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Document 52014IR1344

Parere del Comitato delle regioni — Pacchetto politica industriale

GU C 19 del 21.1.2015, pp. 15–23 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

21.1.2015   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 19/15


Parere del Comitato delle regioni — Pacchetto politica industriale

(2015/C 019/04)

Relatore

Markku Markkula (FI/PPE), consigliere comunale di Espoo

Documenti di riferimento

Comunicazione della Commissione — Per una rinascita industriale europea,

COM(2014) 14 final

Comunicazione della Commissione — Una prospettiva per il mercato interno dei prodotti industriali

COM(2014) 25 final

I.   PRINCIPALI MESSAGGI BASATI SULLE ATTIVITÀ DEL CDR NEL MONITORAGGIO DELLA STRATEGIA EUROPA 2020

1.

A partire dal 2010, il CdR ha affrontato la politica industriale in particolare dall’angolazione delle corrispondenti iniziative faro nel quadro della strategia Europa 2020, alla cui valutazione ha dedicato una serie di inchieste e di convegni (1). Questo lavoro è sfociato in una propria valutazione complessiva di Europa 2020, presentata dal Comitato il 7 marzo 2014 nella Dichiarazione di Atene (2) relativa a una visione territoriale per la crescita e l’occupazione, accompagnata da una Relazione di valutazione intermedia (3). In sintesi, il CdR ha chiesto:

a.

che venga data una dimensione territoriale alla strategia Europa 2020, e che siano stabiliti obiettivi differenziati a livello regionale grazie a un approccio combinato dall’alto verso il basso e dal basso verso l’alto;

b.

che la strategia Europa 2020 venga definita e attuata secondo un approccio di governance multilivello;

c.

che vengano adeguatamente finanziati gli investimenti a lungo termine necessari a sostenere la crescita e l’occupazione.

IL COMITATO DELLE REGIONI

2.

sottolinea che, migliorando la partecipazione delle città a tutte le fasi del ciclo di elaborazione delle politiche, l’UE potrà rispondere meglio ai cambiamenti che riguardano i cittadini di tutta Europa. Ciò rende necessario applicare un approccio di governance multilivello, collaborare con tutti i livelli di governo (partenariato verticale), e attuare una cooperazione su scale differenti con tutte le parti in causa (partenariato orizzontale);

3.

propone che la Commissione intensifichi le proprie attività nell’analisi comparativa regionale e locale, nello scambio di esperienze e nell’apprendimento tra pari, tutti elementi cruciali della creazione di capacità di innovazione industriale, e quindi di particolare importanza ai fini della strategia Europa 2020. Per assumere un ruolo di coordinamento e offrire ai partner una piattaforma per il reperimento di soluzioni, occorre che la capacità amministrativa degli enti locali e regionali in tali settori sia rafforzata.

Analisi aggiuntiva della dimensione territoriale del pacchetto politica industriale

4.

Il CdR ha analizzato la dimensione territoriale del pacchetto per la politica industriale, e ha individuato le principali questioni ed esigenze per gli enti locali e regionali nel quadro dell’attuazione della politica industriale: 1) il ruolo delle aree locali e regionali nella catena globale del valore; 2) l’impatto diseguale e persistente della crisi sulla coesione territoriale, economica e sociale; 3) la governance multilivello e il coordinamento politico; 4) la capacità istituzionale e la governance strategica delle politiche industriali; 5) la capacità di promuovere la scoperta imprenditoriale e di regolare il mercato in maniera equa ed efficiente;

5.

osserva che l’analisi comprendeva anche una valutazione dei collegamenti tra tali problemi ed esigenze e le comunicazioni del pacchetto politica industriale, nonché una valutazione comparativa di alcuni casi di buone pratiche. Fra i risultati figurano proposte volte a far sì che gli enti locali e regionali sostengano e promuovano l’attività industriale;

6.

sulla base di quest’analisi, il CdR raccomanda che gli enti locali e regionali dedichino particolare attenzione, nelle loro strategie di ricerca e innovazione basate sulla specializzazione intelligente RIS3, ai seguenti aspetti, la cui realizzazione richiede in vari casi anche azioni della Commissione:

a.

eseguire un’analisi delle esigenze basata sulla situazione e sul potenziale a livello locale;

b.

individuare le opportune priorità specifiche al contesto per il cambiamento strutturale;

c.

realizzare valutazioni tra pari della strategia;

d.

integrare le strategie regionali e locali nel sistema nazionale;

e.

promuovere lo sviluppo delle capacità sul piano istituzionale e della governance;

f.

attuare un solido sistema di monitoraggio e di valutazione in modo tale che orientamenti di gestione e pratiche di revisione flessibili sostengano gli obiettivi di performance e di efficacia;

g.

promuovere regole di mercato e un approccio dal basso verso l’alto alla definizione delle politiche;

h.

esplorare e promuovere l’integrazione e lo sviluppo di tecnologie abilitanti fondamentali specifiche al contesto.

i.

individuare la capacità generatrice di posti di lavoro e mobilitare i know-how locali in particolare nei processi di produzione e di erogazione di servizi.

II.   RACCOMANDAZIONI POLITICHE DI BASE

IL COMITATO DELLE REGIONI

7.

condivide il giudizio della Commissione secondo cui una base industriale forte è essenziale per la competitività dell’Europa e il suo sviluppo stabile. Sottolineando che l’industria rappresenta molto più che il tradizionale settore manifatturiero con cui viene solitamente identificata, e che i processi e gli ecosistemi industriali hanno un enorme impatto su tutta la società, il CdR chiede che le misure proposte sulla base di tale dichiarazione siano attuate rapidamente;

8.

nota che il vantaggio concorrenziale dell’Europa nell’economia mondiale si basa innanzi tutto sui suoi prodotti e servizi sostenibili, ad elevato valore aggiunto, e che pertanto la riduzione, in tempi di crisi economica, dei finanziamenti in innovazione indispensabili per il rinnovamento dell’economia è divenuta un serio rischio per il futuro dell’Europa;

9.

invita l’Europa a riconoscere la necessità di assumere la leadership mondiale in settori strategici con posti di lavoro ad alto valore. A tale fine, occorre stimolare l’industria esistente investendo in nuove tecnologie, migliorando i contesti imprenditoriali, facilitando l’accesso ai mercati e ai finanziamenti, ed assicurando che i lavoratori possiedano le competenze industriali appropriate;

10.

sottolinea che la crisi più prolungata mai subita dall’UE ha evidenziato l’importanza di un’industria forte, competitiva e sostenibile, come base del benessere dei cittadini. Nell’UE, l’industria rappresenta oltre l’80 % delle esportazioni e l’80 % delle attività private di ricerca e innovazione. Nel settore privato quasi un posto di lavoro su quattro è nell’industria, e spesso tali lavori richiedono un livello elevato di capacità professionali. Ogni nuovo posto di lavoro nell’industria manifatturiera genera da 0,5 a 2 posti di lavoro in altri settori;

11.

sottolinea che, accanto alle azioni della società, risultano essenziali anche la capacità di reazione di tutte le imprese industriali e gli interventi che queste eseguono per fare in modo che l’industria, spina dorsale dell’economia reale e del benessere, riesca a divenire concorrenziale;

12.

richiama l’attenzione sulle capacità di gestione del cambiamento a livello locale in tutta Europa. Le competenze industriali e quelle politiche comprendono più che mai la comprensione dei processi aziendali, la gestione delle conoscenze e delle tecnologie e competenze interpersonali. Le attività industriali nelle catene e nelle reti del valore divengono sempre più ampie e complesse, man mano che le grandi imprese e le PMI che operano in settori e in paesi differenti si interconnettono fra loro. Le politiche delle grandi imprese e delle piccole e medie imprese industriali devono essere effettivamente connesse con le politiche industriali concrete degli Stati e delle regioni dove esse sono localizzate;

13.

sottolinea che il concetto tradizionale di filiera produttiva con fasi e fattori di produzione fissi diviene più indistinto, perché la realtà si basa su complesse interazioni in ecosistemi collegati in rete a livello globale. Le tecnologie hanno un ruolo fondamentale nel promuovere soluzioni nuove e sostenibili;

14.

sottolinea l’importanza di mettere in rilievo l’ammodernamento delle industrie tradizionali dell’UE, e in particolare di quelle la cui concorrenzialità era anzitutto determinata dal costo della mano d’opera e in cui è presente un elevato livello di competenza che si può capitalizzare;

15.

prende atto del recente sviluppo industriale, in cui i prodotti industriali e i servizi si integrano a vicenda. Ai servizi è da ascrivere circa il 40 % del valore aggiunto nelle esportazioni manifatturiere europee. Circa un terzo dei posti di lavoro generati da queste esportazioni si trova in imprese che forniscono servizi ausiliari agli esportatori di beni. Servizi come la manutenzione e la formazione costituiscono una parte essenziale della fornitura di manufatti complessi. Nella produzione industriale cresce l’importanza dei servizi professionali, come i servizi finanziari, la comunicazione, l’assicurazione, e i servizi alle imprese ad alta intensità di conoscenze. Ciò spiega in parte l’aumento della quota dei servizi nella produzione complessiva delle economie nazionali;

16.

desidera sottolineare le conseguenze del cambio di modello delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Ormai nelle automobili, nell’elettronica di consumo, nella produzione industriale e nell’assistenza sanitaria sono presenti più reti mobili di quante ve ne siano nelle attività umane di tutti i giorni. Vi sono spesso oltre 10 volte più computer e apparecchiature di rete in una moderna fabbrica di macchine utensili che in un ambiente d’ufficio. Le attività in rete richiedono un’efficace gestione delle conoscenze: la modellizzazione dell’informazione per i sistemi insieme a un’innovazione aperta e a un’attività di collaborazione, con vantaggi per tutti i soggetti coinvolti. Vi è urgente necessità di una modellizzazione delle informazioni regionali nella pianificazione urbana, e di gestione dei processi a livello comunale e regionale;

17.

intende promuovere l’adozione di concetti propri della responsabilità sociale delle imprese nella politica industriale europea, come base di un’economia più produttiva, sostenibile e inclusiva.

Principali priorità delineate nella comunicazione delle Commissione e nella decisione del Consiglio europeo del marzo 2014

IL COMITATO DELLE REGIONI

18.

concorda con la Commissione nel chiedere agli Stati membri di fare propria la questione del rilancio industriale e nell’invitarli a ricercare delle soluzioni condivise al fine di rafforzare la competitività e la crescita sostenibile dell’Europa; ritiene che la Commissione debba sfruttare meglio tutte le potenzialità nel settore della politica industriale previste dall’articolo 173 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, avvalendosi in particolare della possibilità di «prendere ogni iniziativa utile a promuovere il coordinamento [degli Stati membri in materia di politica industriale], in particolare iniziative finalizzate alla definizione di orientamenti e indicatori, all’organizzazione di scambi di migliori pratiche e alla preparazione di elementi necessari per il controllo e la valutazione periodici»;

19.

sottolinea che non è possibile porre in atto una politica industriale quale politica a sé stante, poiché essa ha diverse interazioni con altri ambiti strategici. La strategia industriale dev’essere strettamente legata alle politiche in materia di energia, formazione, ricerca, sviluppo e innovazione, scambi commerciali, infrastrutture, responsabilità sociale, salute e sicurezza; chiede pertanto un approccio più integrato e interdisciplinare in materia di politica industriale;

20.

rileva la necessità di riconoscere le piccole e medie imprese come elemento strategico nella politica industriale europea, applicando efficacemente la comunicazione Small Business Act;

21.

sottolinea l’importanza dell’industria pesante di base nello sviluppo delle bioindustrie europee, e chiede che l’UE adotti nuovi meccanismi di cooperazione e di finanziamento, grazie ai quali le nuove tecnologie europee e altre competenze vengano applicate nei grandi e complessi progetti di rinnovamento dell’industria di base, specialmente nelle zone caratterizzate da problemi di disoccupazione di difficile soluzione;

22.

ribadisce le priorità di cui la Commissione auspica il perseguimento al fine di promuovere la competitività dell’industria europea. Sottolinea tuttavia che si tratta di requisiti di base, che richiedono uno sviluppo ulteriore e un’attuazione concreta;

23.

accoglie con favore l’importante decisione di accrescere la competitività industriale, assunta dal Consiglio europeo il 20 e 21 marzo 2014. Il Consiglio ha affermato che si dovrebbero consolidare le tecnologie abilitanti fondamentali definendo al più presto progetti di interesse europeo, e ha dedicato inoltre speciale attenzione al ruolo della tecnologia pulita come elemento trasversale per rafforzare la competitività dell’industria;

24.

ritiene necessario, nel quadro dell’attuazione del regolamento n. 1260/2012 su una cooperazione rafforzata in materia di brevetti, puntare a un giusto mezzo tra tutela della proprietà intellettuale per stimolare l’innovazione e massima condivisione delle conoscenze che potrebbero essere all’origine dei progressi tecnologici futuri. A livello europeo, bisogna impedire che i brevetti vengano utilizzati come arma strategica, come ad esempio nel caso dell’utilizzazione abusiva delle cosiddette «foreste di brevetti» (patent thicket) o della frammentazione dei brevetti, e promuovere criteri severi di brevettabilità per evitare diritti di monopolio su brevetti a scarso valore aggiunto;

25.

prende atto del fatto che il Consiglio europeo sollecita inoltre la Commissione e gli Stati membri ad affrontare le carenze in campo scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico (competenze STEM) in via prioritaria, con una maggiore partecipazione dell’industria. Per mettere in pratica quanto sopra sono richieste misure urgenti. Il CdR raccomanda che tali misure comprendano interventi volti a migliorare le competenze linguistiche e di conseguenza il funzionamento del mercato interno;

26.

chiede alla Commissione interventi di reindustrializzazione, incentrati sull’eccellenza e in grado di promuovere l’eccellenza in tutte le regioni industrializzate d’Europa, con il sostegno del programma Orizzonte 2020. I programmi Interreg rappresentano strumenti indispensabili, per rafforzare la connessione in rete degli istituti universitari di scienza applicata siti nelle regioni industrializzate, tuttavia, nell’ottica del rafforzamento delle interazioni tra il mondo scientifico e quello industriale, il CdR deplora vivamente che nella programmazione 2014-2020 del programma Orizzonte 2020 non figuri l’azione Regioni della conoscenza, sebbene, in quasi dieci anni di esistenza, si fosse dimostrata un valido strumento del programma quadro, in particolare per il coordinamento dei programmi di ricerca degli aggregati regionali; Il CdR sottolinea che il primo anno di applicazione del programma Orizzonte 2020 ha dimostrato che non è stato sviluppato un nuovo strumento abbastanza efficace per tale esigenza. È urgente sviluppare nuovamente e applicare un analogo nuovo strumento Regioni della conoscenza;

27.

incoraggia la Commissione a porre l’accento sulle relazioni tra la scienza, il mondo economico, la società, i cittadini e il processo decisionale politico, e sostiene il ruolo importante che svolgono le regioni nel riunire tutte le parti direttamente interessate sulla base di un modello a tripla o a quadrupla elica;

28.

fa osservare che il Consiglio ha anche sottolineato che tutti gli strumenti disponibili, compresi i fondi strutturali e di investimento dell’UE, dovrebbero essere utilizzati per realizzare gli obiettivi di competitività e di crescita sostenibile dell’UE.

Pacchetto di investimenti in favore della crescita e dell’occupazione

29.

pone l’accento sulla responsabilità congiunta della Commissione europea, degli Stati membri e degli enti locali e regionali per quanto riguarda la definizione e l’attuazione del pacchetto di investimenti da 300 miliardi volto a promuovere la crescita e l’occupazione, poiché, in questo ambito, tali soggetti hanno competenze complementari a livello giuridico e di bilancio. Nuove soluzioni con un impatto sia a breve che a lungo termine possono basarsi sui seguenti principi:

la rinascita industriale richiede lo sviluppo di strumenti finanziari più efficaci con una migliore integrazione pubblico-privato, compresi capitale di rischio, appalti pubblici innovativi e prestiti o garanzie con una maggiore capacità di rischio;

per investire a sostegno della crescita industriale e dell’occupazione occorrono nuove combinazioni di investimenti strutturali e infrastrutturali, accompagnati da un rinnovamento del processo industriale e da nuove forme di collaborazione tra università e industria in materia di ricerca e innovazione. Questo sviluppo può essere accelerato abbattendo la compartimentazione del sistema e traendo insegnamento dalle più recenti applicazioni industriali e della ricerca in diversi settori aziendali;

la ripresa industriale può essere accelerata intensificando l’utilizzo delle tecnologie digitali e dei servizi online, e soprattutto attuando finalmente il mercato unico europeo del digitale;

30.

sostiene la ricerca di fonti alternative di finanziamento per rafforzare gli ecosistemi, come ad esempio il finanziamento collettivo, il capitale di rischio e altri strumenti innovativi per spezzare la tradizionale dipendenza dai prestiti bancari.

III.   RACCOMANDAZIONI GENERALI RELATIVE ALLE POLITICHE DELL’UE

IL COMITATO DELLE REGIONI

31.

riconosce che il vantaggio concorrenziale dell’Europa nell’economia mondiale si basa su prodotti e servizi sostenibili e ad elevato valore aggiunto, su una gestione efficace delle catene del valore e sull’accesso ai mercati di tutto il mondo;

32.

sottolinea che la stabilità e la prevedibilità del contesto normativo costituiscono le premesse della realizzazione di investimenti industriali nel territorio dell’UE. La stabilità e la prevedibilità di cui sopra devono essere conseguite sia a livello locale e regionale che a livello nazionale e dell’UE. La stabilità e la prevedibilità, come garanzie di sicurezza giuridica per le imprese, devono essere promosse dalla normativa dell’UE, preferibilmente mediante direttive;

33.

sostiene la politica della Commissione di sviluppare il mercato interno come elemento basilare per un’industria competitiva e sostenibile. Ricorda inoltre che la legislazione del mercato interno dei prodotti e dei servizi costituisce un fattore essenziale non soltanto per la competitività dell’industria europea, ma anche per la protezione dei consumatori e dell’ambiente;

34.

condivide l’affermazione della Commissione secondo cui, per rimanere competitivo, il mercato europeo dei prodotti e dei servizi industriali necessita di un quadro regolamentare che faciliti l’innovazione e non crei ostacoli superflui alla tempestiva acquisizione di nuove tecnologie e alla rapida introduzione delle innovazioni nel mercato. La legislazione e le norme dell’UE devono consentire che i nuovi prodotti e servizi e le nuove tecnologie siano rapidamente disponibili sul mercato, in modo che l’Europa possa avvalersi del vantaggio derivante dal fatto di giocare d’anticipo sul mercato mondiale;

35.

sottolinea che le regioni devono essere in grado di definire il proprio potenziale di crescita e di avviare l’innovazione, coinvolgendo in quest’azione di definizione gli organi del potere locale e regionale, in un approccio misto dall’alto verso il basso e dal basso verso l’alto;

36.

ribadisce la sua proposta di concludere dei patti territoriali che consentano di organizzare i diversi livelli di cooperazione legati ai progetti di sviluppo territoriale e promuovono la cooperazione tra regioni. Propone che questo processo sia oggetto di un documento unico di programmazione, affinché a livello regionale le politiche nazionali e locali riflettano la politica settoriale e di coesione dell’UE;

37.

chiede che gli investimenti legati ai suddetti documenti unici di programmazione possano beneficiare di una linea di prestiti specifica della Banca europea per gli investimenti con la finalità di creare nuovi ecosistemi territoriali per l’innovazione economica e sociale. Ciò può costituire uno strumento privilegiato per stimolare le soluzioni innovative, fornire progetti dimostrativi alle imprese e favorire la creazione di consorzi in ambiti che richiedono nuovi partenariati tra imprese. Tali ecosistemi, sotto forma di partenariati pubblico/privati, dovrebbero perseguire il duplice obiettivo di contribuire a potenziare la competitività delle imprese e migliorare l’efficienza del servizio pubblico (razionalizzando quindi la spesa pubblica);

38.

è convinto che lo strumento principale di cui deve dotarsi l’UE per realizzare le sue ambizioni industriali sia rappresentato da una politica regionale di specializzazione intelligente (RIS3), fondata su un’analisi sistematica delle specificità regionali esistenti e del potenziale di innovazione e di crescita;

39.

invita gli Stati membri ad adottare politiche di assetto del territorio che consentano di decidere in tempo utile in merito all’insediamento di aree imprenditoriali e che non creino ostacoli inutili tali da scoraggiare gli insediamenti imprenditoriali;

40.

incoraggia le regioni a tenere conto, nelle proprie strategie di specializzazione intelligente RIS3, dell’esigenza di tecnologie in grado di promuovere lo sviluppo auspicato, e a riconoscere alle misure necessarie per la promozione della politica industriale e alle misure volte ad accrescere i loro partenariati in tutta Europa la priorità ai fini del finanziamento;

41.

invita la Commissione a sostenere in particolare le principali reti interregionali e la cooperazione tra di esse, e a trarre insegnamento dalla loro attività. Si può menzionare come esempio l’Iniziativa Vanguard, che ha posto la rinascita industriale al centro delle attività di specializzazione intelligente, allo scopo di promuovere lo scambio di esperienze, la creazione di scale di eccellenza e la gestione congiunta delle candidature relative ai progetti;

42.

invita l’UE ad assicurare finanziamenti alle regioni per assisterle nella creazione di efficienti ecosistemi dell’innovazione e nell’avvio di iniziative congiunte europee. Richiama l’attenzione sul fatto che le attività di innovazione decentrate sostenute dall’UE sono il solo modo per realizzare in tutta Europa gli obiettivi in materia di ricerca e innovazione per la specializzazione intelligente;

43.

sottolinea che, rispetto al precedente periodo di programmazione 2007-2013, le regole e le prassi definite dagli Stati membri e dalle autorità regionali dovrebbero essere rinnovate per evidenziare e misurare i risultati e l’impatto. Ciò richiede essenzialmente una maggiore partecipazione di tutti i soggetti della ricerca, sviluppo e innovazione della regione all’attuazione delle strategie di specializzazione intelligente, nonché all’efficace creazione di reti a livello dell’UE;

44.

condivide le preoccupazioni espresse da numerosi soggetti europei, secondo cui gli Stati membri e le autorità regionali non hanno seguito gli orientamenti della Commissione in materia di riduzione delle incombenze burocratiche, di rinnovamento del finanziamento in modo che si basi sulle strategie di specializzazione intelligente e di introduzione dello strumento di finanziamento flessibile, orientato agli utenti, dei fondi strutturali e di investimento europei;

45.

invita gli Stati membri a valutare il contesto imprenditoriale locale per rendere più efficace il lavoro delle autorità e ridurre gli oneri amministrativi per le imprese. In questo modo si potranno confrontare le diverse procedure amministrative e meccanismi regolamentari per comprenderne l’influsso sul contesto imprenditoriale locale;

46.

invita le regioni a rivedere, insieme con la Commissione, i loro piani in materia di specializzazione intelligente e di partenariato europeo alla luce delle tecnologie abilitanti fondamentali. Secondo la relazione sulla piattaforma S3 i soggetti regionali responsabili delle politiche hanno numerosi interrogativi in merito agli aiuti di Stato e al finanziamento delle tecnologie abilitanti fondamentali, comprese le norme sul finanziamento dei progetti dimostrativi e dell’infrastruttura;

47.

fa osservare che occorre anche adoperare strumenti nazionali, e in particolare meccanismi di finanziamento innovativi basati sul mercato o di altro tipo. Le nuove priorità di finanziamento concordate dalla Commissione e dalla Banca europea per gli investimenti offrono alle aziende all’avanguardia un’importante opportunità per investimenti basati sulle tecnologie abilitanti;

48.

sottolinea l’importanza dei fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE) e del programma Orizzonte 2020 per rafforzare la competitività industriale dell’UE. Considera particolarmente importante intensificare la ricerca multidisciplinare di punta e l’applicazione pratica dei relativi risultati a livello regionale. Occorrono pacchetti di misure multifondo che consentano in particolare di utilizzare gli ultimi dati della ricerca in materia di tecnologie dell’informazione e della comunicazione e di tecnologie abilitanti fondamentali per modernizzare i vari settori industriali, e di mettere a punto le nuove pratiche necessarie per realizzare risultati sociali durevoli;

49.

resta inoltre importante il sostegno attraverso il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) in quanto strumento concreto che aiuta i cittadini e le regioni a superare le conseguenze della crisi economica e gli effetti della globalizzazione, sostenendo i lavoratori in esubero nella ricerca di un altro impiego;

50.

richiama l’attenzione sul ruolo cruciale del capitale umano delle competenze di prim’ordine e delle qualificazioni per affrontare le sfide industriali. Gli squilibri tra domanda e offerta di competenze e le questioni relative alla formazione costituiranno nei prossimi anni una sfida di primaria importanza per l’industria dell’UE, in particolare man mano che lo sviluppo delle tecnologie produttive accrescerà l’esigenza di competenze professionali particolari. Ritiene necessario accrescere il livello di consapevolezza pubblica in merito a tale questione e creare programmi multidisciplinari e intersettoriali di formazione e istruzione, affinché i risultati della ricerca e delle innovazioni possano essere sviluppati, diventare permanenti ed essere tradotti in pratica;

51.

fa appello alla giovane generazione digitale e alle loro start-up affinché contribuiscano alla definizione e all’attuazione di strategie regionali di specializzazione intelligente, aiutando a individuare le lacune e a migliorare i processi nelle necessarie catene di valore a livello regionale. Le nuove soluzioni innovative dovrebbero concentrarsi sui processi industriali sia pubblici che privati e sui comportamenti dei cittadini nella loro veste di consumatori;

52.

sollecita l’UE, gli Stati membri e le regioni a far sì che i fondi di coesione e Orizzonte 2020 siano orientati verso investimenti in opportunità industriali transregionali, transfrontaliere e transettoriali che facciano crescere la competitività. Particolare attenzione deve essere rivolta alle infrastrutture per l’energia, i trasporti e il digitale, consentendo la cooperazione tra paesi, l’integrazione a livello di catene di approvvigionamento e il rafforzamento del commercio infra UE.

È urgente accelerare il cambiamento

IL COMITATO DELLE REGIONI

53.

ha sottolineato in precedenti pareri l’esigenza di riforme strutturali dell’industria e messo in evidenza l’importanza della capacità di reazione della società e delle imprese nella competizione derivante dalla globalizzazione e dalla digitalizzazione. Tali raccomandazioni sono anche legate all’azione volta ad innalzare il livello di qualificazione richiesto, a una concezione basata sul ciclo di vita che sottolinea l’impatto globale e agli obiettivi relativi ai cambiamenti climatici. Tra le suddette osservazioni figurano le seguenti:

a.

la politica industriale deve diventare uno dei pilastri della costruzione europea ed essere considerata come una vera e propria priorità politica, oggetto di un impegno politico pari per intensità a quello profuso per la coesione, le infrastrutture o l’agricoltura; una gestione lungimirante delle competenze e delle trasformazioni va considerata come una componente fondamentale della strategia industriale a tutti i livelli (4). L’UE deve sostenere finanziariamente le regioni che introducono strumenti innovativi in una gestione del cambiamento orientata al futuro;

b.

questo approccio globale schiude anche grandi opportunità soprattutto nello sviluppo di nuovi materiali sostenibili e contribuisce al conseguimento degli obiettivi in materia di riduzione delle emissioni di CO2 fissati dalla strategia Europa 2020.Un approccio coerente basato sul ciclo di vita inizia già dalla fase di progettazione di un prodotto (nel parere originale «di una vettura»), tiene conto di tutte le conseguenze ambientali nel processo di produzione, include ovviamente la fase operativa nonché, per ultimo, il riciclaggio e/o il trattamento per il successivo riutilizzo (5);

54.

ha già individuato i principali cambiamenti necessari nella politica industriale, gli investimenti richiesti per l’ammodernamento dell’attività delle imprese e i mezzi per metterli in atto. Le seguenti citazioni da un parere del CdR adottato tre anni fa mostrano che i suddetti orientamenti sono ancora in preparazione e che le misure dell’UE sono troppo lente per rispondere tempestivamente alle esigenze mutevoli dell’economia e delle imprese. Il CdR (6):

a.

conviene sulla necessità di fare progressi sul piano della specializzazione intelligente, per promuovere la competitività del tessuto industriale, e invita gli enti regionali e locali a promuovere le proprie nicchie di innovazione. La specializzazione intelligente è l’anello di congiunzione tra la comunicazione sulla politica industriale e l’iniziativa faro L’Unione dell’innovazione;

b.

ritiene che le amministrazioni pubbliche possano essere un forte elemento trainante della competitività delle imprese grazie a una politica innovativa in materia di appalti pubblici;

c.

conviene sull’urgenza di realizzare riforme strutturali per rispondere ai cambiamenti radicali che interessano il contesto imprenditoriale;

55.

sottolinea che il cambiamento può essere accelerato assegnando al livello locale e regionale risorse maggiori. Occorrono attività pionieristiche innovative e di elevata qualità, e una diffusione in tutta Europa dei risultati. Le regioni sono pronte ad avviare la sperimentazione e la creazione rapida di prototipi, che sono fattori essenziali per il successo;

56.

ha affrontato in vari pareri la questione di quali aspetti debbano avere la priorità nella fase di attuazione. I seguenti esempi provengono dal parere sul programma Orizzonte 2020 (7), adottato dal CdR due anni fa, e sono pertinenti in particolare per quanto riguarda l’attuazione del pacchetto politica industriale. Il CdR:

a.

osserva che i prodotti di successo in campo internazionale sono il risultato di sperimentazioni di altissimo livello basate su catene di valore ed ecosistemi. Il programma Orizzonte 2020 deve essere in grado di creare le condizioni necessarie per rendere operative le catene d’innovazione. Solo così sarà possibile rispondere alle principali sfide che interessano la società e all’esigenza di trasformazione industriale;

b.

sottolinea che le tecnologie abilitanti fondamentali svolgono un ruolo importante nell’ambito del programma Orizzonte 2020. Dette tecnologie, tuttavia, non vanno sviluppate unicamente in programmi scientifici e tecnologici separati; esse devono piuttosto essere collegate, già nella fase di ricerca e sviluppo, alle catene di valore industriale e alle reti di valore globale nel campo dell’innovazione, nonché alle attività volte a sviluppare gli ecosistemi regionali e i cluster dell’innovazione e a rafforzare le competenze.

IV.   RACCOMANDAZIONI STRATEGICHE SPECIFICHE, RIGUARDANTI IL CONTESTO IMPRENDITORIALE

IL COMITATO DELLE REGIONI

57.

riconosce che la concorrenza globale è cambiata in maniera decisiva, e che occorre non soltanto adeguarsi alla realtà, bensì per molti versi anche trasformarsi in elemento trainante del cambiamento. Nel valutare l’attuale legislazione dell’Unione e nel definire gli obiettivi dei finanziamenti per la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione occorre tenere maggiormente conto della competitività globale a lungo termine delle imprese europee;

58.

sottolinea che la legislazione unionale sui prodotti industriali stabilisce i principali obblighi a carico delle imprese in materia di sicurezza, salute e altri aspetti di interesse pubblico. È particolarmente importante evitare di sovraccaricare l’industria con modifiche inutilmente frequenti della legislazione, mettendo invece a disposizione meccanismi concreti volti a facilitare e sostenere gli investimenti delle imprese. L’eliminazione controllata delle barriere normative è importante nel momento in cui lo sviluppo tecnologico avanza sempre più rapidamente e le catene globali di approvvigionamento si integrano sempre più;

59.

incoraggia le regioni e le città d’Europa a creare e attuare un quadro normativo che stimoli l’innovazione e gli investimenti nelle TIC in tutta l’economia del loro territorio. Ristabilendo il suo ruolo in quanto innovatore globale l’UE metterà in moto un circolo virtuoso fatto di incrementi di produttività, crescita e creazione di posti di lavoro;

60.

segnala che la Commissione si è impegnata a far sì che la legislazione sia stabile nel lungo periodo, e ha annunciato una considerevole semplificazione della normativa, obiettivo questo che richiede di essere perseguito prioritariamente e con immediatezza. Per i nuovi atti normativi occorre procedere ad approfondite valutazioni di impatto. Le norme europee fungono in pratica da riferimento in tutto il mondo, e la Commissione continuerà a promuovere un sistema di standard internazionali;

61.

invita nuovamente la Commissione a migliorare la propria capacità di analisi e a perfezionare lo strumento di sostegno alle imprese, valutando la possibilità di creare, come ha già accettato di fare per le industrie agroalimentari, una nuova categoria di impresa di dimensione intermedia, a metà strada tra una PMI e una grande impresa, con un organico compreso tra 250 e 750 unità e con un fatturato inferiore a 200 milioni di euro. Questa categoria d’impresa potrebbe beneficiare di tassi di sostegno adeguati, superiori a quello delle grandi imprese e inferiori a quello delle PMI (8);

62.

fa presente che nel luglio 2014 sono entrate in vigore le nuove norme sugli aiuti di Stato per il regolamento generale di esenzione per categoria e le attività di ricerca, sviluppo e innovazione (9). Esse consentono di aumentare gli investimenti destinati alla ricerca e all’innovazione, specie nel caso di raggruppamenti complessi di investimenti su vasta scala, con l’obiettivo, tra l’altro, di incidere in modo significativo sul rinnovamento industriale;

63.

osserva che semplificare l’applicazione dei fondi strutturali e di investimento dell’UE estendendo il campo di applicazione del regolamento generale sull’esenzione per categoria costituisce un notevole passo in avanti;

64.

rileva che il regolamento generale sull’esenzione per categoria definisce le condizioni nelle quali gli aiuti di Stato sono esenti dall’obbligo di notifica previa alla Commissione, stabilisce per tale notifica soglie e intensità di aiuto superiori, e introduce nuove categorie di aiuti esenti, come ad esempio gli aiuti ai poli di innovazione e gli aiuti sotto forma di investimenti nelle infrastrutture della ricerca;

65.

osserva che il quadro degli aiuti di Stato per le attività di ricerca, sviluppo e innovazione comprende gli aiuti per lo sviluppo sperimentale e la ricerca industriale, e che per la ricerca applicata sono adesso consentiti massimali di intensità di aiuto più elevati;

66.

constata che lo strumento degli importanti progetti di interesse comune europeo ha, al di là delle attività di ricerca e sviluppo, una vasta portata, che comprende la prima esecuzione, e che l’esecuzione di tali progetti richiede spesso una significativa partecipazione delle pubbliche autorità, poiché il mercato altrimenti non finanzierebbe tali progetti;

67.

ribadisce che gli importanti progetti di interesse comune europeo possono rappresentare un essenziale contributo alla crescita economica, all’occupazione e alla competitività dell’economia e dell’industria dell’UE, a causa delle loro ricadute positive sul mercato interno e sulla società dell’UE;

68.

sottolinea che gli Stati membri e l’industria dovrebbero avvalersi pienamente delle possibilità offerte dalle nuove regole in materia di aiuti di Stato quando promuovono l’attività imprenditoriale, il rinnovamento industriale e la creazione di posti di lavoro in Europa;

69.

evidenzia che le imprese europee che operano nei principali mercati emergenti, pur dovendo sottostare alle condizioni sleali di concorrenza, dovrebbero accrescere la propria capacità di innovazione e divenire soggetti di primaria importanza in catene di valore connesse in rete e in espansione dinamica.

Bruxelles, 3 dicembre 2014.

Il presidente del Comitato delle regioni

Michel LEBRUN


(1)  http://portal.cor.europa.eu/europe2020/Pages/MTAR.aspx

(2)  http://portal.cor.europa.eu/europe2020/Documents/2210%20Athens%20declaration%20A5%20indd.pdf

(3)  http://portal.cor.europa.eu/europe2020/Documents/CoR%20Europe%202020%20mid-term%20assessment%20report.pdf

(4)  CdR 2255/2012 fin.

(5)  CdR 1997/2013 fin.

(6)  CdR 374/2010 fin.

(7)  CdR 402/2011 fin.

(8)  Cfr. il parere CdR 2255/2012 fin, punto 18.

(9)  Comunicazione della Commissione 2014/C 188/02 e regolamento (UE) della Commissione n. 651/2014.


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