelerare i processi, ma non può sostituire la fatica del pensare, che resta l’unico vero esercizio di autonomia intellettuale. E sì, “Idiocracy” ormai sembra più un reportage che una distopia. ❤️