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Document 52022IE0743
Opinion of the European Economic and Social Committee on Climate Adjustment Fund financed by Cohesion and NGEU (own-initiative opinion)
Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Fondo di adeguamento ai cambiamenti climatici finanziato dal Fondo di coesione e da NextGenerationEU» (parere d’iniziativa)
Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Fondo di adeguamento ai cambiamenti climatici finanziato dal Fondo di coesione e da NextGenerationEU» (parere d’iniziativa)
EESC 2022/00743
GU C 486 del 21.12.2022, pp. 23–29
(BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, GA, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)
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21.12.2022 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
C 486/23 |
Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Fondo di adeguamento ai cambiamenti climatici finanziato dal Fondo di coesione e da NextGenerationEU»
(parere d’iniziativa)
(2022/C 486/04)
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Relatore: |
Ioannis VARDAKASTANIS |
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Correlatrice: |
Judith VORBACH |
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Decisione dell’Assemblea plenaria |
20.1.2022 |
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Base giuridica |
Articolo 52, paragrafo 2, del Regolamento interno |
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Parere d’iniziativa |
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Sezione competente |
Unione economica e monetaria e coesione economica e sociale |
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Adozione in sezione |
9.9.2022 |
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Adozione in sessione plenaria |
21.9.2022 |
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Sessione plenaria n. |
572 |
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Esito della votazione (favorevoli/contrari/astenuti) |
139/3/3 |
1. Conclusioni e raccomandazioni
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1.1. |
L’Unione europea (UE) sta compiendo passi significativi sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici e della riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Le politiche dell’UE in materia di clima, ambiente ed energia prevedono un piano di lungo periodo per contribuire a prevenire i peggiori impatti dell’emergenza climatica che il nostro pianeta si trova ad affrontare. Tuttavia, ciò potrebbe essere ancora insufficiente. |
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1.2. |
Sebbene l’impegno dell’UE sia significativo, le conseguenze dei cambiamenti climatici e della scarsità di risorse si stanno purtroppo già manifestando. Dobbiamo quindi adeguarci a una realtà che non abbiamo mai conosciuto in precedenza. Sebbene l’UE sia giustamente impegnata a evitare un peggioramento della situazione, siamo tuttavia poco preparati alle emergenze climatiche, alle crisi energetiche e alle catastrofi naturali impreviste. |
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1.3. |
Dal 2021 abbiamo affrontato due gravissime situazioni di emergenza cui i meccanismi di finanziamento dell’UE si sono dimostrati incapaci di reagire. La prima riguarda le distruzioni causate dalle inondazioni e dagli incendi boschivi verificatisi in tutta Europa durante l’estate del 2021. La seconda è l’attuale crisi energetica e la necessità di autonomia energetica dell’UE causata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022. |
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1.4. |
L’attuale meccanismo dell’UE per rispondere alle catastrofi naturali è il Fondo di solidarietà dell’Unione europea (FSUE). Tuttavia, il bilancio annuale disponibile di tale fondo risulta insufficiente a fronte del costo dei danni causati dalle recenti catastrofi naturali, e deve essere drasticamente aumentato. I finanziamenti dell’UE per la transizione verso l’energia verde sono più consistenti, ma non tengono conto dell’urgenza delle attuali esigenze dell’UE in materia di autonomia energetica, né dell’altissimo rischio di povertà energetica, come indicato nel parere sul tema Combattere la povertà energetica e accrescere la resilienza dell’UE: le sfide sul piano economico e sociale (1). |
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1.5. |
Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ritiene che l’UE abbia bisogno di un nuovo meccanismo di finanziamento in grado di offrire un’assistenza immediata e ambiziosa agli Stati membri in situazioni di emergenza come quelle sopra menzionate. Il CESE propone pertanto di creare un nuovo Fondo di adeguamento ai cambiamenti climatici. Le risorse necessarie dovrebbero essere reindirizzate dai fondi dell’UE esistenti, in particolare dal Fondo di coesione e dal dispositivo per la ripresa e la resilienza, e gestite in modo razionalizzato e coerente attraverso questo nuovo fondo. |
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1.6. |
La modernizzazione del contesto di finanziamento potrebbe comprendere anche l’ampliamento dell’ambito di applicazione, l’intensificazione dei programmi esistenti e l’adozione di NextGenerationEU (NGEU) come modello per un nuovo strumento di finanziamento. |
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1.7. |
Alla luce del notevole fabbisogno di investimenti, il CESE raccomanda inoltre alla Commissione di valutare la possibilità di rafforzare il Fondo di adeguamento ai cambiamenti climatici incoraggiando gli investimenti e i contributi privati. Per quanto riguarda in particolare le catastrofi naturali, la Commissione e gli Stati membri dovrebbero inoltre adoperarsi per aumentare e facilitare la copertura assicurativa e utilizzare il sistema assicurativo come mezzo per orientare i finanziamenti verso il miglioramento della resilienza ai cambiamenti climatici, in particolare nelle zone a rischio, al fine di ridurre la dipendenza dal sostegno finanziario dell’UE. |
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1.8. |
Il Fondo di adeguamento ai cambiamenti climatici dovrà essere flessibile, adattabile e pronto a rispondere a crisi nuove ed emergenti negli anni e nei decenni a venire. |
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1.9. |
È fondamentale che il funzionamento del Fondo, maggiormente incentrato su risposte rapide e urgenti, sia coerente con le politiche generali dell’UE in materia di clima, ambiente ed energia, che a lungo termine ridurranno la dipendenza dalle risposte di emergenza e proteggeranno l’umanità e l’ambiente. |
2. Osservazioni generali
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2.1. |
Il CESE riconosce che gli sforzi tesi ad affrontare la crisi climatica sono in linea con gli impegni assunti dall’UE nel quadro del Green Deal europeo per attuare l’accordo di Parigi e gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS). Sebbene la lotta alle cause dei cambiamenti climatici debba essere la prima preoccupazione della politica climatica dell’UE, il CESE sottolinea la necessità di disporre, parallelamente ai piani per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, di meccanismi di finanziamento solidi e razionalizzati per far fronte alle emergenze climatiche ed energetiche che i cittadini dell’UE si trovano già ad affrontare. |
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2.2. |
La visione del CESE è quella di un nuovo Fondo di adeguamento ai cambiamenti climatici, una proposta sostenuta da diversi membri del Parlamento europeo (2). Tale meccanismo dovrebbe essere alimentato dalle risorse finanziarie esistenti provenienti dai fondi per la coesione e dal dispositivo per la ripresa e la resilienza, concentrate in un unico fondo che migliorerà l’efficienza e i tempi di risposta e faciliterà il monitoraggio centralizzato degli ambiti in cui i finanziamenti sono più necessari. Il nuovo fondo dovrebbe rafforzare la capacità dell’UE di sostenere gli Stati membri nel fornire una risposta rapida alle emergenze climatiche, ambientali ed energetiche. Nel contesto attuale, servirebbe ad affrontare due delle emergenze più evidenti che stiamo attraversando: la ripresa da catastrofi naturali sempre più frequenti e l’urgente necessità di una transizione verso l’energia verde e di una graduale conquista di un’autonomia energetica europea, pur con la flessibilità necessaria per far fronte alle crisi future. |
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2.3. |
I fondi dell’UE sono attualmente già orientati alla transizione energetica e alla ripresa dalle catastrofi, ma vari problemi ne ostacolano l’efficacia. L’attuale Fondo di solidarietà dell’Unione europea (FSUE), istituito per aiutare le comunità a riprendersi dalle catastrofi naturali, non ha una dotazione sufficientemente ampia per rispondere alla portata delle moderne catastrofi climatiche. I finanziamenti per la transizione energetica sono più ambiziosi, ma sono ancora lungi dall’essere sufficienti. Inoltre, queste risorse sono gestite attraverso numerosi fondi diversi, con il rischio di incoerenze o sovrapposizioni, e in modo da coniugare gli obiettivi immediati con quelli più a lungo termine in materia di lotta ai cambiamenti climatici. La necessità di aumentare l’autonomia energetica dell’UE a causa dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha dimostrato in che misura la dipendenza energetica da paesi ostili indebolisce la capacità dell’Unione di reagire con decisione agli eventi internazionali. |
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2.4. |
Il CESE chiede pertanto la creazione di un Fondo di adeguamento ai cambiamenti climatici che serva specificamente a rispondere alle emergenze ambientali, climatiche ed energetiche immediate e ad aiutare l’UE ad adeguarsi a una nuova realtà nella quale tali crisi sono purtroppo sempre più comuni. Il Fondo di adeguamento ai cambiamenti climatici dovrebbe fungere da riserva di finanziamento, pronta a intervenire tempestivamente in periodi di forte necessità di investimenti. |
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2.5. |
Il Fondo dovrà offrire la flessibilità e la solidità necessarie per investimenti rapidi e ambiziosi tesi a soddisfare le esigenze immediate dell’UE, pur rimanendo coerente con le politiche a lungo termine in materia di clima ed energia. Dovrebbe riunire una quota dei finanziamenti per la coesione attualmente stanziati per le questioni climatiche, l’attuale FSUE e una quota dei finanziamenti del dispositivo per la ripresa e la resilienza stanziati per le riforme ambientali. L’accentramento di tali risorse in un unico fondo, chiaramente orientato all’azione urgente, migliorerà l’efficienza della risposta e faciliterà il monitoraggio delle esigenze di investimento più urgenti. Dovrebbe migliorare la capacità di ottenere il denaro là dove è necessario e senza ritardi. |
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2.6. |
La modernizzazione del contesto di finanziamento potrebbe comprendere anche l’ampliamento dell’ambito di applicazione e il potenziamento dei programmi esistenti. Tenuto conto dell’interesse comune e dell’urgente necessità di combattere i cambiamenti climatici e le loro conseguenze catastrofiche, il CESE sottolinea inoltre che occorrerà migliorare il metodo di finanziamento in futuro. Anche se dovesse essere attuata — opportunamente — una regola d’oro per gli investimenti verdi, alcuni Stati membri potrebbero non avere ancora la capacità di raccogliere gli ingenti investimenti necessari senza compromettere la loro sostenibilità di bilancio. Pertanto, il CESE raccomanda anche di considerare NextGenerationEU (NGEU) come modello per il finanziamento del Fondo di adeguamento ai cambiamenti climatici. Le sovvenzioni e/o i prestiti a titolo di questo fondo dovrebbero essere sbloccati a condizione che lo Stato membro o la regione che li riceve investa nella lotta ai cambiamenti climatici o alle loro conseguenze ad esempio effettuando investimenti successivi nelle energie rinnovabili e decarbonizzate. Qualsiasi misura politica di questo tipo deve essere collegata a un coinvolgimento obbligatorio delle parti sociali e delle organizzazioni della società civile, e deve anche essere rispettato il principio di partenariato sancito dalla politica di coesione. |
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2.7. |
Il CESE sottolinea che il Fondo di adeguamento ai cambiamenti climatici non sarà sufficiente, da solo, ad affrontare le conseguenze delle catastrofi naturali e a coprire i costi di adattamento ai cambiamenti climatici per consentire una migliore resilienza. A tale proposito, il CESE richiama l’attenzione sul «divario in termini di protezione dagli eventi climatici», vale a dire la quota delle perdite economiche non assicurate causate da catastrofi legate al clima. La copertura assicurativa contro le catastrofi naturali rimane bassa in Europa: solo il 35 % circa delle perdite dovute a calamità naturali tra il 1980 e il 2017 era coperto da un’assicurazione (3). È pertanto importante esaminare e promuovere l’assicurazione contro le catastrofi negli Stati membri e favorire regimi assicurativi nazionali che incoraggino gli utenti a investire nell’adattamento, riducendo la pressione sui fondi dell’UE e incoraggiando gli investimenti proattivi. Sia il dialogo tra le parti interessate che l’innovazione in materia di prodotti assicurativi possono dar vita a nuove soluzioni di trasferimento del rischio nell’ambito del sistema di assicurazione e di riassicurazione, pur considerando prioritarie la stabilità dei mercati finanziari e la protezione dei consumatori (4). Ciò migliorerebbe la capacità del Fondo di adeguamento ai cambiamenti climatici di far fronte alle sfide future. |
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2.8. |
Anche i fondi dell’UE svolgono un ruolo importante come capitale di avviamento per attrarre investimenti privati anche nell’adattamento, al fine di migliorare la resilienza ai cambiamenti climatici. |
3. Il Fondo di adeguamento ai cambiamenti climatici come strumento per la ripresa e la preparazione in caso di disastro
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3.1. |
Uno studio interistituzionale dell’UE descrive in termini chiari l’urgenza di affrontare la catastrofe climatica: «Un aumento di 1,5 gradi è il massimo che il pianeta può tollerare; se le temperature dovessero aumentare ulteriormente dopo il 2030, dovremo affrontare ancora più siccità, inondazioni, caldo estremo e povertà per centinaia di milioni di persone; la probabile scomparsa delle popolazioni più vulnerabili» (5). |
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3.2. |
Comincia a essere evidente che siamo assai poco preparati alle sfide poste dai cambiamenti climatici. Nel 2021 gli Stati membri dell’UE hanno conosciuto devastazioni inaudite dovute a catastrofi naturali, che vanno dalle inondazioni che hanno mietuto vittime in Germania e nel Benelux ai catastrofici incendi boschivi in Grecia e Spagna. Di fronte alla crisi climatica, e insieme ad altre fonti di degrado ambientale, è probabile che le distruzioni e le catastrofi naturali diventino la norma piuttosto che l’eccezione. Quanto più saranno rinviate, indebolite o evitate misure efficaci per affrontare la crisi climatica e il degrado ambientale, tanto maggiori saranno i rischi. |
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3.3. |
Almeno 240 persone hanno perso la vita a causa delle inondazioni che hanno colpito l’Europa occidentale nell’estate del 2021 (6), con un numero ingente di sfollati e senzatetto. In Grecia si sono verificati non meno di 500 incendi boschivi durante un’ondata di calore che ha colpito il paese (7). |
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3.4. |
Oltre all’entità delle devastazioni e della perdita di vite umane a causa dei disastri ambientali del 2021, anche il costo finanziario per le comunità colpite è stato senza precedenti. Secondo le stime, nell’Europa occidentale le inondazioni hanno causato danni per un valore di 38 miliardi di EUR (8). In Grecia, il primo ministro è stato obbligato ad approvare un pacchetto di aiuti da 500 milioni di EUR a favore dell’isola di Eubea, la regione più colpita dagli incendi (9). |
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3.5. |
Nessuna parte del mondo è immune dai crescenti pericoli delle catastrofi naturali. Analogamente, nessuno Stato membro dell’UE è sufficientemente attrezzato per superare queste enormi sfide, sia in termini di risorse e materiali per far fronte a siccità, incendi boschivi e inondazioni, sia in termini di finanziamenti necessari per aiutare le zone colpite a riprendersi. |
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3.6. |
Gli investimenti del Fondo di adeguamento ai cambiamenti climatici per rispondere alle catastrofi naturali dovrebbero essere complementari all’attuale spesa dei fondi strutturali e di investimento europei per la preparazione e la prevenzione delle catastrofi. Sono necessari massicci investimenti per creare resilienza agli effetti dei cambiamenti climatici, ad esempio nella costruzione di dighe, edifici resistenti alle inondazioni, opere di protezione contro l’erosione costiera, attrezzature per monitorare e contenere gli incendi boschivi e tecnologie che contribuiscano, tra l’altro, a conservare e immagazzinare acqua dolce nelle zone colpite dalla siccità. Se da un lato i fondi di investimento strutturali dovrebbero operare ex ante per ridurre i possibili danni, dall’altro il Fondo di adeguamento ai cambiamenti climatici dovrebbe essere in grado di reagire rapidamente nei casi in cui tali misure preventive non siano riuscite ad evitare determinati danni. |
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3.7. |
Il CESE sottolinea che le ripercussioni previste della crisi climatica richiedono un meccanismo di sostegno molto più solido di quello attualmente in vigore. Il bilancio complessivo del FSUE è limitato a un totale di 500 milioni di EUR all’anno (10). Dalla sua attuazione nel 2002, il FSUE ha sostenuto 28 diversi paesi europei con oltre 7 miliardi di EUR (11). È un impegno considerevole, ma non sarebbe in alcun modo sufficiente a coprire i costi dei danni causati dalle catastrofi naturali nel solo 2021. |
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3.8. |
Quando si verificano catastrofi naturali si osserva un aumento del rischio di perdita di vite umane tra alcuni gruppi che non sono in grado di evacuare facilmente le zone colpite. Si tratta in particolare di anziani, persone con disabilità e minori. Gli investimenti devono essere mirati per garantire che i servizi di emergenza dispongano del materiale e del sostegno di altri soccorritori per assistere tutte le persone che necessitano di particolare attenzione. Anche le persone con minori risorse hanno più difficoltà in caso di evacuazione a causa dei costi necessari per trovare un alloggio alternativo e dell’accesso limitato ai mezzi di mobilità personale. Il Fondo di adeguamento ai cambiamenti climatici dovrebbe cercare di affrontare questo problema. |
4. Il Fondo di adeguamento ai cambiamenti climatici come percorso per la transizione verso l’energia verde
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4.1. |
Il CESE ritiene che l’adeguamento ai cambiamenti climatici consista anche nell’adeguarsi alla nuova realtà della produzione energetica sostenibile. A causa dei recenti sviluppi, l’UE si trova ad affrontare problemi gravi e urgenti in materia di indipendenza energetica, che non erano previsti al momento dell’elaborazione del quadro finanziario pluriennale (QFP), di NextGenerationEU e del quadro di governance economica. Facendo riferimento al piano della Commissione REPowerEU (12) e alle conclusioni del Consiglio europeo, il CESE concorda pienamente sul fatto che, a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, gli argomenti a favore dell’indipendenza energetica, compreso lo sviluppo delle energie rinnovabili, non sono mai stati più forti. |
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4.2. |
Il CESE sottolinea la necessità di porre l’accento sul ruolo che le tecnologie energetiche verdi e decarbonizzate, il miglioramento dell’efficienza energetica e la riduzione della domanda di energia possono svolgere nell’aumentare l’offerta e l’accessibilità economica dell’energia nell’UE. Ciò contribuirà a proteggere dagli aumenti repentini dei prezzi, che ostacolano la crescita economica, aggravano le disuguaglianze, causano povertà energetica, gonfiano i costi di produzione e ostacolano la competitività dell’UE. In particolare, il CESE accoglie con favore l’accelerazione della diffusione nel settore di soluzioni innovative basate sull’idrogeno e di energia elettrica rinnovabile competitiva in termini di costi. |
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4.3. |
La necessità di investire con urgenza e ambizione nella transizione verso forme più verdi di energia prodotta all’interno dell’UE è più importante che mai. Se è vero che la produzione di energia verde e l’autonomia energetica dovrebbero sempre essere un obiettivo a lungo termine per l’UE, nel contesto immediato vi è urgente bisogno di procurare energia a prezzi accessibili da fonti alternative, senza compromettere gli obiettivi energetici. Il Fondo di adeguamento ai cambiamenti climatici potrebbe farsi carico del fabbisogno urgente di investimenti necessari per fornire ai cittadini energia a prezzi accessibili da fonti alternative in modo più efficace ed efficiente rispetto ai meccanismi oggi esistenti. |
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4.4. |
Per il CESE appare sempre più evidente che la dipendenza energetica è un fattore causale che indebolisce le risposte dell’UE a paesi come la Russia, come risulta chiaramente dalla reazione all’invasione dell’Ucraina. L’attuale eccessiva dipendenza dal gas russo compromette gravemente la capacità dell’UE e dei suoi Stati membri di agire rapidamente senza esporre i propri cittadini al rischio di penuria di combustibili e di povertà energetica. Purtroppo, i piani di approvvigionamento di gas naturale dagli Stati Uniti non offrono una soluzione sostenibile o responsabile dal punto di vista ambientale (13). |
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4.5. |
Il Fondo di adeguamento ai cambiamenti climatici dovrebbe costituire un mezzo per finanziare l’urgente necessità di energia verde e decarbonizzata prodotta nell’UE, con appalti ambiziosi per le tecnologie esistenti e investimenti nello sviluppo di nuove tecnologie al fine di pervenire a un’economia a zero emissioni. Il CESE insiste affinché la guerra in Ucraina non porti a trascurare l’obiettivo dell’UE di conseguire gli obiettivi ambientali e sociali, in quanto essi costituiscono la base per costruire una forza economica a lungo termine. |
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4.6. |
Nel contesto della riduzione del consumo energetico, i vari Stati membri hanno fatto registrare diversi livelli di progresso. Nel 2018 solo 11 su 27 avevano ridotto la domanda interna totale di energia al di sotto degli obiettivi del 2020. Nel complesso, l’UE è lontana dal conseguimento dei suoi obiettivi per il 2030, il che implica la necessità di ulteriori sforzi. Fortunatamente, la quota di energie rinnovabili nel consumo finale lordo di energia nell’UE è aumentata costantemente. Il pacchetto «Pronti per il 55 %» propone di raggiungere una quota del 40 % di energie rinnovabili nel consumo energetico entro il 2030. Se è vero che la quota di energie rinnovabili nel consumo di energia varia notevolmente all’interno dell’UE, lo stesso vale per la capacità di produrre energia rinnovabile, a causa delle restrizioni di bilancio e delle caratteristiche geografiche. In alcuni paesi, la capacità fotovoltaica pro capite installata è piuttosto bassa, nonostante l’elevato potenziale in questo settore. Altri paesi raggiungono una quota elevata di energie rinnovabili grazie alle possibilità geografiche favorevoli per le centrali idroelettriche. |
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4.7. |
L’intensificazione degli sforzi per la transizione verso l’energia verde andrà di pari passo con nuove esigenze di finanziamento e dovrà avvenire con urgenza alla luce della crisi energetica e della crescente necessità di autonomia energetica dell’UE. Per dare impulso alle proposte del pacchetto «Pronti per il 55 %» con obiettivi più ambiziosi e scadenze più ravvicinate per le energie rinnovabili, ad esempio mediante la diffusione dell’energia solare ed eolica e il miglioramento dell’efficienza energetica, sarà necessaria una solida risposta in termini di finanziamenti. La Commissione ha annunciato l’intenzione di valutare tali esigenze di finanziamento nel contesto delle proposte REPowerEU (14) sulla base di una mappatura delle necessità degli Stati membri e dei requisiti per gli investimenti transfrontalieri. Il CESE accoglie con favore questa intenzione, ma sottolinea anche la preoccupazione che gli attuali strumenti di finanziamento a livello nazionale e dell’UE non siano sufficienti e che sia necessario agire con urgenza affinché le energie rinnovabili siano realmente una soluzione. La spesa per le energie rinnovabili nel quadro del Fondo di adeguamento ai cambiamenti climatici dovrebbe essere incrementata anche attirando investimenti privati, e il Fondo stesso fornirà il capitale di avviamento. |
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4.8. |
L’aumento graduale degli investimenti per migliorare l’autonomia energetica dell’UE dovrebbe essere realizzato in linea con un’attenzione particolare alla transizione verso le energie verdi e rinnovabili. Perché ciò sia possibile, oltre a investimenti più immediati attraverso il Fondo di adeguamento ai cambiamenti climatici, l’UE avrà bisogno di ingenti investimenti a lungo termine nella ricerca e nell’innovazione e di nuovi modi di produzione e consumo, al fine di migliorare la capacità di offrire energia pulita e a prezzi accessibili a tutti. Il programma di ricerca e innovazione dell’UE ha già dato prova di un notevole impegno a favore di questo obiettivo, con il potenziale per compiere progressi significativi. Tuttavia, l’accento posto sulla ricerca deve essere accompagnato da un impegno da parte degli Stati membri ad adottare forme più verdi di produzione di energia, nonché dalla loro capacità di abbandonare gradualmente i mezzi di produzione di energia più tradizionali, in particolare per quelli che dipendono ancora fortemente dal carbone. |
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4.9. |
Il CESE accoglie con favore gli attuali finanziamenti destinati alla politica climatica nell’ambito del QFP e di NextGenerationEU, ma sottolinea anche che le minacce ambientali più immediate per i cittadini dell’UE sono cambiate da quando tali misure sono state concepite, e che sono necessari nuovi approcci. Oltre alla creazione di questo nuovo fondo, il CESE invita la Commissione a riesaminare il contesto di finanziamento al fine di individuare le lacune e le esigenze di finanziamento supplementari in relazione a vari aspetti della politica climatica. |
5. Garantire la solidità delle attuali politiche dell’UE in materia di clima ed energia e la complementarità del Fondo di adeguamento ai cambiamenti climatici
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5.1. |
Il Fondo di adeguamento ai cambiamenti climatici risponderebbe a un’esigenza molto specifica e insoddisfatta in termini di finanziamenti dell’UE, vale a dire la disponibilità di finanziamenti sufficienti per rispondere rapidamente alle emergenze climatiche, ambientali ed energetiche. Tuttavia, tale fondo dovrà essere coerente e in conformità con le politiche generali dell’UE in questi ambiti. |
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5.2. |
La crisi climatica costituisce un problema sistemico che trascende i confini, il che implica la necessità di un cambiamento sistemico delle modalità di funzionamento della nostra economia e rende essenziale che i governi si impegnino a trovare soluzioni sistemiche anziché limitarsi ad affrontare i sintomi del problema. |
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5.3. |
Le enormi disparità nel modo in cui gli individui e i gruppi sono coinvolti e colpiti aggravano il problema dei cambiamenti climatici. Queste disparità riguardano l’impronta di carbonio, con variazioni piuttosto significative delle emissioni di CO2 pro capite tra i diversi Stati membri e regioni dell’UE. Si riscontrano inoltre disparità per quanto riguarda gli impatti dei cambiamenti climatici, la capacità di adattarsi e di affrontare le sfide e, infine, gli impatti delle misure di politica climatica, nonché gli imminenti e significativi cambiamenti strutturali. |
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5.4. |
Nell’UE gli impatti climatici variano notevolmente all’interno degli Stati membri e da uno Stato membro all’altro, a seconda della loro situazione geografica e delle condizioni e della struttura della loro economia. Ad esempio, mentre il 7 % della popolazione dell’UE vive in zone ad alto rischio di inondazioni, oltre il 9 % vive in zone in cui si registrano 120 giorni l’anno senza piogge. |
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5.5. |
La ricerca di una transizione giusta richiede anche condizioni sociali sostenibili, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) e con il pilastro europeo dei diritti sociali. Inoltre, il CESE chiede un approccio olistico alla sostenibilità ambientale e richiama l’attenzione sul regolamento sulla tassonomia, che stabilisce sei obiettivi ambientali: la mitigazione dei cambiamenti climatici, l’adattamento agli stessi, l’uso sostenibile e la protezione delle risorse idriche e marine, la transizione verso un’economia circolare, la prevenzione e il controllo dell’inquinamento e la salvaguardia e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi. |
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5.6. |
Con un bilancio approvato di oltre 330 miliardi di EUR nell’attuale periodo di programmazione, la politica di coesione è attualmente lo strumento di investimento comune più grande e più importante in Europa e svolge pertanto un ruolo cruciale nell’affrontare la crisi climatica. Anche le disparità all’interno degli Stati membri e tra di essi, che la politica di coesione ha l’obiettivo di affrontare, subiscono molto probabilmente l’impatto dei cambiamenti climatici e delle loro conseguenze. Anche il dispositivo per la ripresa e la resilienza, dal canto suo, pone un forte accento sul clima. Pur riconoscendo un chiaro impegno a favore degli investimenti, è necessario avere una visione chiara e strutturata di quali siano i fondi dell’UE destinati alla lotta contro i cambiamenti climatici e del modo in cui sono gestiti. |
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5.7. |
Il CESE sottolinea inoltre la necessità che gli enti locali e regionali assumano un chiaro impegno politico per il conseguimento degli obiettivi climatici. Vi è un’urgente necessità di intensificare il dialogo multilivello tra le autorità nazionali, regionali e locali per quanto riguarda la pianificazione e l’attuazione delle misure nazionali in materia di cambiamenti climatici a livello regionale e locale, l’accesso diretto ai finanziamenti per le autorità locali e il monitoraggio dei progressi delle misure adottate. Le parti sociali e la società civile organizzata devono essere coinvolte in questo processo al fine di salvaguardare un approccio equilibrato, nel rispetto degli interessi di tutti i gruppi. |
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5.8. |
Il CESE sottolinea il ruolo centrale dei partner sociali, locali e regionali nell’affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici. Purtroppo, il sostegno che molti di questi attori ricevono per finanziare le loro attività è ancora lungi dall’essere sufficiente per far fronte alle sfide a essi poste. Occorre, tra l’altro, rafforzare il Fondo per una transizione giusta affinché possa offrire un sostegno migliore. |
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5.9. |
Il CESE insiste sul fatto che la transizione verso la sostenibilità ambientale deve essere inclusiva e in linea con gli OSS e con il pilastro europeo dei diritti sociali. In tale contesto, i criteri chiave devono includere la salvaguardia e la creazione di nuovi posti di lavoro, verdi e di qualità, garantendo in tal modo la formazione e misure sociali inclusive attraverso lo sviluppo di settori economici alternativi a impatto climatico zero per la popolazione regionale. La transizione deve prevalere sui potenziali effetti regressivi delle misure di politica climatica e dei cambiamenti strutturali. Ad esempio, le misure in materia di appalti pubblici e di aiuti di Stato per le imprese dovrebbero essere legate alla creazione di posti di lavoro di qualità e rispettare i diritti dei lavoratori, le norme ambientali e gli obblighi fiscali. Inoltre, le persone vulnerabili devono essere protette dall’impatto dei cambiamenti climatici, e occorre evitare in ogni momento la povertà energetica. Infine, il CESE richiama l’attenzione sul principio «non arrecare un danno significativo» della tassonomia dell’UE, in base al quale l’attuazione di altre politiche non può pregiudicare gli obiettivi ambientali. |
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5.10. |
Poiché l’istruzione formale e quella non formale sono meccanismi importanti per combattere la crisi climatica, è fondamentale investire in un’istruzione accessibile in materia di cambiamenti climatici e nella cittadinanza attiva. L’educazione alla sostenibilità costituisce un potente strumento per dotare i giovani dei mezzi necessari per partecipare alle conversazioni sulla direzione che la politica concreta in materia di clima deve seguire. Il ruolo dell’istruzione e della formazione nella lotta ai cambiamenti climatici trova sempre maggiore riconoscimento. |
Bruxelles, 21 settembre 2022
La presidente del Comitato economico e sociale europeo
Christa SCHWENG
(1) https://www.eesc.europa.eu/it/our-work/opinions-information-reports/opinions/tackling-energy-poverty-and-eus-resilience-challenges-economic-and-social-perspective (Cfr. pag. 88 della presente Gazzetta ufficiale)
(2) Regional development MEPs suggest to set-up a Climate Change Adaptation Fund (I membri della commissione per lo sviluppo regionale del Parlamento europeo propongono di istituire un Fondo per l’adattamento ai cambiamenti climatici), Attualità — Parlamento europeo.
(3) Economic losses from climate-related extremes in Europe (Perdite economiche dovute a eventi estremi legati al clima in Europa) —Agenzia europea dell’ambiente.
(4) Plasmare un’Europa resiliente ai cambiamenti climatici — La nuova strategia di adattamento ai cambiamenti climatici, COM(2021) 82 final, sezione 2.2.3 e Strategia per finanziare la transizione verso un’economia sostenibile COM(2021) 390 final, sezioni II e III, azione 2, lettera c), quadro operativo dell’Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali (EIOPA) sul divario in materia di protezione assicurativa e documento di discussione.
(5) ESPAS Report, pag. 8.
(6) https://www.brusselstimes.com/belgium-all-news/199487/europes-summer-floods-amount-to-worlds-second-most-costly-natural-disaster-of-2021
(7) https://www.reuters.com/world/europe/greece-starts-count-cost-after-week-devastating-fires-2021-08-09/
(8) Https://www.brusselstimes.com/belgium-all-news/199487/europes-summer-floods-amount-to-worlds-second-most-costly-natural-disaster-of-2021
(9) https://www.reuters.com/world/europe/greece-starts-count-cost-after-week-devastating-fires-2021-08-09/
(10) Fondo di solidarietà dell’UE.
(11) Fondo di solidarietà dell’UE.
(12) Piano REPowerEU, COM(2022) 230 final.
(13) U.S., EU strike LNG deal as Europe seeks to cut Russian gas (Gli Stati Uniti e l’UE concludono un accordo sul GNL in un momento in cui l’Europa cerca di ridurre le importazioni di gas dalla Russia) — Agenzia Reuters.
(14) COM(2022) 230 final.