Martina Paioletti 548893
Elisabetta Tonon 548395
Silvia Vendrame 547613
Beatrice Beebe e Frank M.Lachmann

INFANT RESEARCH
E TRATTAMENTO
DEGLI ADULTI
Un modello sistemico-diadico delle interazioni
Raffaello Cortina Editore
INFANT RESEARCH

PSICOANALISI

MODELLO INTEGRATO E INFLUENZA
RECIPROCA

STUDIO DELLE “INTERAZIONI FACCIA A FACCIA”
M-B

Studio del
processo
interattivo
implicito e non
verbale

Studio del processo
interattivo esplicito,
verbale e simbolico
INFANT RESEARCH

PSICOANALISI

Interazioni co-costruite
da entrambi i membri
della diade attraverso:

Dall’ “intendersi” di
Freud alla psicoanalisi
contemporanea con
focus sul processo
interattivo in sé:

VOLTO

VOCE

ORIENTAMENTO
SPAZIALE

AMBITO
VERBALE

SENTIMENTI
E FANTASIE A
OCCHI APERTI

STATI
SOGGETTIVI
ANALISI DEL CASO CLINICO DI BURTON
Nel 1972 B.Beebe e F.Lachmann seguirono il caso di Burton, uno studente
universitario affetto da una grave depressione psicotica. La terapia messa
in atto si focalizzò prettamente su un approccio di orientamento
psicoanalitico. A distanza di 10 anni i due terapeuti hanno analizzato
nuovamente il caso, ripercorrendone le tappe, alla luce del nuovo modello
“sistemico-diadico”.

1972

•PROSPETTIVA
MONOPERSONALE DELLA
PSICHE

Focus sul processo di
strutturazione della
psiche e sul deficit
strutturale
•MODELLO
EVOLUTIVO:
SEPARAZIONEINDIVIDUAZIONE
(MAHLER)

1983

•PROSPETTIVA SISTEMICODIADICA
Non si parla di struttura psicica
ma di “modello di esperienza”
che si organizza in process
attraverso “aspettative di
sequenze di scambi reciproci”
(co-costruzione)
•MODELLO EVOLUTIVO:
ATTACCAMENTOINDIVIDUAZIONE
(BOWLBY)
•MODELLO MONODIREZIONALE

TERAPEUTA

PAZIENTE

NARRAZIONE VERBALE
INTERPRETAZIONI

•MODELLO
BIDIREZIONALE

TERAPEUTA

PAZIENTE

ATTENZIONE AL “NON
VERBALE”

Alla luce di questo confronto, emersero le lacune che il modello teorico e
clinico utilizzato con Burton mostrava. Infatti, nonostante l’esito positivo della
terapia, non erano stati considerati alcuni fattori che all’interno del nuovo
modello teorico (sistemico-diadico) risultano centrali.
Dalla nuova lettura del caso si potè pensare ad un’integrazione tra psicoanalisi
e le nuove scoperte nel campo dell’infant-research in modo da realizzare un
modello di riferimento che nel rispetto di entrambi gli approcci presentasse
arricchimenti reciproci.
Aspetti salienti del modello sistemico - diadico
Maggior attenzione alle variazioni non verbali che richiedono
quindi una forma di elaborazione implicita;
Concetto di coordinazione bidirezionale: secondo cui ogni interaz.
viene co-costruita da entrambi i partner; dunque è fondamentale
approfondire come il paziente influenza il terapeuta e il modo
in cui il terapeuta influenza il paziente.
I processi interni vengono organizzati sia dall’autoregolazione sia
dalla regolazione interattiva. L’individuo quindi può essere
pienamente descritto solo in relazione alla diade. L’influenza recipro
ca tra autoregolazione e regolazione interattiva delinea il concetto
di co-costruzione sia dei processi interni sia di quelli relazionali.
Noi costruiamo e ricostruiamo attivamente ogni informazione, ciò che
percepiamo e ci rappresentiamo è il risultato di una continua
interazione tra ambiente e fattori individuali. Per questo le nostre
rappresentazioni sono sempre “ in process”, ossia costantemente
aggiornate.
MODELLO SISTEMICO-DIADICO

INDIVIDUO

DIADE
SISTEMA

BAMBINO

Unità autorganizzante GENITORE
Unità
e autoregolatoria

autorganizzante e
autoregolatoria

DIADE G-B

Campo
interattivo con
una precisa
organizzazione

Entrambi concorrono a organizzare esperienza e
comportamento ( CO-COSTRUZIONE)
MODELLO SISTEMICO DI SANDER
Diade M-B
e

Ricorrenza di MODELLI
ESPERIENZIALI
nell’interazione

Diade T-P

Principio di corrispondenza di specificità

Si generano ASPETTATIVE (di SEQUENZE di SCAMBIO
RECIPROCO) nel bambino/paziente

“MOMENTO D’INCONTRO”
Riconoscimento
reciproco

sintonia

Sviluppo di senso
d’identità e sé agente
Dalle ricerche presentate in Infant research emerge una complessa
capacità di RAPPRESENTAZIONE PRESIMBOLICA.
L’OGGETTO di questa sono i MODELLI DI INTERAZIONE in cui
madre-bambino partecipano influenzandosi reciprocamente.
La rappresentazione presimbolica comprende sia la
AUTOREGOLAZIONE che la REGOLAZIONE INTERATTIVA.
PROCESSI DI
AUTOREGOLAZIONE

Capacità di regolare il
proprio stato

Non implica
simmetria

PROCESSI DI
REGOLAZIONE
INTERATTIVA

Ogni membro della diade
influenza l’altro e viene da lui
influenzato
Non è implicato
un modello
causale

Non è implicata
l’idea di
un’interazione
positiva
DALL’INTERAZIONE ALLA RAPPRESENTAZIONE
Attraverso l’interazione con la madre, il bambino
sviluppa una capacità comunicativa e sociale a
partire già dai 2 mesi:
ASPETTATIVA DI SEQUENZE
INTERATTIVE
PROTOTIPI
RAPPRESENTAZIONE PRESIMBOLICA
RAPPRESENTAZIONE SIMBOLICA DEL
SE’ E DELL’OGGETTO
In che modo la mente si organizza nell’interazione?
Secondo gli autori la mente si avvale dei 3 principi di salienza;
essi stabiliscono quali siano gli eventi salienti per il bambino
e permettono di capire come egli organizzi le sue aspettative
nell’incontro interattivo durante il primo anno di vita.

1) Principio di regolazione attesa
2) Principio di rottura e riparazione
3) Principio dei momenti affettivi intensi
Principio di regolazione attesa
E’ fra i tre il principio sovrano;
le regolazioni attese e prevedibili attuate nell’interazione
tra madre e bambino,creano una serie di aspettative che
organizzano l’esperienza del bambino;
Inoltre le esperienze interattive ripetitive influenzano quanto
si ripete nella vita adulta.

Principio di rottura e riparazione
Secondo tale principio le esperienze si organizzano in base
al riconoscimento da parte del bambino, di qualcosa che si
modifica o “rompe”l’interazione,violando le sue aspettative,
e al conseguente sforzo di riparare la rottura.
Principio dei momenti affettivi intensi

I momenti affettivi intensi che madre e bambino si scambiano,
siano essi positivi o negativi, hanno un ruolo fondamentale
nell’organizzazione della psiche, delle percezioni e dei ricordi.
I momenti intensi possono generare “ trasformazioni di stato”
profonde (il termine “stato” in generale include cognizione, affetto
e livello di attivazione fisiologica).
Si ritiene infatti che gli stati di vigilanza, attivazione, attività e
sonno siano negoziati socialmente, cioè sono il prodotto di una
regolazione interattiva.
Quindi le prime trasformazioni di stato sono legate sia all’ auto
regolazione sia all’aspettativa che la regolazione interattiva
Faciliterà o ostacolerà tali cambiamenti.
Un’ integrazione dei tre principi:
I 3 principi di salienza rappresentano criteri in base ai quali gli eventi
si organizzano nel corso del primo anno di vita e oltre; grazie a questi
principi il bambino può formarsi delle categorie generalizzate o modelli
di interazione, che sono rappresentati come “regole” della relazione.
poiché i tre principi interagiscono,devono essere considerati insieme.
affinché una rottura possa verificarsi, deve prima esistere un modello
di regolazione attesa.
Inoltre i momenti affettivi intensi, possiedono un impatto organizzante
indipendentemente dalla loro frequenza o intensità; tali momenti,
quando sono positivi, possono riparare le rotture. Tuttavia quando le
rotture sono profonde, conducono a intensi stati affettivi negativi, e
possono avere un impatto traumatico sul processo di autoregolazione.
CAPACITA’ DELLA RAPPRESENTAZIONE PRESIMBOLICA ALL’ETA’
DI 2-3 MESI
•DISCRIMINAZIONE TRA MADRE ED ESTRANEI
il neonato distingue voce e odore della madre differenziandoli da quelli
di estranei (l’apprendimento comincia nell’utero)
•DISRIMINAZIONE UDITIVA DEL SE’
Il neonato distingue e riconosce la propria voce
•PERCEZIONE DI CONTINGENZE E CREAZIONE DI ASPETTATIVE
Il n. individua contingenze tra ciò che fa e le risposte dell’ambiente
creando aspettative su di esso.
•MEMORIA E AFFETTI
Ogni evento viene memorizzato; ciò che conta è il recupero del ricordo

Lo stato emotivo del bambino può influenzare lo sviluppo della memoria
in età precoce (es: traumi)
•LE DIMENSIONI PERCETTTIVE
TEMPO: il b. nasce con la capacità di stimare eventi, sequenze
temporali
SPAZIO: capacità di percezione spaziale (es: localizzare un suono nello
spazio)
AFFETTI: espressione facciale: capacità di leggere gli affetti sul
volto
espressione vocale: percepire affetti nel tono vocale
•RICONOSCIMENTO DI CARATTERISTICHE E FORMAZIONE DI
SCHEMI (riscontrare somiglianze e differenze)
•LA PERCEZIONE TRANSMODALE
Tradurre informazioni di un certo tipo (tattili) in informazioni di altro
tipo (visive)
•LA CATEGORIZZAZIONE PRESIMBOLICA
La capacità del b. di trattare differenziate entità come simili.
Ciò è la base del concetto di RIG (Rappresentazioni di interazioni
PROVE DELL’ESISTENZA DI UN’ORGANIZZAZIONE
PRESIMBOLICA DELLE INTERAZIONI SOCIALI
•I modelli comportamentali si ripetono da un’osservazione ad un’altra
•Bambini con madri depresse ricorrono al modello di interazione deviata
anche nell’interazione con adulti non depressi
•Tracciato EEG di bambini depressi è diverso da quelli non depressi
•Ricerche longitudinali
•Casi clinici
•Esperimento del “volto immobile” di Tronick in cui la madre mostra un
volto inespressivo e il b. la fronteggia con diversi stili di coping
MODELLI DI INTERAZIONE MADRE-BAMBINO

Basati su “regole” che si formano attraverso l’integrazione di:
•DIMENSIONE TEMPORALE: timing interpersonale
•DIMENSIONE SPAZIALE: sequenze interattive funzionanti
(avvicinamento/avvicinamento) e sequenze caccia-fuga
(avvicinamento/evitamento)
•DIMENSIONE AFFETTIVA: rispecchiamento facciale
•LIVELLI DI ATTIVAZIONE FISIOLOGICA: trasformazioni di
stato
RISPECCHIAMENTO FACCIALE
E’il noto processo in cui la madre riflette gli affetti del bambino e
viceversa; ed è uno dei modelli di interazione che contribuiscono
all’interazione presimbolica.
Sono state utilizzate MICROANALISI FILMATE DELLE
SEQUENZE COMPORTAMENTALI DEL GIOCO FACCIA A FACCIA.
SCOPO
indagare la natura dei modelli di interazione tra m. e
b. predittivi per lo sviluppo cognitivo e sociale del bambino.
Tutto cio’ si ricollega al concetto di “trasformazione di stato” di
Stern che è la capacità del partner di favorire un cambiamento
nello stato del bambino la quale ha influenza sull’organizzazione
emergente delle sue rappresentazioni.
LA SCALA DI COINVOLGIMENTO VISIVO (di Beebe e Gerstman)
Misura l’intensità del coinvolgimento nell’interazione visiva m-b.
La scala è di natura multidimensionale (tiene in considerazione
orientamento, espressione facciale, sguardo).
SCALA ADATTA AL BAMBINO
 livello max: sorriso a bocca aperta
 parte superiore: aumento grado di coinvolgimento
 punto centrale: bambino orientato verso la madre e sguardo neutro
 parte inferiore: coinvolgimento decrescente ed espressione negativa
 livello min: inibizione della responsività
Non vi è una corrispondenza esatta di valori ma i partner si muovono nella
STESSA DIREZIONE AFFETTIVA salendo e scendendo insieme nella
scala(corrispondenza del gradiente di Stern)
I tempi in cui ognuno risponde all’altro sono brevissimi.
Ciò si spiega con il fatto che molti comportamenti iniziano in modo
SIMULTANEO: prima che il comportamento di un partner sia completato,
l’altro ha già cominciato a rispondere(schemi visivi anticipatori, Stern).
LA CORRISPONDENZA DEGLI SCHEMI TEMPORALI
IL TIMING E IL RITMO sono i principi organizzatori della
comunicazione, essi sono inconsci e involontari.
IL TIMING COMPORTAMENTALE è il livello di corrispondenza
degli schemi temporali tra i partner (ritmo,velocità, reazione,
turni,ecc).
La capacità di regolare diversi schemi temporali nell’interazione con
la madre

RESPONSIVITA’ TEMPORALE INTERPERSONALE
Si suppone inoltre che il grado di coordinazione temporale nel dialogo
m-b sia predittivo dell’ attaccamento e delle capacità cognitive all’età
di un anno.
Infant research e trattamento degli adulti.beebe e lachmann
AUTOREGOLAZIONE E ATTACCAMENTO NEI BAMBINI
La microanalisi del gioco faccia a faccia m-b a 4 mesi ha dato i
seguenti risultati:
BAMBINO CON ATTACCAMENTO SICURO:
• Sguardo verso la madre
• orientamento faccia a faccia
• espressione facciale positiva
BAMBINO CON ATTACCAMENTO INSICURO:
• orientamento faccia a faccia + comportamento tattile
autoconsolatorio
STRATEGIA AUTOREGOLATORIA
che consente di mantenere l’orientamento stabile nel rapporto con
la madre.
• espressione positiva non accompagnata da sguardo reciproco.
Lo stato interiore e lo stato relazionale vengono co-costruiti.
FOLLOW-UP A 2 ANNI (con gli stessi bambini)
BAMBINI SICURI:
 regolazione bidirezionale
 contatto visivo
 contatto vocale
BAMBINI INSICURI:
L’unica differenza con i b. sicuri consisteva nel fatto che non
rispondevano al comportamento vocale.
CONCLUSIONE:
I disturbi dell’ autoregolazione a 4 mesi hanno valore predittivo
sull’ attaccamento insicuro ad 1 anno e sulla risposta al linguaggio
materno a 2 anni.
LA CONDIVISIONE DEGLI STATI SOGGETTIVI

I diversi modi in cui m-b coordinano reciprocamente le loro risposte
consentono ad entrambi di conoscere le percezioni, il mondo
temporale e i sentimenti reciproci.
SOMIGLIANZA DEL COMPORTAMENTO

STATI EMOTIVI

Si compie dunque una TRALSAZIONE TRASMODALE : dalla
percezione di un’immagine o di uno schema temporale esterno ad
un’esperienza propriocettiva interna.
Essere corrisposto e corrispondere allo stato dell’altro è un aspetto
della rappresentazione presimbolica del sé e dell’oggetto.
MODELLI DI INTERAZIONE DEVIATA
La sintonizzazione della coppia può essere disturbata sotto vari
punti di vista (affetti, livello di attivazione, timing, ecc).
L’INTERAZIONE AVERSIVA (caccia-fuga)
•Essa è comunque regolata bilateralmente, il ritiro del b. influenza
l’intrusione della m. e viceversa.
•Non indica un’interruzione del contatto, ma una DIFESA PRECOCE
caratterizzata da una continua responsività e vigilanza.
•Ad essere compromessa è la qualità del rapporto
•La stabilità di questa interazione provoca un’organizzazione
dell’esperienza disturbata anche in età adulta
L’ORIENTAMENTO AVERSIVO
Il grado di orientamento verso il partner o in direzione opposta è un
segnale molto significativo della disponibilità ad avviare o
interrompere il rapporto.
RICERCHE SULL’ORIENTAMENTO A. NEI BAMBINI
•Studio di Fred:

1.

Orientamento a. a 90°

2.

b. si libera dalle mani della madre

3.

Perdita totale del tono posturale

RICERCHE SULL’ORIENTAMENTO A. NEGLI ADULTI
•Studio di
Rosenfeld:

La percezione di un rapporto positivo tra t-p è
associata alla frequenza con cui le parti superiori
del corpo di entrambi si inclinano e al grado in cui i
loro arti sono speculari
PATOLOGIE DEL SISTEMA
Vanno ricercate nella crescente incapacità del bambino di essere
consapevole del proprio stato e di essere guidato da tale
consapevolezza per cambiarlo di propria iniziativa.
INTERAZIONE MADRE DEPRESSA-BAMBINO
•Studi di
Kaminer:

Le madri più vulnerabili alle esperienze depressive
tendevano a interagire con il bambino quando non
avevano un contatto visivo, quindi il b.imparava che la
capacità di agire in prima persona può manifestarsi
solo quando è in “direzione opposta” rispetto alla
madre.

LE STRATEGIE AUTOREGOLATORIE NON DEVONO ESSERE
CONSIDERATE COME SEGNI DI PATOLOGIA, MA SONO UN
COMPROMESSO TRA IL BISOGNIO DI MANTENERE IL RAPPORTO
E QUELLO DI PROTEGGERE L’INTEGRITA’DELL’ORGANISMO.
L’APPLICAZIONE DEI TRE PRINCIPI DI SALIENZA NEL
PROCESSO TERAPEUTICO
•Essi definiscono in modo più approfondito i processi di
autoregolazione
e di regolazione interattiva;
•Consentono di formulare ipotesi di come si modellino le
aspettative sulle
relazioni sociali che diventano salienti già dal primo anno di vita;
•Applicando questi principi ai casi clinici si possono specificare
ulteriori
modalità di azione terapeutica;
•Stabiliscono punti di contatto fra Infant Research e trattamento
negli
adulti;
Principio della regolazione attesa nel processo terapeutico
All’interno dell’ interazione, paziente e terapeuta costruiscono entrambi
aspettative reciproche, regolando lo scambio momento per momento.
Le modalità di regolazione attesa variano dai comportamenti verbali
(postura, espressione, tono della voce) agli scambi verbali.
Gli effetti di queste regolazioni si fanno sentire in tutto il processo
del trattamento anche se sono più evidenti nella fase di comprensione
e nei processi di esplorazione e chiarificazione.
In queste fasi emergono i temi ripetitivi del paziente, come per
esempio
le sue aspettative di noncuranza, di indifferenza o rifiuto; ma è
proprio
grazie a questo processo che i temi possono essere rivisitati e
modificati.
Oggetto di studio quindi è la struttura del dialogo in sé, a prescindere
dai contenuti verbali.
Principio di rottura e riparazione nel processo terapeutico

Tale principio è una particolare estensione del principio di regolazione
attesa, infatti esso organizza le violazioni delle aspettative e il
conseguente sforzo di risolvere le rotture dell’ interazione.
A seconda di come, quando e dove si verificano, le rotture possono
essere intese in modi differenti:
-

necessarie allo sviluppo dell’interazione;
resistenza del paziente;
incapacità del paziente di tollerare le frustazioni;
incomprensioni da parte del terapeuta;
particolari configurazioni di transfert e contro-transfert.
Principio dei momenti affettivi intensi nel processo terapeutico
Il momento affettivo intenso rappresenta in forma simbolica la
possibilità
di una nuova forma di intimità condivisa tra paziente e terapeuta,
avviando una graduale trasformazione dello stile autoregolatorio del
paziente.
Questi momenti vengono costruiti congiuntamente da entrambi; ciò
modificherà le aspettative del terapeuta e del paziente sull’
interazione,
e nello stesso tempo trasformerà profondamente anche lo stato del
paziente, consentendo di ampliare il livello di autoregolazione e
modificare
i modelli di regolazione interattiva, favorendo il cambiamento
terapeutico.
Elaborazione implicita ed esplicita
L’ importanza dell’ elaborazione implicita comincia ad essere riconosciuta
anche all’ interno della psicoanalisi.
L’ elaborazione implicita comincia ad essere rappresentata ben prima
della comparsa del linguaggio e continua a operare implicitamente per
tutta la vita, agendo al di fuori della consapevolezza, a livello non verbale.
La memoria implicita si basa sulla memoria emotiva procedurale, che è
inconsapevole. La memoria procedurale riguarda le sequenze d’ azione,
le quali influenzano i processi organizzativi che guidano il
comportamento.
All’ inizio queste sequenze sono intenzionali e solo dopo una ripetuta
pratica sono rese automatiche diventando appunto inconsapevoli.
Un esempio di elaborazione implicita è la corrispondenza dei ritmi vocali:
consente di sapere quando è il proprio turno di parlare, con quale
frequenza si alternano i turni, con quanta attenzione ciascuno “coordina”
il ritmo vocale dell’ altro.
L’ idea che l’ azione terapeutica possa esplicarsi a livello implicito, senza
ricorrere a verbalizzazioni, determina un cambiamento importante
all’ interno della psicoanalisi.
CONCLUSIONI
I contributi che le ricerche sui processi interattivi tra madre e
bambino hanno portato all’interno dell’orientamento psicoanalitico
possono essere così riassunti:
•Le capacità presimboliche illustrate indicano che il bambino
possiede già alla nascita un’eccezionale livello di organizzazione e
perciò un’Io rudimentale;
•Mentre la psicoanalisi sottolinea in che modo il sé e l’oggetto
vengono vissuti, la ricerca sull’interazione tra m-b prende in
considerazione ciò che fanno i due partner;

LA PSICOANALISI NECESSITA OGGI DI UNA TEORIA GENERALE
DELL’INTERAZIONE CHE CONSIDERI SIA LA DIMENSIONE
INTERATTIVA NON VERBALE CHE QUELLA VERBALE ESPLICITA.

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  • 1. Martina Paioletti 548893 Elisabetta Tonon 548395 Silvia Vendrame 547613 Beatrice Beebe e Frank M.Lachmann INFANT RESEARCH E TRATTAMENTO DEGLI ADULTI Un modello sistemico-diadico delle interazioni Raffaello Cortina Editore
  • 2. INFANT RESEARCH PSICOANALISI MODELLO INTEGRATO E INFLUENZA RECIPROCA STUDIO DELLE “INTERAZIONI FACCIA A FACCIA” M-B Studio del processo interattivo implicito e non verbale Studio del processo interattivo esplicito, verbale e simbolico
  • 3. INFANT RESEARCH PSICOANALISI Interazioni co-costruite da entrambi i membri della diade attraverso: Dall’ “intendersi” di Freud alla psicoanalisi contemporanea con focus sul processo interattivo in sé: VOLTO VOCE ORIENTAMENTO SPAZIALE AMBITO VERBALE SENTIMENTI E FANTASIE A OCCHI APERTI STATI SOGGETTIVI
  • 4. ANALISI DEL CASO CLINICO DI BURTON Nel 1972 B.Beebe e F.Lachmann seguirono il caso di Burton, uno studente universitario affetto da una grave depressione psicotica. La terapia messa in atto si focalizzò prettamente su un approccio di orientamento psicoanalitico. A distanza di 10 anni i due terapeuti hanno analizzato nuovamente il caso, ripercorrendone le tappe, alla luce del nuovo modello “sistemico-diadico”. 1972 •PROSPETTIVA MONOPERSONALE DELLA PSICHE Focus sul processo di strutturazione della psiche e sul deficit strutturale •MODELLO EVOLUTIVO: SEPARAZIONEINDIVIDUAZIONE (MAHLER) 1983 •PROSPETTIVA SISTEMICODIADICA Non si parla di struttura psicica ma di “modello di esperienza” che si organizza in process attraverso “aspettative di sequenze di scambi reciproci” (co-costruzione) •MODELLO EVOLUTIVO: ATTACCAMENTOINDIVIDUAZIONE (BOWLBY)
  • 5. •MODELLO MONODIREZIONALE TERAPEUTA PAZIENTE NARRAZIONE VERBALE INTERPRETAZIONI •MODELLO BIDIREZIONALE TERAPEUTA PAZIENTE ATTENZIONE AL “NON VERBALE” Alla luce di questo confronto, emersero le lacune che il modello teorico e clinico utilizzato con Burton mostrava. Infatti, nonostante l’esito positivo della terapia, non erano stati considerati alcuni fattori che all’interno del nuovo modello teorico (sistemico-diadico) risultano centrali. Dalla nuova lettura del caso si potè pensare ad un’integrazione tra psicoanalisi e le nuove scoperte nel campo dell’infant-research in modo da realizzare un modello di riferimento che nel rispetto di entrambi gli approcci presentasse arricchimenti reciproci.
  • 6. Aspetti salienti del modello sistemico - diadico Maggior attenzione alle variazioni non verbali che richiedono quindi una forma di elaborazione implicita; Concetto di coordinazione bidirezionale: secondo cui ogni interaz. viene co-costruita da entrambi i partner; dunque è fondamentale approfondire come il paziente influenza il terapeuta e il modo in cui il terapeuta influenza il paziente. I processi interni vengono organizzati sia dall’autoregolazione sia dalla regolazione interattiva. L’individuo quindi può essere pienamente descritto solo in relazione alla diade. L’influenza recipro ca tra autoregolazione e regolazione interattiva delinea il concetto di co-costruzione sia dei processi interni sia di quelli relazionali. Noi costruiamo e ricostruiamo attivamente ogni informazione, ciò che percepiamo e ci rappresentiamo è il risultato di una continua interazione tra ambiente e fattori individuali. Per questo le nostre rappresentazioni sono sempre “ in process”, ossia costantemente aggiornate.
  • 7. MODELLO SISTEMICO-DIADICO INDIVIDUO DIADE SISTEMA BAMBINO Unità autorganizzante GENITORE Unità e autoregolatoria autorganizzante e autoregolatoria DIADE G-B Campo interattivo con una precisa organizzazione Entrambi concorrono a organizzare esperienza e comportamento ( CO-COSTRUZIONE)
  • 8. MODELLO SISTEMICO DI SANDER Diade M-B e Ricorrenza di MODELLI ESPERIENZIALI nell’interazione Diade T-P Principio di corrispondenza di specificità Si generano ASPETTATIVE (di SEQUENZE di SCAMBIO RECIPROCO) nel bambino/paziente “MOMENTO D’INCONTRO” Riconoscimento reciproco sintonia Sviluppo di senso d’identità e sé agente
  • 9. Dalle ricerche presentate in Infant research emerge una complessa capacità di RAPPRESENTAZIONE PRESIMBOLICA. L’OGGETTO di questa sono i MODELLI DI INTERAZIONE in cui madre-bambino partecipano influenzandosi reciprocamente. La rappresentazione presimbolica comprende sia la AUTOREGOLAZIONE che la REGOLAZIONE INTERATTIVA. PROCESSI DI AUTOREGOLAZIONE Capacità di regolare il proprio stato Non implica simmetria PROCESSI DI REGOLAZIONE INTERATTIVA Ogni membro della diade influenza l’altro e viene da lui influenzato Non è implicato un modello causale Non è implicata l’idea di un’interazione positiva
  • 10. DALL’INTERAZIONE ALLA RAPPRESENTAZIONE Attraverso l’interazione con la madre, il bambino sviluppa una capacità comunicativa e sociale a partire già dai 2 mesi: ASPETTATIVA DI SEQUENZE INTERATTIVE PROTOTIPI RAPPRESENTAZIONE PRESIMBOLICA RAPPRESENTAZIONE SIMBOLICA DEL SE’ E DELL’OGGETTO
  • 11. In che modo la mente si organizza nell’interazione? Secondo gli autori la mente si avvale dei 3 principi di salienza; essi stabiliscono quali siano gli eventi salienti per il bambino e permettono di capire come egli organizzi le sue aspettative nell’incontro interattivo durante il primo anno di vita. 1) Principio di regolazione attesa 2) Principio di rottura e riparazione 3) Principio dei momenti affettivi intensi
  • 12. Principio di regolazione attesa E’ fra i tre il principio sovrano; le regolazioni attese e prevedibili attuate nell’interazione tra madre e bambino,creano una serie di aspettative che organizzano l’esperienza del bambino; Inoltre le esperienze interattive ripetitive influenzano quanto si ripete nella vita adulta. Principio di rottura e riparazione Secondo tale principio le esperienze si organizzano in base al riconoscimento da parte del bambino, di qualcosa che si modifica o “rompe”l’interazione,violando le sue aspettative, e al conseguente sforzo di riparare la rottura.
  • 13. Principio dei momenti affettivi intensi I momenti affettivi intensi che madre e bambino si scambiano, siano essi positivi o negativi, hanno un ruolo fondamentale nell’organizzazione della psiche, delle percezioni e dei ricordi. I momenti intensi possono generare “ trasformazioni di stato” profonde (il termine “stato” in generale include cognizione, affetto e livello di attivazione fisiologica). Si ritiene infatti che gli stati di vigilanza, attivazione, attività e sonno siano negoziati socialmente, cioè sono il prodotto di una regolazione interattiva. Quindi le prime trasformazioni di stato sono legate sia all’ auto regolazione sia all’aspettativa che la regolazione interattiva Faciliterà o ostacolerà tali cambiamenti.
  • 14. Un’ integrazione dei tre principi: I 3 principi di salienza rappresentano criteri in base ai quali gli eventi si organizzano nel corso del primo anno di vita e oltre; grazie a questi principi il bambino può formarsi delle categorie generalizzate o modelli di interazione, che sono rappresentati come “regole” della relazione. poiché i tre principi interagiscono,devono essere considerati insieme. affinché una rottura possa verificarsi, deve prima esistere un modello di regolazione attesa. Inoltre i momenti affettivi intensi, possiedono un impatto organizzante indipendentemente dalla loro frequenza o intensità; tali momenti, quando sono positivi, possono riparare le rotture. Tuttavia quando le rotture sono profonde, conducono a intensi stati affettivi negativi, e possono avere un impatto traumatico sul processo di autoregolazione.
  • 15. CAPACITA’ DELLA RAPPRESENTAZIONE PRESIMBOLICA ALL’ETA’ DI 2-3 MESI •DISCRIMINAZIONE TRA MADRE ED ESTRANEI il neonato distingue voce e odore della madre differenziandoli da quelli di estranei (l’apprendimento comincia nell’utero) •DISRIMINAZIONE UDITIVA DEL SE’ Il neonato distingue e riconosce la propria voce •PERCEZIONE DI CONTINGENZE E CREAZIONE DI ASPETTATIVE Il n. individua contingenze tra ciò che fa e le risposte dell’ambiente creando aspettative su di esso. •MEMORIA E AFFETTI Ogni evento viene memorizzato; ciò che conta è il recupero del ricordo Lo stato emotivo del bambino può influenzare lo sviluppo della memoria in età precoce (es: traumi)
  • 16. •LE DIMENSIONI PERCETTTIVE TEMPO: il b. nasce con la capacità di stimare eventi, sequenze temporali SPAZIO: capacità di percezione spaziale (es: localizzare un suono nello spazio) AFFETTI: espressione facciale: capacità di leggere gli affetti sul volto espressione vocale: percepire affetti nel tono vocale •RICONOSCIMENTO DI CARATTERISTICHE E FORMAZIONE DI SCHEMI (riscontrare somiglianze e differenze) •LA PERCEZIONE TRANSMODALE Tradurre informazioni di un certo tipo (tattili) in informazioni di altro tipo (visive) •LA CATEGORIZZAZIONE PRESIMBOLICA La capacità del b. di trattare differenziate entità come simili. Ciò è la base del concetto di RIG (Rappresentazioni di interazioni
  • 17. PROVE DELL’ESISTENZA DI UN’ORGANIZZAZIONE PRESIMBOLICA DELLE INTERAZIONI SOCIALI •I modelli comportamentali si ripetono da un’osservazione ad un’altra •Bambini con madri depresse ricorrono al modello di interazione deviata anche nell’interazione con adulti non depressi •Tracciato EEG di bambini depressi è diverso da quelli non depressi •Ricerche longitudinali •Casi clinici •Esperimento del “volto immobile” di Tronick in cui la madre mostra un volto inespressivo e il b. la fronteggia con diversi stili di coping
  • 18. MODELLI DI INTERAZIONE MADRE-BAMBINO Basati su “regole” che si formano attraverso l’integrazione di: •DIMENSIONE TEMPORALE: timing interpersonale •DIMENSIONE SPAZIALE: sequenze interattive funzionanti (avvicinamento/avvicinamento) e sequenze caccia-fuga (avvicinamento/evitamento) •DIMENSIONE AFFETTIVA: rispecchiamento facciale •LIVELLI DI ATTIVAZIONE FISIOLOGICA: trasformazioni di stato
  • 19. RISPECCHIAMENTO FACCIALE E’il noto processo in cui la madre riflette gli affetti del bambino e viceversa; ed è uno dei modelli di interazione che contribuiscono all’interazione presimbolica. Sono state utilizzate MICROANALISI FILMATE DELLE SEQUENZE COMPORTAMENTALI DEL GIOCO FACCIA A FACCIA. SCOPO indagare la natura dei modelli di interazione tra m. e b. predittivi per lo sviluppo cognitivo e sociale del bambino. Tutto cio’ si ricollega al concetto di “trasformazione di stato” di Stern che è la capacità del partner di favorire un cambiamento nello stato del bambino la quale ha influenza sull’organizzazione emergente delle sue rappresentazioni.
  • 20. LA SCALA DI COINVOLGIMENTO VISIVO (di Beebe e Gerstman) Misura l’intensità del coinvolgimento nell’interazione visiva m-b. La scala è di natura multidimensionale (tiene in considerazione orientamento, espressione facciale, sguardo). SCALA ADATTA AL BAMBINO  livello max: sorriso a bocca aperta  parte superiore: aumento grado di coinvolgimento  punto centrale: bambino orientato verso la madre e sguardo neutro  parte inferiore: coinvolgimento decrescente ed espressione negativa  livello min: inibizione della responsività Non vi è una corrispondenza esatta di valori ma i partner si muovono nella STESSA DIREZIONE AFFETTIVA salendo e scendendo insieme nella scala(corrispondenza del gradiente di Stern) I tempi in cui ognuno risponde all’altro sono brevissimi. Ciò si spiega con il fatto che molti comportamenti iniziano in modo SIMULTANEO: prima che il comportamento di un partner sia completato, l’altro ha già cominciato a rispondere(schemi visivi anticipatori, Stern).
  • 21. LA CORRISPONDENZA DEGLI SCHEMI TEMPORALI IL TIMING E IL RITMO sono i principi organizzatori della comunicazione, essi sono inconsci e involontari. IL TIMING COMPORTAMENTALE è il livello di corrispondenza degli schemi temporali tra i partner (ritmo,velocità, reazione, turni,ecc). La capacità di regolare diversi schemi temporali nell’interazione con la madre RESPONSIVITA’ TEMPORALE INTERPERSONALE Si suppone inoltre che il grado di coordinazione temporale nel dialogo m-b sia predittivo dell’ attaccamento e delle capacità cognitive all’età di un anno.
  • 23. AUTOREGOLAZIONE E ATTACCAMENTO NEI BAMBINI La microanalisi del gioco faccia a faccia m-b a 4 mesi ha dato i seguenti risultati: BAMBINO CON ATTACCAMENTO SICURO: • Sguardo verso la madre • orientamento faccia a faccia • espressione facciale positiva BAMBINO CON ATTACCAMENTO INSICURO: • orientamento faccia a faccia + comportamento tattile autoconsolatorio STRATEGIA AUTOREGOLATORIA che consente di mantenere l’orientamento stabile nel rapporto con la madre. • espressione positiva non accompagnata da sguardo reciproco. Lo stato interiore e lo stato relazionale vengono co-costruiti.
  • 24. FOLLOW-UP A 2 ANNI (con gli stessi bambini) BAMBINI SICURI:  regolazione bidirezionale  contatto visivo  contatto vocale BAMBINI INSICURI: L’unica differenza con i b. sicuri consisteva nel fatto che non rispondevano al comportamento vocale. CONCLUSIONE: I disturbi dell’ autoregolazione a 4 mesi hanno valore predittivo sull’ attaccamento insicuro ad 1 anno e sulla risposta al linguaggio materno a 2 anni.
  • 25. LA CONDIVISIONE DEGLI STATI SOGGETTIVI I diversi modi in cui m-b coordinano reciprocamente le loro risposte consentono ad entrambi di conoscere le percezioni, il mondo temporale e i sentimenti reciproci. SOMIGLIANZA DEL COMPORTAMENTO STATI EMOTIVI Si compie dunque una TRALSAZIONE TRASMODALE : dalla percezione di un’immagine o di uno schema temporale esterno ad un’esperienza propriocettiva interna. Essere corrisposto e corrispondere allo stato dell’altro è un aspetto della rappresentazione presimbolica del sé e dell’oggetto.
  • 26. MODELLI DI INTERAZIONE DEVIATA La sintonizzazione della coppia può essere disturbata sotto vari punti di vista (affetti, livello di attivazione, timing, ecc). L’INTERAZIONE AVERSIVA (caccia-fuga) •Essa è comunque regolata bilateralmente, il ritiro del b. influenza l’intrusione della m. e viceversa. •Non indica un’interruzione del contatto, ma una DIFESA PRECOCE caratterizzata da una continua responsività e vigilanza. •Ad essere compromessa è la qualità del rapporto •La stabilità di questa interazione provoca un’organizzazione dell’esperienza disturbata anche in età adulta
  • 27. L’ORIENTAMENTO AVERSIVO Il grado di orientamento verso il partner o in direzione opposta è un segnale molto significativo della disponibilità ad avviare o interrompere il rapporto. RICERCHE SULL’ORIENTAMENTO A. NEI BAMBINI •Studio di Fred: 1. Orientamento a. a 90° 2. b. si libera dalle mani della madre 3. Perdita totale del tono posturale RICERCHE SULL’ORIENTAMENTO A. NEGLI ADULTI •Studio di Rosenfeld: La percezione di un rapporto positivo tra t-p è associata alla frequenza con cui le parti superiori del corpo di entrambi si inclinano e al grado in cui i loro arti sono speculari
  • 28. PATOLOGIE DEL SISTEMA Vanno ricercate nella crescente incapacità del bambino di essere consapevole del proprio stato e di essere guidato da tale consapevolezza per cambiarlo di propria iniziativa. INTERAZIONE MADRE DEPRESSA-BAMBINO •Studi di Kaminer: Le madri più vulnerabili alle esperienze depressive tendevano a interagire con il bambino quando non avevano un contatto visivo, quindi il b.imparava che la capacità di agire in prima persona può manifestarsi solo quando è in “direzione opposta” rispetto alla madre. LE STRATEGIE AUTOREGOLATORIE NON DEVONO ESSERE CONSIDERATE COME SEGNI DI PATOLOGIA, MA SONO UN COMPROMESSO TRA IL BISOGNIO DI MANTENERE IL RAPPORTO E QUELLO DI PROTEGGERE L’INTEGRITA’DELL’ORGANISMO.
  • 29. L’APPLICAZIONE DEI TRE PRINCIPI DI SALIENZA NEL PROCESSO TERAPEUTICO •Essi definiscono in modo più approfondito i processi di autoregolazione e di regolazione interattiva; •Consentono di formulare ipotesi di come si modellino le aspettative sulle relazioni sociali che diventano salienti già dal primo anno di vita; •Applicando questi principi ai casi clinici si possono specificare ulteriori modalità di azione terapeutica; •Stabiliscono punti di contatto fra Infant Research e trattamento negli adulti;
  • 30. Principio della regolazione attesa nel processo terapeutico All’interno dell’ interazione, paziente e terapeuta costruiscono entrambi aspettative reciproche, regolando lo scambio momento per momento. Le modalità di regolazione attesa variano dai comportamenti verbali (postura, espressione, tono della voce) agli scambi verbali. Gli effetti di queste regolazioni si fanno sentire in tutto il processo del trattamento anche se sono più evidenti nella fase di comprensione e nei processi di esplorazione e chiarificazione. In queste fasi emergono i temi ripetitivi del paziente, come per esempio le sue aspettative di noncuranza, di indifferenza o rifiuto; ma è proprio grazie a questo processo che i temi possono essere rivisitati e modificati. Oggetto di studio quindi è la struttura del dialogo in sé, a prescindere dai contenuti verbali.
  • 31. Principio di rottura e riparazione nel processo terapeutico Tale principio è una particolare estensione del principio di regolazione attesa, infatti esso organizza le violazioni delle aspettative e il conseguente sforzo di risolvere le rotture dell’ interazione. A seconda di come, quando e dove si verificano, le rotture possono essere intese in modi differenti: - necessarie allo sviluppo dell’interazione; resistenza del paziente; incapacità del paziente di tollerare le frustazioni; incomprensioni da parte del terapeuta; particolari configurazioni di transfert e contro-transfert.
  • 32. Principio dei momenti affettivi intensi nel processo terapeutico Il momento affettivo intenso rappresenta in forma simbolica la possibilità di una nuova forma di intimità condivisa tra paziente e terapeuta, avviando una graduale trasformazione dello stile autoregolatorio del paziente. Questi momenti vengono costruiti congiuntamente da entrambi; ciò modificherà le aspettative del terapeuta e del paziente sull’ interazione, e nello stesso tempo trasformerà profondamente anche lo stato del paziente, consentendo di ampliare il livello di autoregolazione e modificare i modelli di regolazione interattiva, favorendo il cambiamento terapeutico.
  • 33. Elaborazione implicita ed esplicita L’ importanza dell’ elaborazione implicita comincia ad essere riconosciuta anche all’ interno della psicoanalisi. L’ elaborazione implicita comincia ad essere rappresentata ben prima della comparsa del linguaggio e continua a operare implicitamente per tutta la vita, agendo al di fuori della consapevolezza, a livello non verbale. La memoria implicita si basa sulla memoria emotiva procedurale, che è inconsapevole. La memoria procedurale riguarda le sequenze d’ azione, le quali influenzano i processi organizzativi che guidano il comportamento. All’ inizio queste sequenze sono intenzionali e solo dopo una ripetuta pratica sono rese automatiche diventando appunto inconsapevoli. Un esempio di elaborazione implicita è la corrispondenza dei ritmi vocali: consente di sapere quando è il proprio turno di parlare, con quale frequenza si alternano i turni, con quanta attenzione ciascuno “coordina” il ritmo vocale dell’ altro. L’ idea che l’ azione terapeutica possa esplicarsi a livello implicito, senza ricorrere a verbalizzazioni, determina un cambiamento importante all’ interno della psicoanalisi.
  • 34. CONCLUSIONI I contributi che le ricerche sui processi interattivi tra madre e bambino hanno portato all’interno dell’orientamento psicoanalitico possono essere così riassunti: •Le capacità presimboliche illustrate indicano che il bambino possiede già alla nascita un’eccezionale livello di organizzazione e perciò un’Io rudimentale; •Mentre la psicoanalisi sottolinea in che modo il sé e l’oggetto vengono vissuti, la ricerca sull’interazione tra m-b prende in considerazione ciò che fanno i due partner; LA PSICOANALISI NECESSITA OGGI DI UNA TEORIA GENERALE DELL’INTERAZIONE CHE CONSIDERI SIA LA DIMENSIONE INTERATTIVA NON VERBALE CHE QUELLA VERBALE ESPLICITA.

Editor's Notes