"La Chiesa deve
cambiare prospettiva". Lo stress del ruolo? "Siccome sono un
po' scemo, mi diverto con tutto". Come valuta i suoi dieci anni
alla guida della Diocesi bolognese? "Avrei voluto incidere di
più, Bologna è una città più impaurita che rischia di diventare
più anonima: deve ritrovare il senso di comunità come è accaduto
vincendo la Coppa Italia del calcio".
Sono tutte frasi del presidente della Cei, il cardinale
Matteo Zuppi, nel film documentario "Chiamami don Matteo -
Zuppi, il vescovo di strada" di Emilio Marrese, prodotto da
Luigi Tortato per Si Produzioni.
Il film sarà proiettato domani, sabato 25 ottobre ore 15 al
MAXXI nell'ambito della Festa del Cinema di Roma, nella sezione
Special Screening, e sarà introdotto dall'opinionista di
Repubblica e Propaganda Live (La7) Filippo Ceccarelli.
Arcivescovo di Bologna oltre che presidente della Cei Zuppi,
nato 70 anni fa a Roma, esperto in mediazioni internazionali, è
stato membro delle commissioni di pace Onu in Mozambico e in
Burundi ed è stato incaricato di una missione umanitaria tra
Ucraina e Russia da Papa Francesco.
Tra i candidati alla successione di Bergoglio, ha visto
popolarità e consenso crescere notevolmente. "Mi hanno stupito i
giovani che dicevano di tifare per me", dice nel film,
rispondendo alle domande dell'attore Alessandro Bergonzoni,
"anche tra i non credenti".
In questo documentario, il card. Zuppi racconta anche le
emozioni e i retroscena personali nei giorni del Conclave che ha
poi portato all'elezione di papa Leone XIV l'8 maggio 2025.
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