L’intelligenza artificiale è la nuova plastica, se non ci mettiamo un’etica!
Quando Alexander Parkes inventò nel 1856 la prima plastica artificiale, non credo immaginasse che la sua invenzione avrebbe innescato uno dei processi più autodistruttivi per l’essere umano e che avrebbe ritrovato la sua invenzione dai ghiacci artici sin dentro il proprio cibo.
Esattamente un secolo dopo, nel 1956, si tenne la prima conferenza sull’Intelligenza Artificiale, Dartmouth Summer Research Project on Artificial Intelligence, annoverando tra i partecipanti il celebre Trechard More e chissà se i partecipanti avevano in mente che stavano mettendo le basi per una delle rivoluzioni più impattanti sul Pianeta Terra.
Perché dobbiamo imparare dagli errori sulla plastica per evitare di distruggere l’uomo con l’intelligenza artificiale?
Da quando è stata inventata la plastica l’uomo ha pensato solo ed esclusivamente al profitto a discapito di ogni avvisaglia sulle problematiche ad essa legate, dall’ambiente all’impatto sulla nostra salute.
L’uomo ha quindi agito esclusivamente per inseguire un fine economico a discapito della collettività e dell’ambiente.
I risultati di questo agire sono nei nostri piatti ogni giorno in quanto in media ogni settimana ingeriamo circa 5 grammi di plastica.
L’intelligenza artificiale è agli esordi ed è in mano alle grandi multinazionali che firmano proclami di etica (181 CEOs della Business RoundTable ...) senza dar seguito ad azioni concrete.
Se adottiamo la stessa condotta adottata con la "plastica" anche con l’intelligenza artificiale, se anteporremo gli interessi economici agli interessi della collettività, ambiente e salute, allora non avveleneremo solo il nostro cibo, ma la nostra mente, il nostro essere.
Come mai è così importante mettere un’etica all’AI?
La capacità di risolvere problemi è stata la linea evolutiva che ha seguito il cervello fino ad oggi. Da qualche anno a questa parte le risposte non le cerchiamo più dentro di noi o interagendo con l’ambiente circostante ma su Google Maps, Facebook, Youtube, Tripadvisor e migliaia di altre applicazioni.
Vi consiglio per approfondire di seguire il compagno di viaggio Matteo Flora che produce contenuti come il seguente:
https://www.youtube.com/watch?v=X_zrywoTq_U
In definitiva non attiviamo più processi cognitivi atti a comprendere e sviluppare autonomamente “algoritmi” per risolvere problemi, come ad esempio spostarsi da un luogo a un altro ma ci limitiamo a chiederlo a Siri delegando a un chip il compito di usare il “cervello”.
Un esempio attuale?
La riduzione dei test di logica nella selezione dei nuovi medici nel 2019
Nel nostro immaginario il medico deve comprendere il problema, trovare una soluzione e quindi attuarla.
In realtà nel mondo che stiamo creando, la soluzione la trova un’intelligenza artificiale, ragion per cui la logica non è più un prerequisito fondamentale, neanche per un medico.
Comprendo che in alcuni casi l’efficacia di un algoritmo di fare diagnosi è superiore a quella di un essere umano, ma cosa ci stiamo lasciando dietro?
L’etica nell’AI quindi dove subentra?
Quando Endurance Group ha ideato e lanciato Namu con l’obiettivo di creare algoritmi AI nel settore della vendita ha mappato le caratteristiche umane manifestate dai venditori da preservare nei processi di industrializzazione.
Ho quindi disegnato un AI che tutelasse la capacità dell’essere umano di interagire tra di loro, di evitare forme di addiction indotte per incrementare il tempo passato sull’applicativo, di incentivare la relazione tra esseri umani, di tutelare posti di lavori, di nobilitare la propria professione automatizzando attività di routine tutelando la capacità dell’agente di pensare e prendere scelte in maniera autonoma.
Non a caso l'applicativo si chiama "Anima" ...
Se l’uomo non tutelerà se stesso dall’AI, si troverà ad essere lo schiavo di algoritmi perdendo la bellezza della scoperta della sua vera essenza.
Tu che ruolo hai in questo?
Il tuo ruolo è centrale, in quanto la prima cosa da fare è approfondire la conoscenza su queste tematiche.
Ad esempio oltre a studiare l'AI puoi studiare i nuovi modelli economici che mettono l'uomo al centro, come l'Economia Sferica (ideatore Oscar Di Montigny - scrittore de Il Tempo dei Nuovi Eroi e founder della Società Benefit Be Your Essence Srl)
Se hai un’azienda il mio consiglio è di iniziare un approccio consapevole all’artificial intelligence, partendo da un percorso di formazione, realizzazione di un business case e quindi una sperimentazione operativa.
Meglio sarebbe se il progetto fosse seguito da un team con un’etica 😉
Business Development manager at b2-Ride/ Pikyrent (Gruppo Auriga Spa)
5 anniArticolo illuminante
Member Of The Management Board presso GE Communication Company
6 anniBella sfida! Certamente il parlarne, approfondendo e riflettendo in questi termini, aiuta. Grazie
Co-Founder & Creative Director of LYVA. Studio | Building clear, aligned digital presence for companies and teams — through design, product, and experience-led solutions.
6 anniParole sante! Condivido!
Helping Enterprises Scale Profitably | Transforming Business Models with AI & Operational Innovation
6 anniSulla natura esploratrice dell'uomo e sulla necessità evolutiva dell'allenamento cognitivo costante attraverso la risoluzione di problemi ne parla Pietro Trabucchi nel libro Opus: credo siano riflessioni assolutamente in linea con le tue, sul "pericolo" evolutivo che corriamo demandando a strumenti estrinsechi la risoluzione di problemi.