Fermarsi e ripartire: un processo intergenerazionale
Una decina di giorni fa ho ascoltato con grande interesse una puntata di TG2 Post, dal titolo: Fermarsi e ripartire. Una puntata mirabile in cui si affronta la sfida del burnout, ovvero la sensazione di sovraccarico cerebrale in cui una persona esaurisce le sue energie.
L’espressione è originariamente associata alle professioni sanitarie ed educative, ovvero ai lavori in cui si ha molto contatto con le persone e le loro fragilità. Un termine che oggi però si è esteso a una società che è diventata talmente performativa, da creare ansia di prestazione e insicurezza in tutte le professioni.
Si raccontano così le storie di donne come Federica Pellegrini e Angelina Jolie, che hanno usato la propria notorietà per parlare del proprio burnout.
O di Bruce Springsteen, che lo definisce come ‘una macchia di petrolio vischiosa che si insinua in ogni interstizio’.
Mi viene alla mente Miley Cyrus che dopo un brutto periodo ha cambiato completamente visione di se stessa e la prima cosa che ha fatto è stata cantare una versione di Jolene di Dolly Parton (QUI il video, meraviglioso, in mezzo al verde di un bosco), per omaggiare la sua madrina, che è sempre stata esempio di resilienza.
Due generazioni a confronto: questa è la prima chiave per trasformare la sfida della performance in occasione di interscambio generazionale e acquisizione di competenze.
Siamo di fronte a un cambiamento storico e sociale importantissimo: l’economia green, la robotica e l’intelligenza artificiale trasformeranno radicalmente il mondo del lavoro dei prossimi anni.
Il rischio? Aumentare le diseguaglianze di genere già esistenti, se non lavoreremo in sinergia - donne giovani e adulte - per consentire alle ragazze di accedere alle STEM e alle discipline digitali.
Il Sole 24 Ore ci dice che, a gennaio 2024, il Fondo Monetario Internazionale - con il paper ‘Gen-AI - Artificial Intelligence and the Future of Work’ - ha evidenziato che il 40% dell’occupazione globale è esposta all’intelligenza artificiale, con il rischio che queste nuove tecnologie amplino le disuguaglianze globali.
Impariamo dunque dalle nuove generazioni a passare dalla FOMO alla JOMO: dalla PAURA di perdersi qualcosa (stare sempre sul pezzo), alla GIOIA di perdersi qualcosa (lasciare andare).
Al contempo, le giovani generazioni possono imparare da noi adultə a focalizzarsi sul processo, non sul successo: trovare il senso di ciò che facciamo e non basare la nostra felicità sul consenso degli altri, ma su ciò in cui siamo competenti.
Per cambiare il mondo dobbiamo dunque conoscere noi stessə, volerci bene e sentirci realizzatə come persone: nel lavoro, nella vita, nelle relazioni.
Ricordiamoci che la parola ‘successo’ non è altro che il participio passato del verbo succedere. Una cosa che è successa è finita, quindi non può essere la nostra meta finale, ma solo il primo passo di un processo che si concentra sul presente e sul futuro.
Questo possiamo farlo insieme!
E non importa se alcune voci saranno più forti di altre, o qualcunə di noi lavorerà dietro le quinte o come front-wo/man: tutti i modi di intendere la partecipazione sono importanti.
Ce lo insegna Mina, quando si ritira dalle scene cantando: Non gioco più, me ne vado.
Che non significa perdere la propria voce, ma anzi trovare il proprio modo per renderla ancora più potente.
Claudia Persico
Entrepreneur | Building @ Brandplane | Lilli Gruber Wannabe, basically a TV | Likely on a train while you’re reading this
1 annoBellissimo! Parliamone ❤️
Presidente di STEAMiamoci
1 annoMettere la propria #esperienza a disposizione, agevolare lo scambio di #idee, favorire il #confronto intergenerazionale: la #crescita è reciproca, il #riconoscimento è reciproco. Mai isolarsi. #supporto #condivisione #comprensione #comunanza #consolazione #incoraggiamento #nonseisola
Human Being, Contaminator & Man of Peace - Presidente SIRIUM - Sistemi e Risorse Umane - Management Consulting, Training and Headhunting/Recruiting
1 annoAlla fine di tutto il processo di scambio generazionale, e non solo in quello, il termine fondamentale è "CONTAMINAZIONE" attiva. Trasformare apparente asimmetrie in simmetrie sostenibili. Tema lunghissimo.... Grazie Claudia del post di valore!