Molteplicità
VS
Unitarietà
La comunità dei vari Sé (W. James)
Il Sé è fatto di diverse componenti talvolta
conflittuali ma non disaggregate perché
fondamentalmente sempre sentite come
espressione di una unità costituita insieme
dalla vita psichica e dal corpo.

Il contesto sociale gioca un ruolo importante
nella determinazione dei diversi Sé
Molteplicità del Sé: E. Goffman
Metafora del teatro
L’individuo riesce a gestire e cambiare
una pluralità di Self multipli e
fluttuanti in quanto prodotti non da
una qualche attività psichica ma
dagli eventi e dagli scenari sociali
nei quali si agisce
Molteplicità del Sé: K. Gergen
Teoria sociocostruzionista: il Sé come mero
artefatto sociale.

Natura del Sé fluida e mutevole

Un Sé multiplo e pieno di contraddizioni
strettamente connesso con le
circostanze sociali.
Il concetto di identità
Il concetto di identità
L’identità concerne il sentimento di continuità del
Sé che il soggetto prova pur essendo in una
tempesta di mutamenti
Fase adolescenziale
E
Ogni momento in cui è più evidente l’esperienza e la
realtà oggettiva del cambiamento (vecchiaia,
cambiamento di lavoro, pensionamento)
Il concetto di identità e
il concetto di Sé
Nel concetto di identità
 sono presenti tutte le componenti proprie anche
del concetto di Sé
 è più accentuato il significato di continuità
temporale

L’identità è strettamente legata al concetto di Sé:
IDENTITA’: l’unità delle varie componenti del Sé in
un insieme strutturato permanente
Studiosi dell’identità
E.H. Erikson, J.E. Marcia, W. Meeus
I modelli classificatori per lo studio dello
sviluppo dell’identità
E.H. Erikson
Infanzia e società [1950; trad. it. 1966]
Io=processo che garantisce la coerenza e la continuità
della vita psichica
Attività dell’Io=costituisce il sentimento cosciente di
avere un’identità personale socialmente
riconosciuta attraverso un duplice processo:
a)
b)

la percezione di essere se stessi e della continuità
della propria esistenza nel tempo e nello spazio
la percezione che gli altri hanno della nostra esistenza e
della sua continuità
E.H. Erikson
Analisi del
processo di formazione dell’identità

Un processo che dalla prima infanzia continua per tutto
l’arco della vita

Una sorta di accrescimento e di equilibrazione personale
attraverso la registrazione di dubbi, paure e crisi.
E.H. Erikson
Erikson individua 8 stadi di questo processo:
 l’infanzia,
 la prima fanciullezza,
 l’età del gioco,
 l’età scolare,
 l’adolescenza,
 la giovinezza,
 l’età adulta,
 l’età senile
Il passaggio da uno stadio all’altro avviene nei termini di
una crisi, di un conflitto tra due elementi bipolari
contrapposti.
E.H. Erikson
Prenderemo in considerazione le fasi in cui il processo
di costruzione dell’identità diviene più attivo.




l’adolescenza,
la giovinezza,
l’età adulta
E.H. Erikson: l’adolescenza
Secondo Erikson la formazione dell’identità inizia
nel periodo adolescenziale, cioè quando
l’individuo, terminati i processi di
identificazione infantile, si trova a rapportarsi
con un mondo più complesso in cui deve
situarsi
Il dilemma da affrontare nel periodo
adolescenziale riguarda la tensione tra
identità e confusione dell’identità
E.H. Erikson: l’adolescenza
Confusione di ruoli
passare da una identificazione ad un’altra,
provando e riprovando ruoli sociali diversi che
possono generare ansia e confusione per la
mancata realizzazione di una effettiva scelta
in relazione a specifici impegni da assumere.

VS
Acquisizione dell’identità
avviene invece quando l’individuo avrà un Sé ben
definito tale da riuscire a definire con chiarezza
i propri orientamenti di vita e ad esperire una
condizione di benessere personale e sociale
E.H. Erikson: la giovinezza
Essa si caratterizza per un progressivo aumento
delle responsabilità in campi decisivi per la
vita futura, ovvero i rapporti intimi e il lavoro.
La crisi che si sviluppa in questa fase è
Intimità vs Isolamento.
Il rapporto di intimità con un’altra persona si può
raggiungere sulla base della capacità di
impegno raggiunta nella fase adolescenziale.
E.H. Erikson: l’età adulta
La fase dell’età adulta, si caratterizza per il conflitto
vitale che avviene nei termini di generatività
vs
stagnazione e preoccupazione esclusiva di sé.
La generatività, come auspicabile esito di questa
fase, non consiste solo nel diventare genitori, nel
prendersi cura dei propri figli, ma anche nel
desiderio di contribuire al benessere delle
future generazioni.
E.H. Erikson

J.E. Marcia

Ciò che emerge dalla teorizzazione di Erikson è che
l’identità è il criterio mediante il quale vengono fatte
scelte responsabili e impegnative.

Rifacendosi ad Erikson, J.E. Marcia ha individuato due
variabili che sono fondamentali per capire come avviene lo
sviluppo identitario con particolare riferimento ai suoi esiti:



l’esplorazione (che corrisponde all’elemento di crisi)
la scelta (assunzione di impegni verso un qualche ambito
vitale, come scuola e lavoro, o anche verso i propri valori).
J.E. Marcia
Combinando queste due dimensioni, Marcia ha
individuato quattro possibili stati dell’identità:


acquisizione dell’identità: l’individuo ha
esplorato attivamente le varie alternative
giungendo all’assunzione di impegni a lungo
termini in diversi ambiti della sua vita;



blocco dell’identità: l’individuo è sì impegnato in
determinati ambiti (politico, professionale,
religioso) ma non a seguito di un processo di
esplorazione e, dunque, di una valutazione critica
delle diverse alternative, bensì facendo riferimento
alle identificazioni dell’infanzia e a possibili strade
che qualcun altro ha già tracciato per lui;
J.E. Marcia


stato di moratorium: l’individuo è nella fase di
esplorazione delle alternative possibili senza aver
ancora assunto alcun impegno in quanto nessuna
delle opzioni che gli si sono presentate corrisponde
ai suoi interessi e desideri;



stato di diffusione dell’identità: l’individuo ha
esplorato in maniera superficiale le alternative
presenti senza giungere ad alcun investimento su
obiettivi liberamente scelti.
W. Meeus
Da una rassegna degli studi condotti, Wim Meeus ha
rilevato che gli individui nei quattro stati
dell’identità presentano profili differenziati.

-

Coloro che sono nello stato di acquisizione
dell’identità
hanno una immagine di sé buona,
sono autonomi e indipendenti nei giudizi,

-

partecipano attivamente alla vita culturale.



-
W. Meeus

-

Coloro che sono nello stato di blocco
si caratterizzano per una certa rigidità nel pensiero,
sono poco ansiosi,
hanno una bassa autostima e poca autonomia.

Ciò li porta ad essere insicuri nei rapporti e
insoddisfatti della scuola e della vita culturale, alla
quale partecipano ben poco.
W. Meeus


-

Coloro che sono nello stato di moratorium sono
per certi versi simili a coloro che hanno acquisito
l’identità, ma
hanno più paure e più ansie,
sono più soddisfatti della scuola e partecipano
meno alle attività culturali

Chi è in uno stato di moratorium ha avuto uno
sviluppo positivo, ma vive in uno stato di
profonda incertezza riguardo al futuro.
W. Meeus


-

-

Coloro che sono nello stato di diffusione
hanno delle caratteristiche comuni a quelli
nello stato di blocco, infatti
hanno una stima di sé bassa e mancano di
relazioni soddisfacenti, ma
sono meno rigidi e convenzionali.
Prospettiva temporale e
identità
Prospettiva temporale e identità
La prospettiva temporale esistente in un dato
momento è importante in ordine a
iniziativa, livelli di aspirazione, costruttività
con cui l’individuo affronta un compito o una situazione.

L’umore piuttosto che il morale di un individuo
dipendono più dalle aspettative circa il futuro e
dalla rappresentazione delle esperienze passate,
piuttosto che dall’esperienza attuale
Prospettiva temporale e identità
L’ampiezza della prospettiva temporale
 influenza il comportamento attuale
 tende ad aumentare durante lo sviluppo.
È nel periodo adolescenziale che la prospettiva
amplia le sue dimensioni.

ogni individuo, maturando, diviene capace di collocare
le proprie sequenze di azione nel futuro
Prospettiva temporale e identità
L’adolescente inizia a separare in modo più chiaro
i desideri (livelli di irrealtà)
dalle aspettative realizzabili (livelli di realtà).

I pensieri vaghi iniziano ad essere sostituiti da decisioni e
scelte che riguardano il futuro.

Sviluppo della capacità di progettare, cioè di strutturare
la prospettiva temporale in relazione non solo alle
proprie finalità e ai propri valori, ma anche in relazione alla
realtà all’interno della quale si intende realizzare il
progetto, di modo che abbia una strutturazione realistica
Il sentimento di identità
e
la dimensione sociale e
personale dell’identità
Sentimento d’identità
l’esperienza che l’attore sociale vive circa la continuità
nel tempo e nello spazio del proprio Sé, nonché la
propria possibilità di intervenire sull’ambiente e sugli
avvenimenti a ogni momento dato

-l’esperienza che l’individuo vive circa la continuità nel
tempo e nello spazio del proprio Sé (dimensione
temporale)
- la possibilità di intervenire sull’ambiente e sugli
avvenimenti a ogni momento dato (azione)
Sentimento d’identità
E’ a sua volta costituito da due diversi sentimenti

Sentimento
della differenza

Esprime il riconoscimento che un
individuo ha di essere diverso
da ogni altro oggetto, ma
soprattutto da quegli oggetti
particolari che sono le altre
persone

Sentimento
dell’unità

Fa riferimento alla coerenza e alla
stabilità dell’immagine di Sé che
un individuo ha nello spazio e nel
tempo. Tale idea di coerenza e
stabilità è come una linea continua
che ogni individuo traccia per
collegare i diversi atteggiamenti e
le diverse parti che si recitano nel
proprio life-space
Identità
Due processi fondamentali alla base del
processo di costruzione dell’identità:



Appartenenza
Differenziazione

Entrambi entrano in funzione attraverso il
riconoscimento dell’altro.
Identità: i processi di differenziazione


a partire dall’imposizione del nome,
valgono ad individuare il neonato in quanto
singolo.



sono diversamente strutturati nell’ambito
di culture più o meno individualistiche o
collettivistiche
Identità: dinamiche dell’appartenenza
Esse si attuano a livello di gruppi e categorie sociali.


Appartenenze per nascita (categorie sociali), che
l’individuo lo voglia o no (genere, ceto socioeconomico-culturale) e il processo per uscirne può
implicare costi importanti nella costituzione
dell’identità.



Appartenenze per scelta (gruppi sociali):
cambiano in relazione a specifici momenti dello
sviluppo (dal gruppo dei pari ai gruppi politici, religiosi,
culturali).
Identità personale e sociale
Si possono immaginare due punti estremi di un
continuum lungo il quale l’individuo “sente” la
propria identità.

Ad un estremo il
sentimento di identità è
fortemente influenzato
dalla consapevolezza
che l’individuo ha di
appartenere ad un
determinato gruppo

All’altro i sentimenti di identità
appaiono in rapporto ad
un’esperienza profonda di
riflessione su di sé, sulla
propria storia, sulle proprie
speranze e progetti a cui si
associano linee d’azione fondate
su esigenze di coerenza
personale

IDENTITA’ SOCIALE

IDENTITA’ PERSONALE
Identità personale
Attenzione!!!
Identità personale non significa
-

rappresentazione elaborata al di fuori del rapporto
sociale;

- identità privata, non tangibile agli altri: se il soggetto
vuole la può esprimere per cui anche di essa si può
studiare la struttura.
Identità personale
Si caratterizza per tre elementi:




idea di continuità di un soggetto al di là delle
variazioni nel tempo e degli adattamenti all’ambiente;
distinzione di questo soggetto rispetto agli altri;
possibilità di riconoscersi e di essere riconosciuto.

Necessità di essere riconosciuti dagli altri per
poter costituire la propria identità personale
Identità personale
Le forme di riconoscimento sociale consentono la
formazione dell’identità personale dell’individuo

sul piano cognitivo l’individuo interiorizza l’immagine
che gli viene rimandata dagli altri, la interpreta, la accetta
o la modifica o la rinnega, elaborando attivamente
un’autodefinizione.
La categorizzazione e il
confronto sociale:
la Teoria dell’Identità
Sociale di Tajfel
Teoria dell’identità sociale (Tajfel)
Si sviluppa in relazione ad una serie di studi che
coinvolgono anche i conflitti intergruppali.

La semplice appartenenza di gruppo può influenzare gli
atteggiamenti e la condotta nei confronti degli individui
che non ne fanno parte?

Paradigma dei gruppi minimi
Paradigma dei gruppi minimi
Nei suoi esperimenti Tajfel, al fine di individuare
le condizioni minime atte a dar luogo a
fenomeni di discriminazione nei confronti di un
outgroup, creò dei “gruppi” privi di una
struttura interna, di una storia, di una
interazione faccia a faccia tra i componenti, di
un sistema di regole.

Esperimento
Come si spiega la condotta
sistematicamente improntata
al favoritismo nei confronti
dell’ingroup?
Identità sociale
Secondo la teoria dell’identità sociale di Tajfel la
condizione necessaria (anche se non
sufficiente) al verificarsi del suddetto fenomeno
è la categorizzazione

Tale processo cognitivo permette infatti di
- massimizzare le differenze esistenti tra ingroup ed
outgroup
- rendere minime, al tempo stesso, le differenze presenti
al loro interno
Identità sociale
Perché mai la suddivisione del mondo
sociale in categorie dovrebbe di per sé
condurre a privilegiare quelle cui si
appartiene?

La risposta è nella
Teoria dell’ identità sociale
elaborata da Tajfel (1979)
Teoria dell’ Identità sociale
Presupposti:
- le persone preferiscono considerarsi in termini
positivi piuttosto che negativi
- parte della nostra identità deriva dall’appartenenza
a gruppi sociali

siamo fortemente motivati a considerare i gruppi a cui
apparteniamo in chiave positiva
Rapporti tra identità sociale
ed identità personale
J.C. Turner (antico collaboratore di Tajfel)
Il fondamento dell’identità sociale non è dato solo
dall’appartenenza gruppale,bensì anche dal livello al
quale le persone categorizzano se stesse.
Rapporti tra identità sociale
ed identità personale
Tre forme di concettualizzazione identitaria di sé:
a) il livello sovra-ordinato del Sé come essere
umano (human identity);
b) il livello intermedio del Sé come membro di un
gruppo in confronto con membri di un altro
gruppo (social identity);
c) il livello subordinato del Sé personale come
individuo unico rispetto agli altri membri
dell’ingroup (personal identity)
Rapporti tra identità sociale
ed identità personale
L’attivazione delle varie categorie è legata al processo
di categorizzazione che opera in base alle categorie
rese salienti in quel momento

-

-

Se sto confessando i miei sentimenti, è saliente
l’identità personale
Se sono impegnato in una situazione caratterizzata
da appartenenze a gruppi è saliente l’identità
sociale, ecc.
Quando è più saliente l’identità sociale, tanto meno
lo diviene quella personale e viceversa.
Rapporti tra identità sociale
ed identità personale
La teorizzazione di Turner è stata messa in dubbio
da numerose ricerche [Deschamps 1982;
Lorenzi-Cioldi e Doise 1994]

La posizione occupata nella scala gerarchica
sociale del gruppo di cui si è parte
influisce su
il grado di differenziazione che gli individui
fanno all’interno del gruppo stesso.
Rapporti tra identità sociale
ed identità personale

Nei gruppi che godono di prestigio sociale, i
membri tendono non solo ad identificarsi con il
gruppo ma anche a differenziarsi tra loro sul
piano individuale.
Le persone appartenenti a gruppi “dominati”
tendono maggiormente a riconoscersi
attraverso appartenenze gruppali, piuttosto che
a differenziarsi individualmente.
Rapporti tra identità sociale
ed identità personale
L’integrazione di identità sociale
ed identità personale

L’identità sociale e quella personale sono due versanti
non totalmente distinti del Sé che partecipano
insieme a dare significato all’identità

-

l’appartenenza a categorie sociali o l’inserimento in
ruoli sociali comporta un significato personale
tali appartenenze entrano nella concezione di Sé.

Diffusione identità

  • 1.
  • 2.
    La comunità deivari Sé (W. James) Il Sé è fatto di diverse componenti talvolta conflittuali ma non disaggregate perché fondamentalmente sempre sentite come espressione di una unità costituita insieme dalla vita psichica e dal corpo. Il contesto sociale gioca un ruolo importante nella determinazione dei diversi Sé
  • 3.
    Molteplicità del Sé:E. Goffman Metafora del teatro L’individuo riesce a gestire e cambiare una pluralità di Self multipli e fluttuanti in quanto prodotti non da una qualche attività psichica ma dagli eventi e dagli scenari sociali nei quali si agisce
  • 4.
    Molteplicità del Sé:K. Gergen Teoria sociocostruzionista: il Sé come mero artefatto sociale. Natura del Sé fluida e mutevole Un Sé multiplo e pieno di contraddizioni strettamente connesso con le circostanze sociali.
  • 5.
    Il concetto diidentità
  • 6.
    Il concetto diidentità L’identità concerne il sentimento di continuità del Sé che il soggetto prova pur essendo in una tempesta di mutamenti Fase adolescenziale E Ogni momento in cui è più evidente l’esperienza e la realtà oggettiva del cambiamento (vecchiaia, cambiamento di lavoro, pensionamento)
  • 7.
    Il concetto diidentità e il concetto di Sé Nel concetto di identità  sono presenti tutte le componenti proprie anche del concetto di Sé  è più accentuato il significato di continuità temporale L’identità è strettamente legata al concetto di Sé: IDENTITA’: l’unità delle varie componenti del Sé in un insieme strutturato permanente
  • 8.
    Studiosi dell’identità E.H. Erikson,J.E. Marcia, W. Meeus I modelli classificatori per lo studio dello sviluppo dell’identità
  • 9.
    E.H. Erikson Infanzia esocietà [1950; trad. it. 1966] Io=processo che garantisce la coerenza e la continuità della vita psichica Attività dell’Io=costituisce il sentimento cosciente di avere un’identità personale socialmente riconosciuta attraverso un duplice processo: a) b) la percezione di essere se stessi e della continuità della propria esistenza nel tempo e nello spazio la percezione che gli altri hanno della nostra esistenza e della sua continuità
  • 10.
    E.H. Erikson Analisi del processodi formazione dell’identità Un processo che dalla prima infanzia continua per tutto l’arco della vita Una sorta di accrescimento e di equilibrazione personale attraverso la registrazione di dubbi, paure e crisi.
  • 11.
    E.H. Erikson Erikson individua8 stadi di questo processo:  l’infanzia,  la prima fanciullezza,  l’età del gioco,  l’età scolare,  l’adolescenza,  la giovinezza,  l’età adulta,  l’età senile Il passaggio da uno stadio all’altro avviene nei termini di una crisi, di un conflitto tra due elementi bipolari contrapposti.
  • 12.
    E.H. Erikson Prenderemo inconsiderazione le fasi in cui il processo di costruzione dell’identità diviene più attivo.    l’adolescenza, la giovinezza, l’età adulta
  • 13.
    E.H. Erikson: l’adolescenza SecondoErikson la formazione dell’identità inizia nel periodo adolescenziale, cioè quando l’individuo, terminati i processi di identificazione infantile, si trova a rapportarsi con un mondo più complesso in cui deve situarsi Il dilemma da affrontare nel periodo adolescenziale riguarda la tensione tra identità e confusione dell’identità
  • 14.
    E.H. Erikson: l’adolescenza Confusionedi ruoli passare da una identificazione ad un’altra, provando e riprovando ruoli sociali diversi che possono generare ansia e confusione per la mancata realizzazione di una effettiva scelta in relazione a specifici impegni da assumere. VS Acquisizione dell’identità avviene invece quando l’individuo avrà un Sé ben definito tale da riuscire a definire con chiarezza i propri orientamenti di vita e ad esperire una condizione di benessere personale e sociale
  • 15.
    E.H. Erikson: lagiovinezza Essa si caratterizza per un progressivo aumento delle responsabilità in campi decisivi per la vita futura, ovvero i rapporti intimi e il lavoro. La crisi che si sviluppa in questa fase è Intimità vs Isolamento. Il rapporto di intimità con un’altra persona si può raggiungere sulla base della capacità di impegno raggiunta nella fase adolescenziale.
  • 16.
    E.H. Erikson: l’etàadulta La fase dell’età adulta, si caratterizza per il conflitto vitale che avviene nei termini di generatività vs stagnazione e preoccupazione esclusiva di sé. La generatività, come auspicabile esito di questa fase, non consiste solo nel diventare genitori, nel prendersi cura dei propri figli, ma anche nel desiderio di contribuire al benessere delle future generazioni.
  • 17.
    E.H. Erikson J.E. Marcia Ciòche emerge dalla teorizzazione di Erikson è che l’identità è il criterio mediante il quale vengono fatte scelte responsabili e impegnative. Rifacendosi ad Erikson, J.E. Marcia ha individuato due variabili che sono fondamentali per capire come avviene lo sviluppo identitario con particolare riferimento ai suoi esiti:   l’esplorazione (che corrisponde all’elemento di crisi) la scelta (assunzione di impegni verso un qualche ambito vitale, come scuola e lavoro, o anche verso i propri valori).
  • 18.
    J.E. Marcia Combinando questedue dimensioni, Marcia ha individuato quattro possibili stati dell’identità:  acquisizione dell’identità: l’individuo ha esplorato attivamente le varie alternative giungendo all’assunzione di impegni a lungo termini in diversi ambiti della sua vita;  blocco dell’identità: l’individuo è sì impegnato in determinati ambiti (politico, professionale, religioso) ma non a seguito di un processo di esplorazione e, dunque, di una valutazione critica delle diverse alternative, bensì facendo riferimento alle identificazioni dell’infanzia e a possibili strade che qualcun altro ha già tracciato per lui;
  • 19.
    J.E. Marcia  stato dimoratorium: l’individuo è nella fase di esplorazione delle alternative possibili senza aver ancora assunto alcun impegno in quanto nessuna delle opzioni che gli si sono presentate corrisponde ai suoi interessi e desideri;  stato di diffusione dell’identità: l’individuo ha esplorato in maniera superficiale le alternative presenti senza giungere ad alcun investimento su obiettivi liberamente scelti.
  • 20.
    W. Meeus Da unarassegna degli studi condotti, Wim Meeus ha rilevato che gli individui nei quattro stati dell’identità presentano profili differenziati. - Coloro che sono nello stato di acquisizione dell’identità hanno una immagine di sé buona, sono autonomi e indipendenti nei giudizi, - partecipano attivamente alla vita culturale.  -
  • 21.
    W. Meeus  - Coloro chesono nello stato di blocco si caratterizzano per una certa rigidità nel pensiero, sono poco ansiosi, hanno una bassa autostima e poca autonomia. Ciò li porta ad essere insicuri nei rapporti e insoddisfatti della scuola e della vita culturale, alla quale partecipano ben poco.
  • 22.
    W. Meeus  - Coloro chesono nello stato di moratorium sono per certi versi simili a coloro che hanno acquisito l’identità, ma hanno più paure e più ansie, sono più soddisfatti della scuola e partecipano meno alle attività culturali Chi è in uno stato di moratorium ha avuto uno sviluppo positivo, ma vive in uno stato di profonda incertezza riguardo al futuro.
  • 23.
    W. Meeus  - - Coloro chesono nello stato di diffusione hanno delle caratteristiche comuni a quelli nello stato di blocco, infatti hanno una stima di sé bassa e mancano di relazioni soddisfacenti, ma sono meno rigidi e convenzionali.
  • 24.
  • 25.
    Prospettiva temporale eidentità La prospettiva temporale esistente in un dato momento è importante in ordine a iniziativa, livelli di aspirazione, costruttività con cui l’individuo affronta un compito o una situazione. L’umore piuttosto che il morale di un individuo dipendono più dalle aspettative circa il futuro e dalla rappresentazione delle esperienze passate, piuttosto che dall’esperienza attuale
  • 26.
    Prospettiva temporale eidentità L’ampiezza della prospettiva temporale  influenza il comportamento attuale  tende ad aumentare durante lo sviluppo. È nel periodo adolescenziale che la prospettiva amplia le sue dimensioni. ogni individuo, maturando, diviene capace di collocare le proprie sequenze di azione nel futuro
  • 27.
    Prospettiva temporale eidentità L’adolescente inizia a separare in modo più chiaro i desideri (livelli di irrealtà) dalle aspettative realizzabili (livelli di realtà). I pensieri vaghi iniziano ad essere sostituiti da decisioni e scelte che riguardano il futuro. Sviluppo della capacità di progettare, cioè di strutturare la prospettiva temporale in relazione non solo alle proprie finalità e ai propri valori, ma anche in relazione alla realtà all’interno della quale si intende realizzare il progetto, di modo che abbia una strutturazione realistica
  • 28.
    Il sentimento diidentità e la dimensione sociale e personale dell’identità
  • 29.
    Sentimento d’identità l’esperienza chel’attore sociale vive circa la continuità nel tempo e nello spazio del proprio Sé, nonché la propria possibilità di intervenire sull’ambiente e sugli avvenimenti a ogni momento dato -l’esperienza che l’individuo vive circa la continuità nel tempo e nello spazio del proprio Sé (dimensione temporale) - la possibilità di intervenire sull’ambiente e sugli avvenimenti a ogni momento dato (azione)
  • 30.
    Sentimento d’identità E’ asua volta costituito da due diversi sentimenti Sentimento della differenza Esprime il riconoscimento che un individuo ha di essere diverso da ogni altro oggetto, ma soprattutto da quegli oggetti particolari che sono le altre persone Sentimento dell’unità Fa riferimento alla coerenza e alla stabilità dell’immagine di Sé che un individuo ha nello spazio e nel tempo. Tale idea di coerenza e stabilità è come una linea continua che ogni individuo traccia per collegare i diversi atteggiamenti e le diverse parti che si recitano nel proprio life-space
  • 31.
    Identità Due processi fondamentalialla base del processo di costruzione dell’identità:   Appartenenza Differenziazione Entrambi entrano in funzione attraverso il riconoscimento dell’altro.
  • 32.
    Identità: i processidi differenziazione  a partire dall’imposizione del nome, valgono ad individuare il neonato in quanto singolo.  sono diversamente strutturati nell’ambito di culture più o meno individualistiche o collettivistiche
  • 33.
    Identità: dinamiche dell’appartenenza Essesi attuano a livello di gruppi e categorie sociali.  Appartenenze per nascita (categorie sociali), che l’individuo lo voglia o no (genere, ceto socioeconomico-culturale) e il processo per uscirne può implicare costi importanti nella costituzione dell’identità.  Appartenenze per scelta (gruppi sociali): cambiano in relazione a specifici momenti dello sviluppo (dal gruppo dei pari ai gruppi politici, religiosi, culturali).
  • 34.
    Identità personale esociale Si possono immaginare due punti estremi di un continuum lungo il quale l’individuo “sente” la propria identità. Ad un estremo il sentimento di identità è fortemente influenzato dalla consapevolezza che l’individuo ha di appartenere ad un determinato gruppo All’altro i sentimenti di identità appaiono in rapporto ad un’esperienza profonda di riflessione su di sé, sulla propria storia, sulle proprie speranze e progetti a cui si associano linee d’azione fondate su esigenze di coerenza personale IDENTITA’ SOCIALE IDENTITA’ PERSONALE
  • 35.
    Identità personale Attenzione!!! Identità personalenon significa - rappresentazione elaborata al di fuori del rapporto sociale; - identità privata, non tangibile agli altri: se il soggetto vuole la può esprimere per cui anche di essa si può studiare la struttura.
  • 36.
    Identità personale Si caratterizzaper tre elementi:    idea di continuità di un soggetto al di là delle variazioni nel tempo e degli adattamenti all’ambiente; distinzione di questo soggetto rispetto agli altri; possibilità di riconoscersi e di essere riconosciuto. Necessità di essere riconosciuti dagli altri per poter costituire la propria identità personale
  • 37.
    Identità personale Le formedi riconoscimento sociale consentono la formazione dell’identità personale dell’individuo sul piano cognitivo l’individuo interiorizza l’immagine che gli viene rimandata dagli altri, la interpreta, la accetta o la modifica o la rinnega, elaborando attivamente un’autodefinizione.
  • 38.
    La categorizzazione eil confronto sociale: la Teoria dell’Identità Sociale di Tajfel
  • 39.
    Teoria dell’identità sociale(Tajfel) Si sviluppa in relazione ad una serie di studi che coinvolgono anche i conflitti intergruppali. La semplice appartenenza di gruppo può influenzare gli atteggiamenti e la condotta nei confronti degli individui che non ne fanno parte? Paradigma dei gruppi minimi
  • 40.
    Paradigma dei gruppiminimi Nei suoi esperimenti Tajfel, al fine di individuare le condizioni minime atte a dar luogo a fenomeni di discriminazione nei confronti di un outgroup, creò dei “gruppi” privi di una struttura interna, di una storia, di una interazione faccia a faccia tra i componenti, di un sistema di regole. Esperimento
  • 41.
    Come si spiegala condotta sistematicamente improntata al favoritismo nei confronti dell’ingroup?
  • 42.
    Identità sociale Secondo lateoria dell’identità sociale di Tajfel la condizione necessaria (anche se non sufficiente) al verificarsi del suddetto fenomeno è la categorizzazione Tale processo cognitivo permette infatti di - massimizzare le differenze esistenti tra ingroup ed outgroup - rendere minime, al tempo stesso, le differenze presenti al loro interno
  • 43.
    Identità sociale Perché maila suddivisione del mondo sociale in categorie dovrebbe di per sé condurre a privilegiare quelle cui si appartiene? La risposta è nella Teoria dell’ identità sociale elaborata da Tajfel (1979)
  • 44.
    Teoria dell’ Identitàsociale Presupposti: - le persone preferiscono considerarsi in termini positivi piuttosto che negativi - parte della nostra identità deriva dall’appartenenza a gruppi sociali siamo fortemente motivati a considerare i gruppi a cui apparteniamo in chiave positiva
  • 45.
    Rapporti tra identitàsociale ed identità personale J.C. Turner (antico collaboratore di Tajfel) Il fondamento dell’identità sociale non è dato solo dall’appartenenza gruppale,bensì anche dal livello al quale le persone categorizzano se stesse.
  • 46.
    Rapporti tra identitàsociale ed identità personale Tre forme di concettualizzazione identitaria di sé: a) il livello sovra-ordinato del Sé come essere umano (human identity); b) il livello intermedio del Sé come membro di un gruppo in confronto con membri di un altro gruppo (social identity); c) il livello subordinato del Sé personale come individuo unico rispetto agli altri membri dell’ingroup (personal identity)
  • 47.
    Rapporti tra identitàsociale ed identità personale L’attivazione delle varie categorie è legata al processo di categorizzazione che opera in base alle categorie rese salienti in quel momento - - Se sto confessando i miei sentimenti, è saliente l’identità personale Se sono impegnato in una situazione caratterizzata da appartenenze a gruppi è saliente l’identità sociale, ecc. Quando è più saliente l’identità sociale, tanto meno lo diviene quella personale e viceversa.
  • 48.
    Rapporti tra identitàsociale ed identità personale La teorizzazione di Turner è stata messa in dubbio da numerose ricerche [Deschamps 1982; Lorenzi-Cioldi e Doise 1994] La posizione occupata nella scala gerarchica sociale del gruppo di cui si è parte influisce su il grado di differenziazione che gli individui fanno all’interno del gruppo stesso.
  • 49.
    Rapporti tra identitàsociale ed identità personale Nei gruppi che godono di prestigio sociale, i membri tendono non solo ad identificarsi con il gruppo ma anche a differenziarsi tra loro sul piano individuale. Le persone appartenenti a gruppi “dominati” tendono maggiormente a riconoscersi attraverso appartenenze gruppali, piuttosto che a differenziarsi individualmente.
  • 50.
    Rapporti tra identitàsociale ed identità personale L’integrazione di identità sociale ed identità personale L’identità sociale e quella personale sono due versanti non totalmente distinti del Sé che partecipano insieme a dare significato all’identità - l’appartenenza a categorie sociali o l’inserimento in ruoli sociali comporta un significato personale tali appartenenze entrano nella concezione di Sé.