Choose the experimental features you want to try

This document is an excerpt from the EUR-Lex website

Document 52014IR2448

Parere del Comitato delle regioni — Politica e governance di Internet

GU C 19 del 21.1.2015, pp. 65–69 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

21.1.2015   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 19/65


Parere del Comitato delle regioni — Politica e governance di Internet

(2015/C 019/14)

Relatrice:

Odeta Žerlauskienė (LT/ALDE), membro del consiglio del comune di Skuodas

Testo di riferimento:

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni: Governance e politica di Internet Il ruolo dell’Europa nel forgiare il futuro della governance di Internet

COM(2014) 72 final

RACCOMANDAZIONI POLITICHE

IL COMITATO DELLE REGIONI

1.

osserva che Internet, come spazio d’informazione globale, è diventato un elemento imprescindibile della società contemporanea e un bene pubblico e il suo corretto funzionamento è questione di interesse generale a livello internazionale;

2.

accoglie con favore i processi attualmente in atto di rafforzamento a livello internazionale della governance di Internet, in particolare le iniziative volte a promuovere il passaggio a una governance globale e onnicomprensiva di Internet, intrapresi dal governo degli Stati Uniti, che ha svolto un ruolo cruciale nello sviluppo di Internet;

3.

invita l’Unione europea a unirsi attivamente al processo di elaborazione della governance globale di Internet, rafforzando e consolidando il modello di buona governance dell’UE e, in relazione a ciò, accoglie favorevolmente l’intenzione della Commissione di definire il ruolo dell’Unione europea nella politica globale di governance di Internet con la presentazione della comunicazione sulla Politica e la Governance di Internet nonché l’obiettivo proclamato dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker di creare un mercato interno digitale e un’agenda digitale unica.

L’ASPETTO DEI VALORI DELLA POLITICA DI GOVERNANCE DI INTERNET

4.

Osserva che lo sviluppo di Internet, come spazio di comunicazione e di scambio di dati tra le persone basato sulle tecnologie è inseparabile dai valori che costituiscono la base delle relazioni reciproche tra le persone, ragion per cui anche il ruolo dell’Unione europea nella politica di miglioramento di Internet non può essere distinto dai valori fondamentali dell’Unione;

5.

l’approccio europeo verso il futuro di Internet deve basarsi sui principi fondamentali dell’UE: libertà, apertura e neutralità;

6.

sottolinea l’importanza di Internet come strumento di sostegno e promozione della diversità culturale, che è uno dei valori fondamentali onorati dall’Unione europea (1), e fa notare che anche in futuro la politica di governance di Internet deve tener conto della diversità culturale e linguistica, salvaguardarla e incentivarla;

7.

accoglie con compiacimento il punto di vista della Commissione europea secondo cui i processi multipartecipativi (con una pluralità di soggetti) legati alla politica di Internet dovrebbero conformarsi ai diritti fondamentali e corrispondere ai principi di trasparenza (possibilità di partecipazione per tutte le parti interessate), di inclusività e di equilibrio (obbligo per i responsabili di utilizzare tutte le possibilità di coinvolgere tutti gli attori interessati) e di dovere di rendicontazione (impegno a dar conto regolarmente delle proprie azioni a tutte le parti interessate) (2);

8.

richiama l’attenzione sulle discussioni in corso in merito al riconoscimento del diritto a Internet come diritto umano, sulle decisioni prese da alcuni Stati, inclusi Stati membri dell’UE (3) in questa materia e sulle affermazioni, sull’altro fronte, di chi sostiene l’opinione opposta, secondo cui Internet è solo una tecnologia che contribuisce al godimento dei diritti fondamentali (4), e raccomanda di dichiarare l’uso di Internet un diritto civile inalienabile, che le autorità nazionale e gli enti locali e regionali possono contribuire a far rispettare entro i limiti della loro sfera di competenza;

9.

ricorda che gli orientamenti per lo sviluppo di Internet annunciati nell’agenda di Tunisi sullo sviluppo della società dell’informazione adottata nel 2005 (5), la quale prevedeva che alla governance di Internet dovessero partecipare gli Stati, il settore privato e la società civile (paragrafo 34), non si possono interpretare in senso restrittivo e che il concetto di «Stato» è incompleto se non comprende direttamente il livello di governo più vicino al singolo cittadino, vale a dire gli enti locali e regionali;

10.

richiama l’attenzione sul fatto che gli oltre 1 00  000 enti di governo locali e regionali, in rappresentanza del livello dell’autonomia locale e regionale di tutti i 28 Stati membri dell’Unione europea, partecipano come soggetti importanti alla politica di Internet, sia come creatori di contenuti Internet, sia come attori che permettono un maggiore accesso a Internet e quindi devono avere opportunità sufficienti di partecipare direttamente alla formazione della posizione europea in merito alle questioni della politica della governance globale di Internet, tanto a livello nazionale quanto a livello europeo;

11.

sottolinea che la strategia della politica di governance di Internet può diventare uno strumento efficace per creare un’immagine internazionale attraente dell’UE, presentando l’UE come un soggetto cruciale per l’elaborazione della politica di Internet e per la definizione delle norme di buone pratiche delle politiche pubbliche a livello mondiale.

UN APPROCCIO COMUNE ALLA GOVERNANCE DI INTERNET

12.

Constata che a livello internazionale, i punti di vista assunti sulla governance di Internet, formulati nell’agenda di Tunisi, nelle conclusioni della conferenza NET Mundial (6), nella dichiarazione dell’OCSE, nelle conclusioni del vertice mondiale sulla società dell’informazione (7), si differenziano molto poco, fatto che mostra che si sta formando un consenso globale in materia di governance di Internet;

13.

mette in evidenza che l’approccio al futuro di Internet dell’agenda di Tunisi sintetizzato dall’acronimo inglese COMPACT, che sta a significare che Internet deve essere uno spazio di responsabilità civica (Civic responsibilities), un’unica risorsa non frammentata (One unfragmented resource) secondo un modello di governance multipartecipativo e un mezzo per promuovere la democrazia e i diritti umani (Multistakeholder approach to Promote democracy and human rights), una rete fondata su una solida architettura tecnologica (Architecture) in grado di conquistare la fiducia degli utenti (Confidence) e di agevolare una governance trasparente (Trasparence), sia dell’infrastruttura soggiacente sia dei servizi da questi veicolati, rimane attuale e deve fungere da orientamento per l’elaborazione della posizione europea su questa questione;

14.

si compiace dell’impegno assunto dal governo degli USA di riorganizzare l’attività di attribuzione dei domini Internet di primo livello nazionali (in inglese ccTLD) applicando al posto di un modello unilaterale basato sull’ICANN (in inglese, Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) e sull’IANA (in inglese Internet Assigned Numbers Authority) un modello basato su partenariato globale e invita ad attuare pienamente tale iniziativa, che viene menzionata anche nelle conclusioni del vertice mondiale multipartecipativo dell’aprile 2014 sul futuro della governance di Internet;

15.

accoglie con favore l’intenzione della Commissione europea di creare una piattaforma globale destinata a garantire un osservatorio completo a livello mondiale della politica di Internet raggruppante tutti i paesi interessati (in inglese Global Internet Policy Observatory — GIPO); tale piattaforma diventerebbe una risorsa mondiale online per l’elaborazione e la regolamentazione della politica di Internet e il coordinamento dell’evoluzione tecnologica;

16.

valuta positivamente l’approccio della Commissione al futuro GIPO, come bene pubblico, in cui nessun partecipante o paese interessato può imporre la propria volontà agli altri e incita le parti interessate, in particolare gli enti di governo locali e regionali a partecipare alle strutture appropriate di consultazione in merito alle questioni di governance di Internet;

17.

mette in risalto che nelle discussioni sul futuro di Internet il principio cruciale, definito come la neutralità della rete (in inglese NET neutrality) deve rimanere tale a prescindere dai valori proclamati dei paesi interessati;

18.

accoglie con favore l’obiettivo esposto nella comunicazione COM(2014) 72 della Commissione di procedere ad un’analisi del rischio di possibili conflitti tra giurisdizioni e norme al livello di Internet e di elaborare i meccanismi di risposta dell’Unione.

L’ASPETTO TECNOLOGICO DELLA POLITICA DI GOVERNANCE DI INTERNET

19.

Invita a garantire che anche in avvenire le norme che regolano l’attività di Internet siano definite dall’attuale struttura tecnologica composta da esperti, basata sull’attività dell’Internet Engineering Task Force;

20.

apprezza gli sforzi della comunità degli esperti per creare metodi di definizione delle specificazioni in cui si tenga conto dei problemi d’attualità, tra cui la garanzia della privacy a livello dei protocolli, il rafforzamento delle possibilità del multilinguismo nei nomi dei domini e l’ampliamento dell’accesso per i disabili, nonché i passi dell’UE che consolidano tali risultati nei testi legislativi (8);

21.

richiama l’attenzione sulle sfide che i negoziati sul futuro della regolamentazione di Internet fanno sorgere per l’Unione europea in considerazione del fatto che i singoli paesi hanno interessi diversi e possibilità differenti di realizzarli e osserva che i negoziati su disposizioni uniche dell’UE in tema del futuro di Internet non possono ignorare il principio di sussidiarietà;

22.

sottolinea l’importanza della collaborazione tra il settore privato e quello pubblico per garantire il funzionamento efficace e sicuro di Internet, specie considerando che gli operatori privati controllano la maggioranza delle reti e dei sistemi d’informazione e si pronuncia a favore del fatto che tale collaborazione non comporti costi supplementari per le imprese;

23.

evidenzia l’importanza dell’infrastruttura di rete, in primo luogo della rete di Internet a larga banda, per garantire un funzionamento adeguato di Internet e invita gli Stati membri a perseguire, in collaborazione con gli enti locali e regionali, la sua massima estensione, sia dal punto di vista di copertura territoriale sia dal punto di vista di fruibilità di tutte le fasce di popolazione;

24.

rileva l’importanza di un ampio partenariato verticale per studiare le possibilità offerte dalle attuali disposizione del FESR, in particolare quelle collegate al miglioramento dell’accesso, dell’uso e della qualità delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione attraverso l’estensione della banda larga e delle reti ad alta velocità e mediante il sostegno all’adozione di tecnologie emergenti e reti per l’economia digitale, favorendo così la crescita del potenziale digitale delle regioni d’Europa e dell’intera UE;

25.

si pronuncia nettamente contro la censura di Internet a prescindere dagli obiettivi che la motivano, sottolineando tuttavia nel contempo la necessità di coordinare gli sforzi volti a non permettere che Internet si trasformi in uno strumento di promozione dell’estremismo e del radicalismo e del crimine, con l’obiettivo di salvaguardare i diritti di settori della popolazione particolarmente vulnerabili.

L’USO DI INTERNET PER IL MIGLIORAMENTO DELL’AMMINISTRAZIONE PUBBLICA E PER IL RAFFORZAMENTO DELLA DEMOCRAZIA LOCALE

26.

Fa notare che anche le amministrazioni pubbliche, e tra loro anche gli enti locali e regionali, possono e devono diventare modelli di una politica di uso sicuro e responsabile di Internet, stimolando con la loro attività concreta e il loro esempio lo sviluppo di tecnologie innovative, che pesino poco sulle risorse naturali e il cui impatto ambientale sia modesto;

27.

insiste sul fatto che le amministrazioni pubbliche, e tra loro anche gli enti locali e regionali, possono e devono diventare leader nello sviluppo di un Internet sicuro e modelli per un comportamento responsabile in Internet, conservando adeguatamente i dati personali affidati loro (cosa che comprende anche la loro distruzione, quando non sono più necessari per uno scopo concreto), lottando contro la cibercriminalità e non permettendo che si creino le condizioni per la sua diffusione, inclusa l’appropriata difesa dei sistemi Internet e di comunicazione;

28.

richiama l’attenzione alle possibilità di Internet come mezzo per la fornitura di servizi pubblici e stimola i comuni e le regioni europee ad accelerare i processi di passaggio alla digitalizzazione dei servizi amministrativi, incitando gli Stati membri a garantire le basi giuridiche necessarie a tali processi;

29.

invita i comuni e le regioni dell’UE non solo ad utilizzare più estesamente le possibilità offerte da Internet per migliorare il proprio funzionamento, renderlo più trasparente, avvicinarsi ai cittadini, ma anche ad unirsi attivamente al processo di formazione della posizione nazionale ed europea sul futuro della politica di Internet;

30.

in tale contesto sottolinea in particolare le possibilità offerte dall’identificazione elettronica sicura, la quale consente ai cittadini di modificare i propri dati di registrazione e alle regioni europee di introdurre il voto elettronico.

GLI ENTI LOCALI E REGIONALI E LE QUESTIONI DELLA SICUREZZA DI INTERNET

31.

Ricorda che, essendo Internet diventato una componente essenziale dell’economia, dell’amministrazione e della vita privata, per tutti i paesi interessati è importante garantire la sicurezza e l’integrità dell’infrastruttura di Internet e del suo contenuto;

32.

nota che, all’espandersi del numero degli utenti di Internet, con l’emergere di nuove tecnologie, aumentano anche coloro che ne abusano, crescono i danni derivati da tale attività e persino le istituzioni che rappresentano le autonomie locali e regionali degli Stati membri dell’Unione europea, in quanto parti attive della comunità di Internet con un’infrastruttura di rete assai estesa e in quanto componenti visibili della società, sono spesso vittime di diversi attacchi;

33.

si rammarica del fatto che le tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni che contribuiscono ad avvicinare le persone, accelerare lo scambio di informazione, esperienze, conoscenze, non di rado si trasformano in strumenti di vari reati e invita pertanto gli Stati membri e le organizzazioni internazionali a lottare in ogni modo contro la cibercriminalità e, insieme con i paesi interessati, a promuovere un contesto generale di intolleranza verso tale forma di criminalità;

34.

richiama l’attenzione sul fatto che i media elettronici danno la possibilità di sviluppare, non di rado in modo anonimo, anche altre attività non rispettose della dignità della persona anche se non sempre si tratta di attività criminali, ovvero si tratta di attività non ancora caratterizzate come tali, e invita pertanto a prestare sufficiente attenzione anche alla prevenzione del ciberbullismo e di altri pericoli potenzialmente esistenti in Internet che incidano specialmente sui diritti dei bambini e dei giovani nonché di altri gruppi sociali vulnerabili;

35.

per tale ragione insiste sul fatto che un Internet ben funzionante non è possibile senza risolvere le questioni della sua sicurezza e a questo proposito esprime il suo appoggio all’obiettivo della Commissione, proclamato da Neelie Kroes (9), di assicurare che l’Europa diventi il luogo più sicuro nel mondo per l’uso di Internet e invita la Commissione a vagliare insieme alle questioni della governance di Internet anche la problematica della sua sicurezza;

36.

sottolinea l’importanza della cooperazione di tutti gli Stati membri dell’UE e dei partner esterni nella lotta contro i crimini in Internet e nella soluzione dei problemi di sicurezza delle reti e delle informazioni, compresa l’attuazione delle decisioni già adottate (10) e l’integrazione di queste misure nella strategia comune di politica di governance di Internet;

37.

evidenzia l’esigenza di disporre, a livello degli Stati membri, di misure efficaci per scoprire violazioni delle reti di Internet e meccanismi europei di sostegno per eliminare tali minacce;

38.

osserva che, tenuto conto di uno dei diritti dell’uomo, il diritto alla privacy, la strategia di governance globale di Internet deve prestare l’opportuna attenzione alla regolamentazione a livello internazionale della richiesta, dell’uso e della conservazione dei dati personali, della tutela di tali dati contro la loro rivelazione illegale e fortuita, della loro perdita e modifica, della cancellazione dei dati personali dalla memoria delle basi di dati elettroniche, e che buone pratiche in tale contesto possono appoggiarsi su una base giuridica europea (11);

39.

propone che sulla questione dell’uso in Internet dei dati personali l’UE formuli e sostenga anche a livello internazionale una posizione chiara, alla base della quale vi sarebbe l’articolo 8 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (2010/C 83/02) e, in particolare, il principio di garanzia della possibilità per gli individui stessi di decidere quali dati vogliono condividere e quali no; ma qualsiasi uso in Internet dei dati personali, considerata la natura globale e le grandi possibilità di abuso di quest’ultimo, deve essere limitato, ed essere previsto solo per un scopo concreto, noto in anticipo e circoscritto;

40.

richiama l’attenzione sulle situazioni che si creano quando le grandi società delle tecnologie dell’informazione, abusando del loro potere strutturale, raccolgono e usano illegalmente dati personali degli utenti sia per scopi commerciali sia per finalità politiche e invita la Commissione a prendere iniziative per evitare tali abusi a livello globale;

41.

nel contempo sottolinea che nella definizione della responsabilità per i reati legati all’uso di Internet risulta molto importante consolidare il principio che i fornitori di servizi Internet non possono essere ritenuti responsabili del contenuto di Internet, che essi non creano, ma che allo stesso tempo tale limitazione della responsabilità non deve diventare il pretesto per rifiutare di collaborare con le forze dell’ordine quando queste ultime lo chiedono sulla base stabilita dalla legge e in presenza di una sanzione corrispondente degli organi giudiziari;

42.

mette in risalto che, nella struttura di governance di Internet che si sta creando, l’UE che ha un ruolo di testa in molti settori, può e deve diventare un modello di cultura responsabile di governance e di uso di Internet, contribuendo così alla formazione di una cultura globale di Internet.

Bruxelles, 4 dicembre 2014.

Il presidente del Comitato delle regioni

Michel LEBRUN


(1)  Articolo 3 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea.

(2)  Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Governance e politica di Internet: il ruolo dell’Europa nel forgiare il futuro della governance di Internet — COM(2014) 72 final

(3)  Nel 2009 il tribunale costituzionale francese ha riconosciuto il diritto a Internet come un diritto fondamentale della persona, decisioni giuridiche analoghe o dichiarazioni politiche di tenore simile sono state adottate in Costa Rica, Estonia, Finlandia, Spagna, a livello costituzionale in Grecia, e anche a livello delle Nazioni Unite.

(4)  È una posizione sostenuta anche da Vinton Cerf, considerato il padre di Internet. Vinton Cerf, Internet Access Is Not a Human Right (L’accesso a Internet non è un diritto umano) http://www.nytimes.com/2012/01/05/opinion/internet-access-is-not-a-human-right.html

(5)  Agenda di Tunisi per la società dell’informazione, https://www.itu.int/wsis/docs2/tunis/off/6rev1.html

(6)  Dichiarazione della conferenza multipartecipativa NETmundial del 24 aprile 2014, http://netmundial.br/wp-content/uploads/2014/04/NETmundial-Multistakeholder-Document.pdf

(7)  Cfr. Declaration of Principles. Building the Information Society: a global challenge in the new Millennium, http://www.itu.int/wsis/docs/geneva/official/dop.html

(8)  Cfr. regolamento (UE) 1025/2012 del 25 ottobre 2012 sulla normazione europea e la decisione della Commissione del 28 novembre 2011 che istituisce la piattaforma multilaterale europea delle parti interessate sulla normalizzazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, 2011/C 349/04.

(9)  Considerazioni di Neelie Kroes del 13 marzo 2014, dopo il voto del Parlamento europeo sulla direttiva NIS. Great news for cyber security in the EU: The EP successfully votes through the Network & Information Security (NIS) directive, European Commission — STATEMENT/14/68, 2014 03 13, http://europa.eu/rapid/press-release_STATEMENT-14-68_en.htm.

(10)  Proposta di direttiva recante misure volte a garantire un livello comune elevato di sicurezza delle reti e dell’informazione nell’Unione (COM(2013) 48 final).

(11)  Regolamento (CE) n. 45/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2000, concernente la tutela delle persone fisiche in relazione al trattamento dei dati personali da parte delle istituzioni e degli organismi comunitari, nonché la libera circolazione di tali dati.


Top