Il blu dei lapislazzuli avvolge le pareti, mentre nella penombra risplende l'oro dei sarcofagi che voleva ricordare il colore ambrato della pelle, spicca il bianco dell'alabastro dei vasi canopi che contenevano gli organi estratti dalle mummie, si intravede il nero che era simbolo di vita perché era il colore del fango che avvolgeva le rive del Nilo, dove ogni anno si alternavano deserto e rinascita con l'esplosione dei papiri. Ti travolge così, alle Scuderie del Quirinale,'Tesori dei Faraoni', la mostra che dal 24 ottobre al 3 maggio ne occuperà gli spazi con una durata record che punta anche al record dei visitatori.
"Al momento i biglietti in prevendita hanno raggiunto quota 40mila, ma auspichiamo di raggiungere mezzo milione di visitatori", ha spiegato il presidente di Ales Fabio Tagliaferri, sottolineando che "la mostra ha un costo di tre milioni e mezzo di euro e quindi aveva necessariamente bisogno del supporto dei privati", che non si sono tirati indietro, a partire da Intesa Sanpaolo ed Eni. "Affascinante" è l'aggettivo che ha usato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella visitando l'esposizione: lo ha detto il ministro della Cultura Alessandro Giuli che ha sottolineato come la mostra sia "una stretta di mano ideale che oggi sorregge il lavoro della diplomazia tra nazioni capofila di eredità culturale, come Italia ed Egitto".
La mostra, del resto, si inserisce nel quadro delle relazioni culturali tra Italia ed Egitto e dialoga con gli obiettivi del Piano Mattei per l'Africa: una stretta di mano che proseguirà con la partecipazione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni all'inaugurazione del Gem, il Grand Egyptian Museum del Cairo, il primo novembre. "Tesori dei Faraoni - ha spiegato Matteo Lafranconi direttore delle Scuderie - contiene 130 capolavori dell'arte dell'Antico Egitto, molti dei quali mai usciti prima e copre un periodo molto esteso, di un migliaio di anni". Provengono dal Museo Egizio del Cairo e dal Museo di Luxor e anche dal Museo Egizio di Torino, come la conclusiva e significativa Mensa Isiaca, anello di congiunzione tra civiltà egizia e romana, che questa mostra, ospitata nella Piazza del Quirinale, vuole rappresentare.
"La mostra è una vera e propria incarnazione del rapporto radicato e duraturo tra le nostre due nazioni, un legame che si estende per millenni e che continua ad evolversi in un contesto di reciproco rispetto", ha spiegato Sherif Fathy, ministro egiziano del Turismo e delle Antichità a Roma insieme al segretario generale del Consiglio superiore delle Antichità Mohamed Ismail Khaled.
Promette quindi di essere un'esposizione che, nella sua rarità e spettacolarità, punta a catturare un pubblico di studiosi, che potranno ad esempio ammirare per la prima volta i recenti ritrovamenti della Città d'oro di Amenofi III, scoperta nel 2021 da Zahi Hawass, ma anche di ragazzi con un ampio coinvolgimento delle scuole. L'audioguida inserita nel biglietto poi, in quattro lingue, è stata realizzata con la voce di Roberto Giacobbo per la versione italiana e dello stesso Hawass per quella inglese, oltre alla versione dedicata ai bambini. "Questa mostra racconta non solo i faraoni - ha sottolineato il curatore Tarek El Awadi, già direttore del Museo Egizio del Cairo - ma anche le persone che li circondavano. Ogni reperto è una voce che ci parla di vita, di fede e immortalità". Ecco allora il maestoso sarcofago dorato della regina Ahhtep II e la sua spettacolare collana delle Mosche d'oro, il corredo funerario di Psusennes I, o ancora il monumentale sarcofago di Tuya, ma anche oggetti di vita quotidiana che testimoniano la lavorazione della birra o del pane, statuette che nella loro raffinata bellezza non sono da meno allo sfarzo delle grandi opere.
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