(dell'inviato Michele Cassano)
"Ci ho tenuto molto fin dalla prima
stagione a tenere la briglia corta al commissario perché sapevo,
essendo un lettore accanito della saga letteraria, cosa lo
attendeva. Quindi non volevo sciupare quanto di meraviglioso c'è
in questa fioritura emotiva e relazionale che ha Ricciardi nei
nuovi episodi, dove si può dire che il commissario esplode".
Lino Guanciale è pronto a tornare in tv nelle vesti del
Commissario Ricciardi. La terza stagione, presentata in
anteprima al Teatro San Carlo di Napoli in occasione del Prix
Italia, andrà in onda su Rai1 a partire dal 10 novembre in
quattro serate da 100 minuti, tratte dai romanzi di Maurizio De
Giovanni.
"Questa stagione è basata sui romanzi più potenti, quelli in
cui Ricciardi fa un cambiamento molto importante, emotivo e
sentimentale, e di fronte di questo cambiamento noi vediamo
succedere molte cose anche attorno a lui - racconta lo
scrittore, presente all'anteprima -. La storia con la S
maiuscola è fatta di tante storie e le storie da raccontare
all'interno della storia sono quelle più interessanti. Quindi io
confido che questa serie piaccia agli telespettatori ancora più
delle prime due".
Accanto a Lino Guanciale, il cast della terza stagione vede
il ritorno di molti attori che hanno contribuito al successo
della serie come Rossella Ferraro, Antonio Milo, Enrico
Iannello, Nunzia Schisano e Vera Ratti. Siamo sempre nella
Napoli fascista, nel dicembre 1933, quando il commissario,
mentre svolge le sue indagini, comincia a frequentare la sua
dirimpettaia Enrica dopo un lungo corteggiamento. La sua
promessa sposa è, però, all'oscuro della sua maledizione, che lo
costringe a vedere i fantasmi delle persone morte in modo
violento e ascoltarne l'ultimo pensiero. Oltre a questo,
Ricciardi deve fare i conti con il suo essere padre.
Insomma, si attende un Ricciardi più intimo ed emotivo. "Io
spero che amerete questa stagione quanto abbiamo amato noi farla
- confida Guanciale -. Io per primo perché non ho proprio voluto
'sciupare' il commissario. L'ho tenuto come Maurizio voleva nei
romanzi: stretto, stretto, stretto attorno al suo impermeabile
per poi liberarlo dai suoi fardelli. Non certo dalla sua
maledizione, ma dalle paure comprensibili che ha, per farlo
abbandonare all'amore e alla gioia di stare al mondo".
De Giovanni non nasconde il piacere per l'anteprima
napoletana della nuova stagione. "Io non sono geloso delle mie
storie, sono convinto che le storie vadano condivise, quindi
sono molto contento che vadano in tv - spiega -, ma la cosa che
mi rende più felice è che la mia città sia protagonista.
Racconto le mie storie all'interno della mia città che è piena
di luci e di ombre, ma sono luci e ombre assolutamente
caratteristiche. Quindi il fatto che piacciano le mie storie,
dai Bastardi a Sara, da Mina a Ricciardi, per me significa in
qualche modo mandare una cartolina dalla mia città".
"A questa città - prosegue - io auguro la consapevolezza.
Questa è una città che non ha specchi, che non si guarda, che
prende la vita come se fosse un eterno presente. Se si
convincesse di avere delle caratteristiche su cui puntare, io
credo che potrebbe davvero diventare qualcosa di straordinario".
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