𝗟𝗲𝘁𝘁𝗲𝗿𝗮 𝗮𝗽𝗲𝗿𝘁𝗮 𝗮 𝗠𝗶𝗰𝗵𝗲𝗹𝗲 𝗦𝗮𝗻𝘁𝗼𝗿𝗼 𝘀𝘂 𝗽𝗹𝘂𝗿𝗮𝗹𝗶𝘀𝗺𝗼 𝗲 𝗴𝘂𝗲𝗿𝗿𝗮 𝗶𝗻 𝗨𝗰𝗿𝗮𝗶𝗻𝗮

𝗟𝗲𝘁𝘁𝗲𝗿𝗮 𝗮𝗽𝗲𝗿𝘁𝗮 𝗮 𝗠𝗶𝗰𝗵𝗲𝗹𝗲 𝗦𝗮𝗻𝘁𝗼𝗿𝗼 𝘀𝘂 𝗽𝗹𝘂𝗿𝗮𝗹𝗶𝘀𝗺𝗼 𝗲 𝗴𝘂𝗲𝗿𝗿𝗮 𝗶𝗻 𝗨𝗰𝗿𝗮𝗶𝗻𝗮

Michele Santoro mi ha scritto una lettera aperta su facebook. Ieri Corrado Formigli a Piazza Pulita su La7 ha letto alcuni passaggi della mia risposta, che pubblico integralmente.

Caro Michele,

nella tua lunga e appassionata lettera ho cercato, senza trovarla, una parola: "resistenza". Il valore fondante della nostra Repubblica, il segno distintivo della vicenda della sinistra in Italia.

La resistenza contro l’aggressore di un popolo che combatte casa per casa per la sua libertà. Che è anche la nostra libertà di cittadini italiani ed europei. Da un lato un esercito invasore, dall’altro un popolo invaso.

Io sto con quel popolo. E il PD è e sarà sempre dalla parte dei popoli oppressi: dalla parte di Jan Palach proprio come te. Prima ancora, nel giudizio storico, contro i carri armati russi, a Budapest come a Praga, o sotto il muro di Berlino per festeggiare la ritrovata libertà.

Se per il popolo ucraino oggi oppresso - proprio ora sotto le bombe e i missili - c’è anche solo una possibilità di negoziato, lo si deve a un atto di resistenza fiera e senza compromesso. Lo si deve alla ribellione di chi non si consegna, non si arrende, non si inginocchia. Chi siamo noi per dire loro di inginocchiarsi? La lista degli errori dell'Occidente non può essere un argomento sufficiente per persuaderli alla resa.

E non possiamo nemmeno negare che se Zelensky si fosse arreso, con la nostra colpevole inerzia sullo sfondo, oggi non ci sarebbero né un tavolo delle trattative, né forse una parvenza di speranza per il futuro della democrazia.

Del resto, non solo in Ucraina ma anche in Polonia, a Vilnius o a Praga, a Stoccolma o Helsinki, non ci sono processi alla Nato, ma appelli alla protezione della Nato e dell'Europa.

Un'Europa che peraltro ha avuto una reazione ferma, intransigente, finalmente degna.

Dici che non esiste, l'Europa. Io dico che esiste eccome e che anzi sta dimostrando, come diceva Jean Monnet, di trovare dentro la crisi le ragioni più profonde della propria unità.

È accaduto con la pandemia, con un piano di ricostruzione finanziato con debito comune. Accade oggi, con la guerra. Questo sono le sanzioni. Questo è il sostegno alla resistenza ucraina. Questo è il sì, finalmente senza ambiguità, all'accoglienza di milioni di profughi. Questa è anche, per inciso, la reazione ferma e unitaria agli accenti troppo marcati di Biden sul cambio di regime, che in tanti in Europa abbiamo stigmatizzato, me compreso.

Atti politici inequivocabili coi quali a Putin diciamo che non si cede ai ricatti.

Se abbiamo fatto errori in passato, il primo è nell'aver sottovalutato per anni la natura di Putin e dopo il 2014 l'aggressività di un regime che invadeva Paesi sovrani, soffocava il dissenso e violentava la verità.

A proposito di verità: bisogna dire con chiarezza quanto pervasiva sia stata per anni e anni in Occidente la propaganda di Putin. Davvero avvaloriamo una par condicio delle fonti che mette sullo stesso piano la Tass e Reuters? Sputnik e Le Monde o il Guardian? L'ultimo dei media occidentali ha una credibilità infinitamente più alta di quelli che sono solo portavoce di Putin nella propaganda di Stato.

E a proposito di pluralismo: in Russia c’è un regime che i giornalisti li ammazza e i dissidenti li incarcera; l’Italia è certamente il Paese europeo dove più intenso è il dibattito e dove le voci critiche rispetto alle scelte del governo hanno più spazio rispetto a quelle favorevoli.

L’idea che ci sia qui da noi un tentativo di oscurantismo nei media, per di più avallato o alimentato da PD, è falsa e inaccettabile. Perché un conto sono le posizioni sull’invasione della Russia, sulle quali continueremo a confrontarci, un conto il presunto soffocamento delle voci “libere”. Che in verità sono squillantissime su tutti i nostri media.

Per quanto ci riguarda l'indignazione, più che a un maccartismo immaginario, la continueremo a riservare a un’aggressione che in una notte, tra il 23 e il 24 febbraio scorsi, ha portato milioni di ucraini a non svegliarsi più in casa propria. Che ha causato la morte di migliaia di civili ucraini e di migliaia di giovani militari russi. Persone che hanno terminato la propria esistenza per colpa, prima di tutto, dell’imperialismo di Vladimir Putin e del suo regime.

Francesco Capponi

diplomatico presso ministero esteri

3 anni

vedo solo stanca e avvilente propaganda da parte degli "Occidentali" che sostengono la sacralità del modello capitalista e pretendono di applicarlo in tutto il mondo, persino dentro al vecchio tempio del marxismo lenininismo...dimenticando che l'imperialismo americano, tenace seguito del capitalismo occidentale, ha prodotto nel mondo i peggiori danni e le più desolate rovine.....dimenticando pure l'incessante azione a favore degli antirussi in un paese come l'ucraina, culla della stessa civiltà russa e che dovrebbe schierarsi permamentemente dall'altra parte della barricata....perché? più occidentale e atlantica della finlandia, paese certo mai lenininista ma perfettemente a suo agio col vicino (allora sovietico) in uno statuto di perfetta neutralità (io ci ci ho vissuto tre bellissimi anni...). lasciamo stare i retorici "patriottismi", soprattuttose innervati in gruppi addiririttura filonazisti (il nazismo ucraino ha già dato le proprie folgoranti prove nel periodo di collaborazionismo con hitler e di olocausto. ora veramente basta...)

gianluigi oranges

Avvocato Cassazionista Oranges & associati, studio legale

3 anni

Finalmente si inizia a parlare in maniera da consapevoli responsabili di partito. Peccato che ivi accorgiate solo oggi delle idee del signor Santoro, contro il cui modo di fare giornalismo nessuno ha mosso un dito quando, per tanto tempo, ha retto il gioco del giustizialismo di buona parte della sinistra italiana solo perché faceva comodo.

Andrea Rustichelli

Media and Communication Professional - Journalist for RAI

3 anni

Ben detto. Il "pacifismo" di Santoro (e di molti altri) ha un sottotesto che suona così: "diamo a Putin quello che chiede (povero cocco), stacchiamo la spina a Zelenskyy (che osa difendersi), si fotta la NATO che è brutta e cattiva".

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