This document is an excerpt from the EUR-Lex website
Document 52021AE0122
Opinion of the European Economic and Social Committee on ‘Sustainability requirements for batteries in the EU’ (COM(2020) 798 final — 2020/353 (COD))
Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Requisiti di sostenibilità per le batterie nell’UE» [COM(2020) 798 final — 2020/353 (COD)]
Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Requisiti di sostenibilità per le batterie nell’UE» [COM(2020) 798 final — 2020/353 (COD)]
EESC 2021/00122
GU C 220 del 9.6.2021, pp. 128–133
(BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)
9.6.2021 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
C 220/128 |
Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Requisiti di sostenibilità per le batterie nell’UE»
[COM(2020) 798 final — 2020/353 (COD)]
(2021/C 220/18)
Relatore: |
Bruno CHOIX |
Correlatore: |
Franck UHLIG |
Consultazione |
Parlamento europeo, 18.1.2021 |
Base giuridica |
Articolo 304 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea |
Decisione dell’Assemblea plenaria |
1.12.2020 |
Organo competente |
Commissione consultiva per le trasformazioni industriali (CCMI) |
Adozione in sezione |
5.3.2021 |
Adozione in sessione plenaria |
24.3.2021 |
Sessione plenaria n. |
559 |
Esito della votazione (favorevoli/contrari/astenuti) |
256/0/4 |
1. Conclusioni e raccomandazioni
1.1. |
Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) sostiene le misure stabilite dalla proposta di regolamento della Commissione europea in esame [COM(2020) 798 final — 2020/0353 (COD)]. |
1.2. |
A parere del CESE evitare la frammentazione del mercato interno, che sarebbe provocata da eventuali approcci divergenti da parte degli Stati membri, è una questione essenziale che tutti i portatori di interessi devono affrontare. |
1.3. |
Il CESE chiede di definire, con il coinvolgimento di tutte le parti interessate, meccanismi e strumenti di governance più precisi e operativi per l’attuazione del nuovo regolamento. |
1.4. |
Il CESE propone di rispondere a queste sfide potenziando ancor più il ruolo e i mezzi dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA). |
1.5. |
Per le questioni concernenti la salute, la sicurezza e le condizioni di lavoro nella produzione, nel riciclaggio e nel cambio di destinazione delle batterie, il CESE propone di potenziare il ruolo dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (OSHA). |
1.6. |
Per quanto riguarda l’attuazione del dovere di diligenza nel monitoraggio della catena di approvvigionamento delle batterie, il CESE chiede con insistenza che questo sistema di sorveglianza sia attuato in condizioni di completa trasparenza. |
1.7. |
Il riciclaggio, il rinnovo e il reimpiego consentono di rendere più sicura la catena del valore a monte. È indispensabile promuovere la ricerca e lo sviluppo in materia di progettazione ecocompatibile, e il CESE propone che ciò si concretizzi sotto forma di importante progetto di comune interesse europeo (IPCEI). |
1.8. |
Per quanto riguarda le sfide connesse all’occupazione e alle competenze volte a favorire lo sviluppo di una filiera industriale europea delle batterie sostenibili, il CESE propone di ampliare e rafforzare il ruolo del Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale (Cedefop) nonché il ruolo dei comitati europei di dialogo sociale settoriale interessati, in linea con il percorso di transizione giusta integrato nel Green Deal europeo. |
1.9. |
Nel quadro dell’iniziativa della Commissione europea «Un patto per le competenze» e dei progetti europei ALBATTS (Alliance for Batteries Technology Training and Skills = Alleanza per le qualifiche e la formazione nel settore della tecnologia delle batterie), DRIVES (Development and Research on Innovative Vocational Educational Skills = Sviluppo e ricerca sulle competenze innovative in materia di formazione professionale) e COSME (programma pluriennale europeo per la competitività delle imprese e le PMI), il CESE ritiene assolutamente prioritario definire e attuare progetti di formazione dedicati alla progettazione ecocompatibile e al riciclaggio delle batterie, dotati di risorse finanziarie adeguate per garantirne il successo, con la partecipazione attiva delle parti sociali e in cooperazione con gli eventuali meccanismi nazionali o alcuni bacini di occupazione direttamente interessati. |
1.10. |
Il CESE propone, in linea con gli impegni assunti dall’UE per la neutralità in termini di emissioni di carbonio, di introdurre rapidamente soglie massime dell’impronta di carbonio associata alla fabbricazione di batterie, oltre che alla logistica di approvvigionamento a monte dei materiali, e di rafforzare i mezzi assegnati dalla Commissione per elaborare e attuare rapidamente gli strumenti di valutazione e di controllo dell’impronta di carbonio nella filiera delle batterie. |
1.11. |
Il CESE ritiene necessario introdurre una responsabilità del produttore che si concili con lo stimolo alla progettazione ecocompatibile. In tale contesto, sembra necessario dissociare il fine vita delle batterie dal fine vita degli apparecchi che le utilizzano. |
1.12. |
Il CESE propone di introdurre il concetto di «fine uso» per integrare quello di «fine vita» e favorire il reimpiego, il rinnovo o la seconda vita e il riciclaggio delle batterie. |
1.13. |
Le disposizioni della proposta di regolamento in materia di etichettatura dovrebbero prevedere l’obbligo di informare meglio i consumatori in merito ai rischi potenziali delle sostanze pericolose contenute nelle batterie diverse dal cadmio, dal piombo e dal mercurio nonché in merito ad altri rischi per la sicurezza, per consentire una scelta informata e un migliore utilizzo delle batterie. |
2. Introduzione
2.1. |
Il 10 dicembre 2020 la Commissione europea ha presentato una proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio [COM(2020) 798 final — 2020/0353 (COD)] relativo alle batterie e ai rifiuti di batterie, che abroga la direttiva 2006/66/CE, del 6.9.2006, relativa a pile e accumulatori e ai rifiuti di pile e accumulatori e modifica il regolamento (UE) 2019/1020, del 20 giugno 2019, sulla vigilanza del mercato e sulla conformità dei prodotti. |
2.2. |
La proposta di regolamento mira a elaborare un quadro dell’UE che interessi l’intero ciclo di vita delle batterie e che comprenda norme armonizzate e più ambiziose riguardanti le batterie, i componenti, i rifiuti di batterie e i materiali riciclati. |
2.3. |
I principali obiettivi di questo regolamento consistono nel rafforzare la sostenibilità delle batterie durante tutto il loro ciclo di vita, garantendo requisiti minimi di sostenibilità per le batterie immesse sul mercato interno dell’UE, nell’aumentare la resilienza della catena di approvvigionamento delle batterie dell’UE favorendo l’economia circolare, e nel ridurre l’impatto ambientale e sociale in tutte le fasi del ciclo di vita delle batterie. |
2.4. |
Si tratta in particolare di promuovere la produzione e l’immissione sul mercato dell’UE di batterie di alta qualità e ad alte prestazioni, di sviluppare e sfruttare il potenziale delle materie prime per batterie dell’UE, sia primarie che secondarie, garantendo una produzione efficiente e sostenibile, e infine di garantire il funzionamento dei mercati delle materie prime secondarie e dei relativi processi industriali. |
2.5. |
Con questo regolamento, la Commissione intende promuovere l’innovazione, lo sviluppo e la concreta applicazione delle competenze tecnologiche dell’UE. |
2.6. |
Ciò deve consentire, in una logica di economia circolare, di ridurre la dipendenza dell’UE dalle importazioni di materie prime e terre rare di importanza strategica e di garantire che tutti i rifiuti di batterie siano raccolti e riciclati in modo appropriato. |
2.7. |
Allo scopo di ridurre l’impatto ambientale e sociale, il regolamento deve contribuire a un approvvigionamento responsabile, promuovere l’utilizzo efficiente delle materie prime e dei materiali riciclati, ridurre le emissioni di gas a effetto serra durante l’intero ciclo di vita delle batterie, attenuare i rischi per la salute umana e per la qualità dell’ambiente e migliorare le condizioni sociali delle comunità interessate. |
3. Osservazioni generali
3.1. |
In Europa, nel prossimo decennio la tecnologia delle batterie sarà uno dei principali catalizzatori della transizione energetica verde. Permettendo di elettrificare i trasporti, ove opportuno, e di utilizzare le energie rinnovabili come fonti di energia affidabili, l’impiego delle batterie dovrebbe consentire di contribuire agli obiettivi europei dell’accordo di Parigi sul clima. |
3.2. |
Secondo Maros Šefčovič, vicepresidente della Commissione, alla luce dei progressi compiuti nel quadro dell’Alleanza europea delle batterie (EBA) varata dalla Commissione nel 2017, l’UE sarebbe in grado di garantire fino all’80 % del proprio fabbisogno entro i prossimi cinque anni. |
3.3. |
Quest’autonomia strategica sarà realizzata in collaborazione con l’EBA, allo scopo di offrire strumenti giuridici per poi riunire tra gli Stati membri i settori dell’automobile, delle materie prime e della chimica e progettare e attuare catene del valore europee al 100 % con le prime unità di produzione di batterie europee che dovrebbero cominciare nel 2021 o nel 2022. |
3.4. |
Il CESE appoggia le misure stabilite dalla proposta di regolamento della Commissione, per la loro capacità di far fronte alle molteplici sfide poste dall’incremento della produzione e del consumo mondiali di batterie. |
3.5. |
Il CESE segnala tuttavia che, in base all’autonomia strategica dell’UE, tali misure devono essere rafforzate e attuate rapidamente per evitare non solo l’aggravarsi della dipendenza tecnologica, industriale ed energetica degli utilizzatori di batterie nell’UE dai produttori asiatici o americani, ma anche la delocalizzazione degli stabilimenti automobilistici europei a vantaggio degli stabilimenti dei paesi terzi situati in regioni prossime alle unità di produzione delle batterie, con conseguenze economiche, sociali e ambientali negative, come segnalava già un precedente parere del CESE (1). Occorre inoltre tutelare anche gli interessi delle imprese europee sfruttando fino in fondo tutti i pertinenti strumenti dell’UE. A questo proposito, il CESE desidera inoltre esprimere preoccupazione per il modo in cui la Commissione intende verificare e applicare i requisiti relativi all’impronta di carbonio, i livelli di contenuto riciclato e il dovere di diligenza nella catena di approvvigionamento. Il CESE insiste quindi sulla necessità di svolgere rigorose indagini circa la conformità dei prodotti importati onde evitare la concorrenza sleale dall’estero. |
3.6. |
I pannelli solari, le batterie e i parchi eolici sono elementi cruciali del nostro nuovo paradigma industriale (2). Si basano su materie prime e materiali, competenze e valore aggiunto generati da paesi che quasi sempre si trovano al di fuori dell’UE. Attualmente appena l’1 % della produzione mondiale di batterie al litio è realizzato in Europa (3). In parallelo allo sviluppo di una filiera europea delle batterie fisse o stazionarie (per lo stoccaggio dell’energia), per attuare in modo sicuro ed efficiente i piani attuali e futuri delle reti elettriche, il CESE raccomanda che l’approccio complementare V2G (vehicle to grid = dal veicolo alla rete) venga inserito in un quadro a livello europeo. |
3.7. |
Il CESE sostiene le proposte per una maggiore sostenibilità dei trasporti ed il Piano d’azione strategico sulle batterie, volto a ridurre il deficit energetico europeo e a creare una catena del valore delle batterie. La decarbonizzazione dei trasporti e la transizione verso un’energia pulita rappresentano uno degli aspetti chiave del terzo pacchetto di misure per la mobilità, del Green Deal europeo e della strategia di mobilità sostenibile e intelligente. Questa iniziativa rientra nel quadro più ampio del Piano d’azione per l’economia circolare (4). |
3.8. |
La piattaforma europea degli attori dell’economia circolare può svolgere un ruolo nella comunicazione relativa a questi temi (5). |
3.9. |
È poi necessario introdurre un meccanismo adeguato per informare gli utilizzatori finali in merito alla qualità delle batterie disponibili sul mercato e per migliorare la comprensione da parte dei consumatori del ruolo che devono svolgere nella raccolta dei rifiuti di batterie. |
3.10. |
La garanzia che le batterie prodotte siano «pulite» può essere ottenuta meglio nel quadro delle norme e delle regole ambientali dell’UE, ad esempio grazie all’approccio dell’economia circolare, che va dalla miniera al fine vita delle batterie. Sono essenziali grandi investimenti da parte dell’industria per realizzare questo obiettivo, mentre il ruolo della Commissione è quello di stabilire le condizioni limite adeguate, come per esempio le norme tecniche (6). |
3.11. |
Il CESE approva la volontà espressa nella proposta di regolamento della Commissione di tener conto delle importanti questioni collegate alle materie prime critiche utilizzate nelle batterie, secondo la definizione di cui alla comunicazione della Commissione europea del 3 settembre 2020 intitolata «Resilienza delle materie prime critiche: tracciare un percorso verso una maggiore sicurezza e sostenibilità». Le materie prime critiche contenute nelle batterie sono il litio, il cobalto, la grafite naturale e l’antimonio, e i due criteri principali che vengono presi in considerazione per determinare la criticità sono l’importanza economica e il rischio associato all’approvvigionamento. |
3.12. |
Il CESE si è già dichiarato favorevole all’opportunità di adottare requisiti giuridicamente vincolanti per dare impulso al mercato delle materie prime secondarie, soprattutto per gli imballaggi, i veicoli, i materiali da costruzione e le batterie (7). |
3.13. |
A causa della loro intermittenza, le energie rinnovabili e il loro sviluppo comportano una vera e propria sfida in termini di stoccaggio. Quest’ultimo rappresenta una questione strategica per l’Unione europea, nell’ottica di garantire in modo permanente la sicurezza di approvvigionamento dell’Unione e un mercato energetico sostenibile sul piano sia tecnico che dei costi. Il Comitato ricorda che lo stoccaggio dell’energia, al di là dei vantaggi, può comportare considerevoli costi finanziari, ambientali e sanitari e chiede pertanto che siano eseguiti sistematicamente degli studi di impatto volti a valutare non soltanto la competitività delle tecnologie, ma anche le loro conseguenze sull’ambiente e sulla salute. Il Comitato ritiene inoltre importante valutare gli effetti di tali tecnologie sulla creazione di attività e di posti di lavoro. Il CESE condivide l’idea che sia necessario armonizzare meglio le disposizioni regolamentari dei vari Stati membri in materia di stoccaggio dell’energia. Il Comitato chiede inoltre che venga avviato un dialogo pubblico su scala europea in materia di energia, il dialogo europeo per l’energia, affinché i cittadini e la società civile nel suo insieme facciano propria la transizione energetica e possano incidere sulle future scelte in materia di tecnologie di stoccaggio dell’energia (8). Anche la qualità dell’etichettatura dovrà recare un contributo a tal fine. |
3.14. |
La sfida economica è di grande portata: secondo le stime della Commissione la domanda mondiale di batterie si moltiplicherà di 14 volte da qui al 2030 rispetto al livello del 2018 e il 17 % di tale domanda dovrebbe provenire dall’UE. Tra il 2020 e il 2040 il numero di batterie al litio si moltiplicherà di 700 volte. |
3.15. |
Per valutare l’impatto dell’attuazione della nuova legislazione sull’occupazione e sul fabbisogno di competenze, il regolamento si avvale di due studi di riferimento pubblicati dal CEPS (9) e dall’organizzazione RREUSE (Reuse and Recycling European Union Social Enterprises = Imprese sociali dell’UE per il riutilizzo e il riciclaggio) (10), nonché sulle ricerche condotte dall’Alleanza europea delle batterie (European Battery Alliance, EBA). |
3.16. |
Secondo lo studio del CEPS lo sviluppo delle attività di raccolta e riciclaggio delle batterie avrà un impatto sulla creazione di occupazione diretta e indiretta: circa 850 posti di lavoro con un tasso di riciclaggio del 55 % e 5 500 posti di lavoro con un tasso del 75 %. |
3.17. |
Secondo lo studio dell’organizzazione RREUSE, invece, l’attività di riparazione e riutilizzo delle batterie crea un numero di posti di lavoro «equivalenti a tempo pieno» da 5 a 10 volte superiore rispetto all’attività di raccolta e riciclaggio; si pone allora la questione delle sfide politiche di misure che favoriscono la filiera di raccolta e riciclaggio rispetto a quella della riparazione e riutilizzo delle batterie. |
3.18. |
Il deficit di competenze riguarda soprattutto l’attività di progettazione ecocompatibile delle batterie per ottimizzarne la sostenibilità e il loro utilizzo ottimale. |
3.19. |
Per migliorare gli investimenti nella capacità di produzione di batterie sostenibili alla luce dei rischi sociali e ambientali, è necessario allineare i progetti legati alle batterie con la tassonomia dell’UE (11) per le attività sostenibili, tenendo conto del programma InvestEU. |
4. Osservazioni particolari
4.1. |
Il CESE chiede di definire meccanismi e strumenti di governance e di attuazione più precisi e operativi per l’applicazione concreta ed effettiva dell’insieme delle misure introdotte dal nuovo regolamento. |
4.2. |
Il CESE propone inoltre di raccogliere queste sfide riesaminando il ruolo dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA), che ha sede a Helsinki ed è incaricata dell’attuazione del regolamento europeo Reach (2005, riveduto nel 2018) sulle sostanze chimiche per integrarvi la registrazione, la valutazione, la verifica e il controllo delle nuove norme e regole definite dal nuovo regolamento sulla sostenibilità delle batterie. |
4.3. |
Lo sviluppo di una filiera di batterie sostenibili deve affrontare il problema di rispetto delle norme dell’UE in materia di salute e sicurezza sul lavoro in rapporto alla protezione dei lavoratori che vengono a contatto con le batterie e le materie prime riciclabili da cui sono composte le batterie industriali o dei veicoli. L’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (OSHA), con sede a Bilbao, ha effettuato degli studi in materia di cui è necessario tener conto per far sì che il regolamento introduca le norme appropriate. Il CESE propone dunque di potenziare anche il ruolo dell’Agenzia OSHA. |
4.4. |
In merito all’attuazione del dovere di diligenza per la verifica della catena di approvvigionamento delle batterie e per un sistema indipendente di audit, di sorveglianza e di controllo sotto l’egida della Commissione europea, coerentemente con le norme definite dalla guida dell’OCSE su questo tema (12), il CESE chiede con insistenza una totale trasparenza nell’attuazione di questo sistema di sorveglianza. |
4.5. |
Per quanto riguarda le sfide connesse all’occupazione e alle competenze necessarie per attuare le misure del regolamento volte a favorire lo sviluppo di una filiera industriale europea delle batterie sostenibili, il CESE propone di ampliare e rafforzare il ruolo del Cedefop in questo campo, nonché il ruolo dei comitati europei di dialogo sociale settoriale interessati (elettricità, metallurgia, industria chimica, industria estrattiva ecc.), in un percorso di transizione giusta integrato nel Green Deal europeo. Gli istituti di istruzione professionale degli Stati membri dovranno realizzare progetti di formazione simili nei programmi di studio destinati agli studenti, allo scopo di garantire la disponibilità di lavoratori qualificati per un’industria europea sostenibile nel settore delle batterie. |
4.6. |
Nel quadro dell’iniziativa della Commissione europea «Un patto per le competenze» sono stati varati i progetti ALBATTS (Alliance for Batteries Technology Training and Skills = Alleanza per le qualifiche e la formazione nel settore della tecnologia delle batterie), DRIVES (Development and Research on Innovative Vocational Educational Skills = Sviluppo e ricerca sulle competenze innovative in materia di formazione professionale) e COSME (programma pluriennale europeo per la competitività delle imprese e le PMI). Il CESE assegna una priorità particolare alla definizione e all’attuazione dei progetti di formazione relativi alle nuove competenze in materia di progettazione ecocompatibile, ma anche di diagnostica delle batterie a fini di riparazione, ricondizionamento e riciclaggio, con la partecipazione attiva delle parti sociali e in cooperazione con gli eventuali meccanismi nazionali o alcuni bacini di occupazione direttamente interessati.
La ricerca e l’innovazione sono necessarie per migliorare la sostenibilità, la qualità e la sicurezza dei prodotti e delle procedure, nonché per ridurre i costi. Si tratta di dare immediata priorità alla ricerca e allo sviluppo nel campo delle batterie, con un approccio olistico all’intera catena del valore della batteria e degli investimenti importanti e continui nel corso del tempo, in modo da coprire contemporaneamente le priorità di ricerca nel breve e nel lungo periodo. |
4.7. |
Nel settore dello stoccaggio di energia, le batterie e l’idrogeno assolveranno funzioni complementari. Occorrerà massimizzare le sinergie tra queste due soluzioni tecnologiche. |
4.8. |
Le nuove tecnologie digitali dovrebbero contribuire ad accelerare gli sviluppi nel settore delle batterie: da una scoperta sempre più rapida dei materiali all’ottimizzazione dell’utilizzo intersettoriale dei sistemi di batterie per sostenere la rete energetica. |
4.9. |
Il riciclaggio, il rinnovo e il reimpiego consentono di rendere più sicura la catena del valore a monte. È indispensabile promuovere la ricerca e lo sviluppo in materia di progettazione ecocompatibile. Il CESE propone di dare concretezza a tale constatazione realizzando un importante progetto di comune interesse europeo (IPCEI). Si tratta di sviluppare le competenze che consentono di valorizzare al massimo le batterie, riorientandole se possibile verso il rinnovo, una seconda vita o anche una migliore valorizzazione delle loro componenti, nonché di attuare procedure ottimizzate dal punto di vista ambientale, garantendo la sicurezza dei lavoratori e realizzando un modello economico che contribuisca alla continuità di quest’attività sul territorio europeo. Si tratta in particolare di mettere a punto processi industriali competitivi che consentano di produrre materiali da utilizzare per le batterie tramite il riciclaggio, con un maggiore sostegno alle imprese che operano in maniera integrata a ciclo chiuso. |
4.10. |
Il CESE propone, in linea con gli impegni assunti dall’UE per raggiungere la neutralità in termini di emissioni di carbonio entro il 2050 (con l’obiettivo intermedio di ridurre del 55 % le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030), di introdurre rapidamente soglie massime (la data di luglio 2027 è troppo tardiva rispetto agli obiettivi definiti dal Consiglio europeo l’11 dicembre 2020) dell’impronta di carbonio associata alla fabbricazione di batterie, oltre che alla logistica di approvvigionamento a monte dei materiali, e di rafforzare i mezzi assegnati dalla Commissione per elaborare e attuare rapidamente gli strumenti di valutazione e di controllo dell’impronta di carbonio nella filiera delle batterie. Occorre privilegiare l’accesso ai materiali strategici delle batterie a partire dalle miniere (urbane o naturali) situate nel mercato in cui le batterie vengono fabbricate e riciclate. Queste misure contribuiranno a semplificare e ridurre al minimo i flussi logistici. Quanto alla fabbricazione di batterie, che è la fase più importante dal punto di vista dell’impronta di carbonio, il regolamento dovrà promuovere processi economici in termini di consumo di elettricità, che privilegino il ricorso a fonti di elettricità decarbonizzate. |
4.11. |
Il CESE ritiene necessario introdurre una responsabilità del produttore che si concili con lo stimolo alla progettazione ecocompatibile, in particolare incoraggiando una progettazione di batterie che favorisca il retrofit, la rifabbricazione e il reimpiego delle batterie. Tale necessità è legata alla seconda vita delle batterie, che occorre promuovere. In questo contesto, sembra indispensabile dissociare il fine vita delle batterie dal fine vita degli apparecchi, senza attribuire automaticamente lo status di rifiuto alle batterie nel momento in cui l’apparecchio su cui sono montate è giunto al fine vita. Una volta raggiunto il presunto fine vita della batteria o dell’apparecchio su cui questa è montata, spetterà al produttore dimostrare che alla batteria dev’essere attribuito lo status di rifiuto e dovrà farlo eseguendo una valutazione o prove sulla batteria e comprovando con un documento l’impossibilità tecnica — tenuto conto delle tecnologie attuali e delle filiere che potrebbero fungere da sbocco — di reimpiegare la batteria con operazioni di retrofit o di rifabbricazione compatibili con le condizioni del mercato. Inoltre sarebbe opportuno introdurre il concetto di «fine uso» per integrare quello di «fine vita» e favorire il reimpiego, il rinnovo o la seconda vita e il riciclaggio delle batterie. Per far ciò, è necessario che il nuovo regolamento tenga conto di questi nuovi soggetti e di queste nuove attività. |
Bruxelles, 24 marzo 2021
La presidente del Comitato economico e sociale europeo
Christa SCHWENG
(1) GU C 353 del 18.10.2019, pag. 102.
(2) GU C 364 del 28.10.2020, pag. 108.
(3) GU C 282 del 20.8.2019, pag. 51.
(4) GU C 62 del 15.2.2019, pag. 254.
(5) https://circulareconomy.europa.eu/platform/en
(6) GU C 262 del 25.7.2018, pag. 75.
(7) GU C 364 del 28.10.2020, pag. 94.
(8) GU C 383 del 17.11.2015, pag. 19.
(9) CEPS (Centro per gli studi politici europei): Drabik E. e Rizos V., Prospects for electric vehicle batteries in a circular economy (Prospettive per le batterie dei veicoli elettrici in un’economia circolare), 2018.
(10) RREUSE: Briefing on job creation potential in the re-use sector (Briefing sul potenziale di creazione di posti di lavoro nel settore del riutilizzo), 2015.
(11) Regolamento (UE) n. 2020/852 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’18 giugno 2020.
(12) OCSE (2018), OECD Due Diligence Guidance for Responsible Business Conduct (Guida dell’OCSE sul dovere di diligenza per una condotta responsabile delle imprese).