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C'è del bello nelle erbacce, tre spontanee da valorizzare

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C'è del bello nelle erbacce, tre spontanee da valorizzare

Fondamentali per la biodiversità, resistenti, utili e colorate

17 settembre 2025, 16:33

di Alessandra Magliaro

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Un gatto odora rami di mentuccia selvatica, il cui profumo è ai felini molto gradito foto iStock - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un gatto odora rami di mentuccia selvatica, il cui profumo è ai felini molto gradito foto iStock - RIPRODUZIONE RISERVATA

Fondamentali per sostenere la biodiversità, da ammirare in quanto a resilienza, dispensatrici di bellezza urbana dove spesso l'incuria delle persone e delle amministrazioni rende poco decorose le nostre strade, inseminatrici di vasi troppo vuoti, exploit di vita in angoli tristi, sprazzi fioriti nostro malgrado e in assenza di dedizione al verde: ode alle piante invadenti per la loro bellezza e utilità.
Per i giardinieri professionisti di ordine e geometria la parola invasive accende la furia diserbante: al primo spuntare di erbetta che non dovrebbe essere affatto lì, subito scatta l'estirpazione manuale e se ci riprovano a sbucare ecco in azione la chimica che le avvelena, il diserbante appunto.
Ma cosa hanno fatto di male mentuccia, portulaca e geranietto per citarne tre delle più comuni erbe spontanee? Niente se non colorare i nostri balconi nonostante noi. Non sono le uniche perchè nella categoria invadenti ci sono ad esempio il papavero (bellissimo e poetico, magari si installasse), il cappero (una meraviglia di resistenza a tutto e infatti cresce negli anfratti di rocce, regalando fiori e profumi a muri antichi e magari storici come quelli che circondano il Quirinale a Roma),  e poi ancora il tarassaco, la malva, la borragine e l'ortica. Loro spontaneamente crescono senza intervento umano e provare a piantarle non è facile. Sono ribelli per natura.

La mentuccia (nome scientifico Calamintha nepeta o Nepeta>>) è una pianta erbacea perenne aromatica che può comportarsi da infestante, diffondendosi rapidamente. Per controllarne la crescita, si può coltivarla in vaso isolata ma è bene anticipare che l'operazione difficilmente riuscirà perchè la mentuccia selvatica va di suo in giro qua e là ed è probabile che se atterrerà su un balcone, terrazzo o giardino e si troverà bene deciderà di restarci e allargarsi anche. Ma è bene sapere che, al di là del nostro controllo, le sue foglie sono pronte per insaporire melanzane, carciofi e funghi in padella ad esempio, per farne tisane digestive. E se dalle sue parti non si vedranno circolare fastidiose zanzare bisogna ringraziare lei che ha anche proprietà repellenti. È anche una pianta utile all'orto perché il suo odore è sgradito a molti parassiti, ad esempio può essere piantata vicino ai pomodori. Senza dimenticare che i gatti ne vanno matti!

La portulaca è un'altra bellezza: quando passeggiate per strada, tra asfalti sconnessi, aiuole mal tenute, bordi di gradini in marmo, fateci caso: spesso c'è lei a rincuorare la vista. Sarà pure infestante ma ben venga con le sue foglie grassoccie, il verde brillante, i fiorellini e la tendenza ad allargarsi. Cresce rapidamente e in quanto tappezzante può invadere altri spazi. Ma bisogna sapere che è commestibile, ricca di nutrienti, tra cui acidi grassi Omega-3, e può essere consumata cruda o cotta, buona per insalate, minestre o soprattutto frittate. Ha anche vitamine (A, B, C), minerali (potassio, magnesio, ferro) e ha proprietà dissetanti e depurative. Nella medicina tradizionale è utilizzata per trattare disturbi intestinali e come rimedio lenitivo per lo stomaco e il fegato. La domanda è spontanea quanto la portulaca? Perchè eliminarla?

Il geranietto o Geranium molle anche lui colora spontaneamente parchi e spazi verdi, spesso è così invadente da formare grandi cespugli che si muovono leggeri al vento e i fiori non mancano mai. Se non ci fosse lui mancherebbe certamente colore. E poi è tra i più importanti nel sostegno alla biodiversità: attira insetti impollinatori come api e farfalle fornendo nettare e polline. Anche il geranietto è stato usato per le sue proprietà astringenti e antinfiammatorie e infatti commestibile nelle parti di  foglioline giovani, gemme e fiori. In primavera, da aprile a metà giugno circa, si possono aggiungere le foglie giovani del Geranio dei prati a deliziose insalate crude di erbe selvatiche o a un quark alle erbe.

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