IPOTESI PER LA FASE POST PANDEMIA
IPOTESI PER LA FASE POST PANDEMIA
Fondi dall’Europa
L’Italia può contare su oltre 250 miliardi di euro messi a disposizione, in vario modo,
dall’Europa tramite:
• acquisti di titoli pubblici dalla Bce: 180 miliardi,
• fondi strutturali Ue: 7-8 miliardi anticipazione 2020, nessuno storno per fondi non
utilizzati pari a circa 8 miliardi
• finanziamenti della Bei alle aziende
• fondi del Mes per la sanità: circa 36 miliardi
• Programma Sure: circa 5 miliardi.
• 5 miliardi come garanzia per i prestiti alle imprese, 5 per l’agricoltura
Risorse da non sprecare, molti sono prestiti, da restituire e sarà meno pesante farlo se
l’economia tornerà a crescere e a produrre ricchezza , quindi lavoro e risorse fiscali
nelle casse dello Stato.
Per questo devono essere impiegati per rimettere in piedi l’economia, favorire
produttività e competitività delle imprese, sostenere la modernizzazione digitale della
pubblica amministrazione e dei suoi servizi, migliorare sanità e formazione, avviare un
grande piano di salvaguardia e di tutela dell’ambiente e delle infrastrutture.
IPOTESI PER LA FASE PANDEMICA E PER LA
POST PANDEMIA
Per ridurre l’impatto negativo, nel breve e medio termine, dei nuovi debiti è necessario
partire, per prima cosa, dal taglio di circa 100 miliardi di euro di spese, provenienti da:
• 40 miliardi di tagli delle Tax Expenditure,
• 40 miliardi con tagli di fondi perduti e
• 20 miliardi con tagli agli acquisti di beni e servizi.
Come indicato dal XII Rapporto di Economia Reale (dettagliato in seguito:
https://www.firstonline.info/per-cambiare-leconomia-100-miliardi-ecco-dove-
prenderli/) , in questo modo tutto il sostegno che verrà dato a famiglie e aziende non
sarà totalmente finanziato in deficit, ma in parte sostenuto da tagli alle spese
improduttive dello Stato.
Meno voli pindarici e più concretezza, partendo dagli investimenti in opere pubbliche.
Occorre uscire dalla logica dell’assistenza, dei sussidi, dei soldi a pioggia, della spesa
pubblica corrente su cui fondare acquisizione di consenso (sostenuta da M5S) a favore
di una politica del lavoro, dell’economia produttiva, dei sostegni alla crescita e allo
sviluppo (Grandi Opere necessarie, infrastrutture, investimenti pubblici e privati).
Tax expenditure
Sono trasferimenti di risorse pubbliche attraverso la riduzione di obblighi
fiscali, quali, ad esempio:
• deduzioni,
• detrazioni,
• esenzioni,
che, riducendo il gettito, producono sul bilancio pubblico un effetto analogo ad
aumenti di spesa.
Da ciò il termine «tax expenditures» (cioè «spese fiscali»).
In particolare, l'Ocse usa il termine "sussidio" se tale trasferimento di risorse è
direttamente collegato all'acquisto di un bene, se invece non esiste una
specifica destinazione, usa semplicemente il termine "trasferimento".
Le 13 voci con il maggiore impatto
quantitativo (superiore a 1 miliardo)
Esempi:
• riduzioni di aliquota (per esempio, la riduzione dell’accisa sul
gasolio per il trasporto di merci e alcune categorie di trasporto
passeggeri);
• regimi sostitutivi (come la cedolare secca sugli affitti);
• detrazioni dall’imposta (ad esempio, quelle dall’Irpef del 19 per
cento delle spese mediche o del 50 per cento delle spese per
ristrutturazioni edilizia);
• deduzioni dall’imponibile (come le deduzioni dall’Irpef, fino a una
certa soglia, dei contributi versati per la previdenza
complementare);
• esclusioni dall’imponibile (esempio: quella dalla base imponibile
Irpef degli assegni familiari e dell’assegno per il nucleo familiare);
• esenzioni (per esempio, l’esenzione dall’Irpef delle pensioni di
guerra) o altre forme ancora, come il particolare credito previsto dal
bonus di 80 euro (“bonus Renzi”).
TAX EXPENDITURE: QUANTE SONO,
QUANTO SI POSSONO TAGLIARE?
Fonte: XII RAPPORTO SULL’ECONOMIA ITALIANA
A cura di Mario Baldassarri e Pasquale Capretta - 2018
Da una analisi voce per voce, come riportato nell’ultima
colonna della Tav.I.4.1, apparirebbero difficilmente
eliminabili voci di Tax Expenditure per circa 120 miliardi.
Ci sembra pertanto che al massimo l’eliminazione delle Tax
Expenditure potrebbe rendere disponibili circa 40 miliardi di
risorse che per altro sarebbero 40 miliardi di maggiori tasse
da pagare da parte dei contribuenti, pur cambiando
ovviamente la platea di riferimento.
TAX EXPENDITURE: QUANTE SONO,
QUANTO SI POSSONO TAGLIARE?
Fonte: XII RAPPORTO SULL’ECONOMIA ITALIANA
A cura di Mario Baldassarri e Pasquale Capretta - 2018
TAX EXPENDITURE: QUANTE SONO,
QUANTO SI POSSONO TAGLIARE?
Fonte: XII RAPPORTO SULL’ECONOMIA ITALIANA
A cura di Mario Baldassarri e Pasquale Capretta - 2018
UNA SPENDING REVIEW IN TRE MINUTI:
QUANTO E DOVE PRENDERE LE RISORSE
Fonte: XII RAPPORTO SULL’ECONOMIA ITALIANA
A cura di Mario Baldassarri e Pasquale Capretta - 2018
Il Rapporto propone alcuni esempi di “spending
review”, che potrebbe consentire di reperire tra i 50
ed i 60 miliardi di euro di risorse ai quali si
potrebbero poi aggiungere risorse ulteriori
provenienti dalla proposta di tagli delle Tax
Expenditure .
Totale della spesa pubblica nel 2016
Fonte: XII RAPPORTO SULL’ECONOMIA ITALIANA
A cura di Mario Baldassarri e Pasquale Capretta - 2018
Questo totale è dovuto a sette grandi voci
• Salari e stipendi, pari a 164 miliardi
• Pensioni ed altre prestazioni sociali, pari a 338 miliardi
• Interessi sul Debito, pari a 66 miliardi
• Gli investimenti pubblici, pari a 36 miliardi, sono diminuiti di 18 miliardi rispetto al
picco del 2009
• Altre Spese, circa 30 miliardi: 15 vanno all’Unione Europea, 5 come aiuti al Resto del
mondo e 10 sono l’Irap pagata dalle Pubbliche Amministrazione che è un semplice
giroconto.
• Contributi a Fondo perduto in conto corrente ed in conto capitale: 61 miliardi
(sarebbe responsabile una rapida spending review su questi fondi perduti e valutare la decisione
di limitarli a quelli veramente essenziali (Anas, Ferrovie e Trasporti Pubblici Locali) ricavando
attorno a 40 miliardi di risorse)
• Acquisti di Beni e Servizi e di Consumi Intermedi di tutte le Pubbliche
amministrazioni: circa 136 miliardi del 2016 (Se questa voce di spesa fosse aumentata della
sola inflazione, avremmo una spesa di 95 miliardi e non di 136, un risparmio di 41 miliardi , un
obiettivo minimo sarebbe almeno dimezzare questo “di più”, risparmiando circa 20 miliardi euro )
Totale della spesa pubblica nel 2016
Fonte: XII RAPPORTO SULL’ECONOMIA ITALIANA
A cura di Mario Baldassarri e Pasquale Capretta - 2018
Andamento della spesa sanitaria 1995 - 2016
Fonte: XII RAPPORTO SULL’ECONOMIA ITALIANA
A cura di Mario Baldassarri e Pasquale Capretta - 2018
Le proposte inascoltate per il 2019
Il disastro annunciato del Conte 1
Fonte: XII RAPPORTO SULL’ECONOMIA ITALIANA
A cura di Mario Baldassarri e Pasquale Capretta - 2018
Le analisi del XII Rapporto indicavano, per il 2019, uno spazio di manovra pari a circa
100 miliardi di euro, attorno al 5% di Pil, provenienti da:
• 40 miliardi di tagli delle Tax Expenditure,
• 40 miliardi con tagli di fondi perduti e
• 20 miliardi con tagli agli acquisti di beni e servizi.

Ipotesi postpandemia 2020

  • 1.
    IPOTESI PER LAFASE POST PANDEMIA
  • 2.
    IPOTESI PER LAFASE POST PANDEMIA Fondi dall’Europa L’Italia può contare su oltre 250 miliardi di euro messi a disposizione, in vario modo, dall’Europa tramite: • acquisti di titoli pubblici dalla Bce: 180 miliardi, • fondi strutturali Ue: 7-8 miliardi anticipazione 2020, nessuno storno per fondi non utilizzati pari a circa 8 miliardi • finanziamenti della Bei alle aziende • fondi del Mes per la sanità: circa 36 miliardi • Programma Sure: circa 5 miliardi. • 5 miliardi come garanzia per i prestiti alle imprese, 5 per l’agricoltura Risorse da non sprecare, molti sono prestiti, da restituire e sarà meno pesante farlo se l’economia tornerà a crescere e a produrre ricchezza , quindi lavoro e risorse fiscali nelle casse dello Stato. Per questo devono essere impiegati per rimettere in piedi l’economia, favorire produttività e competitività delle imprese, sostenere la modernizzazione digitale della pubblica amministrazione e dei suoi servizi, migliorare sanità e formazione, avviare un grande piano di salvaguardia e di tutela dell’ambiente e delle infrastrutture.
  • 3.
    IPOTESI PER LAFASE PANDEMICA E PER LA POST PANDEMIA Per ridurre l’impatto negativo, nel breve e medio termine, dei nuovi debiti è necessario partire, per prima cosa, dal taglio di circa 100 miliardi di euro di spese, provenienti da: • 40 miliardi di tagli delle Tax Expenditure, • 40 miliardi con tagli di fondi perduti e • 20 miliardi con tagli agli acquisti di beni e servizi. Come indicato dal XII Rapporto di Economia Reale (dettagliato in seguito: https://www.firstonline.info/per-cambiare-leconomia-100-miliardi-ecco-dove- prenderli/) , in questo modo tutto il sostegno che verrà dato a famiglie e aziende non sarà totalmente finanziato in deficit, ma in parte sostenuto da tagli alle spese improduttive dello Stato. Meno voli pindarici e più concretezza, partendo dagli investimenti in opere pubbliche. Occorre uscire dalla logica dell’assistenza, dei sussidi, dei soldi a pioggia, della spesa pubblica corrente su cui fondare acquisizione di consenso (sostenuta da M5S) a favore di una politica del lavoro, dell’economia produttiva, dei sostegni alla crescita e allo sviluppo (Grandi Opere necessarie, infrastrutture, investimenti pubblici e privati).
  • 4.
    Tax expenditure Sono trasferimentidi risorse pubbliche attraverso la riduzione di obblighi fiscali, quali, ad esempio: • deduzioni, • detrazioni, • esenzioni, che, riducendo il gettito, producono sul bilancio pubblico un effetto analogo ad aumenti di spesa. Da ciò il termine «tax expenditures» (cioè «spese fiscali»). In particolare, l'Ocse usa il termine "sussidio" se tale trasferimento di risorse è direttamente collegato all'acquisto di un bene, se invece non esiste una specifica destinazione, usa semplicemente il termine "trasferimento".
  • 5.
    Le 13 vocicon il maggiore impatto quantitativo (superiore a 1 miliardo) Esempi: • riduzioni di aliquota (per esempio, la riduzione dell’accisa sul gasolio per il trasporto di merci e alcune categorie di trasporto passeggeri); • regimi sostitutivi (come la cedolare secca sugli affitti); • detrazioni dall’imposta (ad esempio, quelle dall’Irpef del 19 per cento delle spese mediche o del 50 per cento delle spese per ristrutturazioni edilizia); • deduzioni dall’imponibile (come le deduzioni dall’Irpef, fino a una certa soglia, dei contributi versati per la previdenza complementare); • esclusioni dall’imponibile (esempio: quella dalla base imponibile Irpef degli assegni familiari e dell’assegno per il nucleo familiare); • esenzioni (per esempio, l’esenzione dall’Irpef delle pensioni di guerra) o altre forme ancora, come il particolare credito previsto dal bonus di 80 euro (“bonus Renzi”).
  • 6.
    TAX EXPENDITURE: QUANTESONO, QUANTO SI POSSONO TAGLIARE? Fonte: XII RAPPORTO SULL’ECONOMIA ITALIANA A cura di Mario Baldassarri e Pasquale Capretta - 2018 Da una analisi voce per voce, come riportato nell’ultima colonna della Tav.I.4.1, apparirebbero difficilmente eliminabili voci di Tax Expenditure per circa 120 miliardi. Ci sembra pertanto che al massimo l’eliminazione delle Tax Expenditure potrebbe rendere disponibili circa 40 miliardi di risorse che per altro sarebbero 40 miliardi di maggiori tasse da pagare da parte dei contribuenti, pur cambiando ovviamente la platea di riferimento.
  • 7.
    TAX EXPENDITURE: QUANTESONO, QUANTO SI POSSONO TAGLIARE? Fonte: XII RAPPORTO SULL’ECONOMIA ITALIANA A cura di Mario Baldassarri e Pasquale Capretta - 2018
  • 8.
    TAX EXPENDITURE: QUANTESONO, QUANTO SI POSSONO TAGLIARE? Fonte: XII RAPPORTO SULL’ECONOMIA ITALIANA A cura di Mario Baldassarri e Pasquale Capretta - 2018
  • 9.
    UNA SPENDING REVIEWIN TRE MINUTI: QUANTO E DOVE PRENDERE LE RISORSE Fonte: XII RAPPORTO SULL’ECONOMIA ITALIANA A cura di Mario Baldassarri e Pasquale Capretta - 2018 Il Rapporto propone alcuni esempi di “spending review”, che potrebbe consentire di reperire tra i 50 ed i 60 miliardi di euro di risorse ai quali si potrebbero poi aggiungere risorse ulteriori provenienti dalla proposta di tagli delle Tax Expenditure .
  • 10.
    Totale della spesapubblica nel 2016 Fonte: XII RAPPORTO SULL’ECONOMIA ITALIANA A cura di Mario Baldassarri e Pasquale Capretta - 2018 Questo totale è dovuto a sette grandi voci • Salari e stipendi, pari a 164 miliardi • Pensioni ed altre prestazioni sociali, pari a 338 miliardi • Interessi sul Debito, pari a 66 miliardi • Gli investimenti pubblici, pari a 36 miliardi, sono diminuiti di 18 miliardi rispetto al picco del 2009 • Altre Spese, circa 30 miliardi: 15 vanno all’Unione Europea, 5 come aiuti al Resto del mondo e 10 sono l’Irap pagata dalle Pubbliche Amministrazione che è un semplice giroconto. • Contributi a Fondo perduto in conto corrente ed in conto capitale: 61 miliardi (sarebbe responsabile una rapida spending review su questi fondi perduti e valutare la decisione di limitarli a quelli veramente essenziali (Anas, Ferrovie e Trasporti Pubblici Locali) ricavando attorno a 40 miliardi di risorse) • Acquisti di Beni e Servizi e di Consumi Intermedi di tutte le Pubbliche amministrazioni: circa 136 miliardi del 2016 (Se questa voce di spesa fosse aumentata della sola inflazione, avremmo una spesa di 95 miliardi e non di 136, un risparmio di 41 miliardi , un obiettivo minimo sarebbe almeno dimezzare questo “di più”, risparmiando circa 20 miliardi euro )
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    Totale della spesapubblica nel 2016 Fonte: XII RAPPORTO SULL’ECONOMIA ITALIANA A cura di Mario Baldassarri e Pasquale Capretta - 2018
  • 12.
    Andamento della spesasanitaria 1995 - 2016 Fonte: XII RAPPORTO SULL’ECONOMIA ITALIANA A cura di Mario Baldassarri e Pasquale Capretta - 2018
  • 13.
    Le proposte inascoltateper il 2019 Il disastro annunciato del Conte 1 Fonte: XII RAPPORTO SULL’ECONOMIA ITALIANA A cura di Mario Baldassarri e Pasquale Capretta - 2018 Le analisi del XII Rapporto indicavano, per il 2019, uno spazio di manovra pari a circa 100 miliardi di euro, attorno al 5% di Pil, provenienti da: • 40 miliardi di tagli delle Tax Expenditure, • 40 miliardi con tagli di fondi perduti e • 20 miliardi con tagli agli acquisti di beni e servizi.