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Festival regionale di Teatro in Carcere si conclude a Ancona

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Festival regionale di Teatro in Carcere si conclude a Ancona

Il 17 ottobre tavola rotonda e spettacolo al Teatro delle Muse

ANCONA, 15 ottobre 2025, 15:24

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Si conclude ad Ancona, che lo ospita per la prima volta, il terzo Festival regionale del Teatro in Carcere che il 17 ottobre prossimo presenta al mattino al Ridotto del Teatro delle Muse (ore 10) la tavola rotonda 'Teatro, carcere e comunità', per riflettere sull'essere una persona fuori e dentro il carcere, e in serata (ore 21) lo spettacolo teatrale 'Voci e vite dalla cantina di Kafka'.
    L'iniziativa, promossa dal Garante regionale dei diritti della persona Giancarlo Giulianelli, intende promuovere attraverso il linguaggio delle arti sceniche il valore dei percorsi di riabilitazione e reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti, ed è stata realizzata in collaborazione col Comune di Ancona e l'Associazione culturale cittadina universitaria Aenigma Aps, capofila del coordinamento regionale Teatro in Carcere Marche. La prima fase del festival si è tenuta tra il 17 e il 23 maggio, quando i reclusi-attori si sono esibiti per un pubblico di studenti dell'Università e della scuola secondaria di primo e secondo grado in sei diversi spettacoli negli Istituti penitenziari di Fossombrone, Pesaro, Ancona Montacuto e Ancona Barcaglione, e si concluderà con l'illustrazione del lavoro svolto nei laboratori teatrali attivati nel corso dell'anno presso gli Istituti penitenziari della regione. "Il progetto - ha sottolineato Giulianelli - persegue l'obbiettivo di abbattere il muro di separazione tra comunità civili e comunità carcerarie attraverso la condivisione di un'esperienza teatrale che ha il potere di mettere in contatto il dentro e il fuori delle 'mura', e di diffondere una cultura del rispetto e del contrasto ad ogni tipo di discriminazione".
    Per l'assessora alla Cultura del Comune di Ancona Marta Paraventi, che ha affermato di aver accolto con entusiasmo la proposta del Garante di ospitare il festival, "la pratica teatrale, strutturata attraverso percorsi laboratoriali e creativi rivolti alle persone detenute, rappresenta non solo un'esperienza espressiva e formativa, ma anche un potente strumento pedagogico e trasformativo. Il carcere - ha detto - può infatti diventare non solo un luogo di detenzione, ma anche un presidio culturale: uno spazio in cui le contraddizioni sociali si rielaborano e le energie latenti si trasformano in risorse costruttive".
   

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